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TESTO “Una spirituale escursione nel deserto insieme a Gesù

padre Antonio Rungi

I Domenica di Quaresima (Anno C) (10/03/2019)

Vangelo: Lc 4,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,1-13

1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, 2per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». 4Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo».

5Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra 6e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. 7Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». 8Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».

9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; 10sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

affinché essi ti custodiscano;

11e anche:

Essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

12Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

13Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Mercoledì scorso, con il rito delle ceneri abbiamo iniziato il cammino quaresimale che ci porta alla celebrazione annuale della Pasqua, che quest'anno ricorre il 21 aprile.
Questo cammino verso la Pasqua è anticipata dal racconto che il Libro del Deuteronomio fa dell'esperienza esodale di Israele, in cui Mosè fa memoria delle sue origini “Mio padre era un Aramèo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall'Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele”. Andare alle proprie origini per capire meglio il presente e progettare il futuro è un dovere di ogni essere umano e di ogni popolo.
Questa è la prima domenica, delle sei previste, della Quaresima che ci abbiamo iniziato a vivere, ce l'auguriamo come cristiani, in ascolto della parola di Dio, nella preghiera e nella penitenza, è la prima tappa di una escursione nel deserto, che dura 40 giorni, insieme a Gesù, per prepararci a celebrare la Pasqua annuale.
In fondo, il significato della Quaresima, come ci ha ricordato la cerimonia dell'imposizione delle ceneri è un invito alla conversione, a rinnovarci profondamente nello spirito.

E per realizzare questo nostro sogno e questa nostra aspirazione è necessario prendere a modello del nostro itinerario quaresimale nostro Signore Gesù Cristo, che oggi, la liturgia ci presenta, nel brano del Vangelo di Luca, ritirato nel Deserto, dove per diversi giorni viene tentato da Diavolo, ma con la potenza divina che è in Lui resiste ed umanamente non si fa corrompere dalle proposte assurde che vengono dal tentatore. Gesù ci dà un grande esempio di come vivere la Quaresima e come resistere alle varie tentazioni, di cui tre sono ben descritte nel brano del vangelo. Gesù, infatti, è l'esempio di come combattere le fondamentali tentazioni di ogni essere umano: l'attaccamento ai beni della terra, al denaro, l'orgoglio, il desiderio di potere e a tutto ciò che è sete di gestire impropriamente la propria libertà.
Gesù che si ritira nel deserto a pregare, a fare penitenza e a prepararsi alla missione ci dice che è possibile superare, in questo modo, ogni tentazione.
E' uno schema di attività spirituale per tutti coloro che vogliono prepararsi con serietà ad un compito. In questo tempo esercizi spirituali nulla può il Diavolo davanti a Lui e i tentativi di inquinare con la logica perversa del suo pensiero negativo e distruttivo, non distolgono Gesù dal suo compito, dalla sua missione, né tantomeno possono intaccare la sua natura divina, eternamente predisposta a combattere ogni forma di male e di peccato, che il Diavolo porta ontologicamente in se stesso.
Tanto è vero che il testo di Luca, conclude tutti i falliti tentativi del Diavolo di corrompere Gesù da un punto di vista umano, con un'espressione che ci fa riflettere e ci indirizza già al mistero della sofferenza di Gesù Messia, Maestro e Redentore: "Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato".

Tutta questa tendenza al male, tipica della natura corrotta dell'uomo, in seguito al peccato originale, si può superare se nella nostra vita si fa spazio l'amore di Dio, il distacco dalle cose della terra e la ricerca continua dei beni del cielo, quelli che hanno un valore per sempre ed eterno.
E' significativo, a tale riguardo ciò che leggiamo nel brano della Lettera ai Romani, seconda lettura di oggi, in cui l'Apostolo Paolo ci fa riflettere sulla centralità della parola nella vita di ogni cristiano. La Quaresima è soprattutto questo bisogno di confrontarci con la Parola di Dio, con un Dio che ci parla continuamente attraverso vari modi, al punto tale, citando Mosè, Paolo scrive: «Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore», cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso» e «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato». Tutti hanno accesso alla salvezza e tutto è stato redento mediante la Pasqua di Cristo.

