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TESTO Commento su Gen 15,5-12.17-18; Sal 26; Fil 3,17- 4,1; Lc 9,28-36

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II Domenica di Quaresima (Anno C) (17/03/2019)

Vangelo: Gen 15,5-12.17-18; Sal 26; Fil 3,17- 4,1; Lc 9,28-36 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,28-36

28Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». 36Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Tutto ha inizio con l'Alleanza che Dio stipula con Abramo. Alleanza che verrà rinnovata e trasformata dal Figlio, l'eletto del Padre, di cui Pietro, Giacomo e Giovanni, vedono, per un istante, la gloria. Gloria a cui tutti siamo destinati per via di Gesù, il Salvatore atteso, che trasformerà “ il nostro misero corpo” a immagine “ del