Ce lo ricorda bene, Papa Francesco nel messaggio della quaresima di quest'anno 2019 dal titolo «L'ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio» (Rm 8,19).
Il primo concetto teologico che il Papa sviluppa nel breve messaggio è quello della redenzione del creato. “Se l'uomo vive da figlio di Dio -scrive Papa Francesco- se vive da persona redenta, che si lascia guidare dallo Spirito Santo (cfr Rm 8,14) e sa riconoscere e mettere in pratica la legge di Dio, cominciando da quella inscritta nel suo cuore e nella natura, egli fa del bene anche al creato, cooperando alla sua redenzione. Il Papa fa riferimento a tale proposito alla vita dei santo e dice che “quando la carità di Cristo trasfigura la vita dei santi - spirito, anima e corpo -, questi danno lode a Dio e, con la preghiera, la contemplazione, l'arte coinvolgono in questo anche le creature, come dimostra mirabilmente il “Cantico di frate sole” di San Francesco d'Assisi (cfr Enc. Laudato si', 87).
Nel paragrafo successivo del messaggio, Papa Francesco affronta il tema della forza distruttiva del peccato e dice: “Quando non viviamo da figli di Dio, mettiamo spesso in atto comportamenti distruttivi verso il prossimo e le altre creature - ma anche verso noi stessi - ritenendo, più o meno consapevolmente, di poterne fare uso a nostro piacimento. L'intemperanza prende allora il sopravvento, conducendo a uno stile di vita che vìola i limiti che la nostra condizione umana e la natura ci chiedono di rispettare, seguendo quei desideri incontrollati che nel libro della Sapienza vengono attribuiti agli empi, ovvero a coloro che non hanno Dio come punto di riferimento delle loro azioni, né una speranza per il futuro (cfr 2,1-11). Se non siamo protesi continuamente verso la Pasqua, verso l'orizzonte della Risurrezione, è chiaro che la logica del tutto e subito, dell'avere sempre di più finisce per imporsi.
La causa di ogni male, lo sappiamo, è il peccato, che fin dal suo apparire in mezzo agli uomini ha interrotto la comunione con Dio, con gli altri e con il creato, al quale siamo legati anzitutto attraverso il nostro corpo. Rompendosi la comunione con Dio, si è venuto ad incrinare anche l'armonioso rapporto degli esseri umani con l'ambiente in cui sono chiamati a vivere, così che il giardino si è trasformato in un deserto (cfr Gen 3,17-18). Si tratta di quel peccato che porta l'uomo a ritenersi Dio del creato, a sentirsene il padrone assoluto e a usarlo non per il fine voluto dal Creatore, ma per il proprio interesse, a scapito delle creature e degli altri.
Quando viene abbandonata la legge di Dio, la legge dell'amore, finisce per affermarsi la legge del più forte sul più debole. Il peccato che abita nel cuore dell'uomo (cfr Mc 7,20-23) - e si manifesta come avidità, brama per uno smodato benessere, disinteresse per il bene degli altri e spesso anche per il proprio - porta allo sfruttamento del creato, persone e ambiente, secondo quella cupidigia insaziabile che ritiene ogni desiderio un diritto e che prima o poi finirà per distruggere anche chi ne è dominato.
Chiaramente non bisogna arenarsi ed arrestarsi di fronte al male nel mondo e del mondo, ma reagire con la forza risanatrice del pentimento e del perdono. «Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove» (2 Cor 5,17).
Il cammino verso la Pasqua -sottolinea il Papa - ci chiama proprio a restaurare il nostro volto e il nostro cuore di cristiani, tramite il pentimento, la conversione e il perdono, per poter vivere tutta la ricchezza della grazia del mistero pasquale.
La Quaresima è segno sacramentale di questa conversione. Essa chiama i cristiani a incarnare più intensamente e concretamente il mistero pasquale nella loro vita personale, familiare e sociale, in particolare attraverso il digiuno, la preghiera e l'elemosina.

Cosa significa concretamente questo, Papa Francesco lo precisa attraverso la spiegazione dei verbi digiunare, pregare, fale elemosina.
Digiunare, cioè imparare a cambiare il nostro atteggiamento verso gli altri e le creature: dalla tentazione di “divorare” tutto per saziare la nostra ingordigia, alla capacità di soffrire per amore, che può colmare il vuoto del nostro cuore.
Pregare per saper rinunciare all'idolatria e all'autosufficienza del nostro io, e dichiararci bisognosi del Signore e della sua misericordia.
Fare elemosina per uscire dalla stoltezza di vivere e accumulare tutto per noi stessi, nell'illusione di assicurarci un futuro che non ci appartiene. E così ritrovare la gioia del progetto che Dio ha messo nella creazione e nel nostro cuore, quello di amare Lui, i nostri fratelli e il mondo intero, e trovare in questo amore la vera felicità.

In tutto questo itinerario spirituale quaresimale chi ci deve prendere per mano e accompagnarsi è Gesù, entrando con Lui nel deserto del creato per farlo tornare ad essere quel giardino della comunione con Dio che era prima del peccato delle origini e la Madonna, la Beta Vergine della Quaresima, alla quale ci rivolgiamo con questa preghiera, che vi invito ad ascoltare e a condividere nel vostro cuore e nella vostra mente per celebrare in modo degno la Quaresima che appena è iniziata.
Maria, Madre della conversione,
in questo tempo di Quaresima,
guidaci nel cammino che porta a Gesù,
unico Salvatore e Redentore dell'umanità.
Fa', o Vergine della Quaresima,
che in questi giorni di ascolto, preghiera e penitenza,
ogni uomo, credente nel Vangelo,
e che sa di essere polvere e in polvere ritornerà,
possa sperimentare la misericordia divina
nel sacramento della riconciliazione e del perdono.
Nell'assiduo ascolto della Parola di Dio,
nella celebrazione quotidiana della liturgia eucaristica,
nella carità senza limite verso ogni fratello di questa Terra,
possa diventare un vero adoratore di Dio, in spirito e verità.
O Maria, Madre del Redentore,
Madre del Cristo ritirato nel deserto,
per pregare, fare penitenza e prepararsi
all'annuncio del suo Regno,
ottienici dal tuo Figlio, Morto e Risorto,
per la nostra salvezza,
la grazia di non abbandonarci nella tentazione,
ma di liberarci da ogni male
e portarci con lui nell'eternità. Amen

 

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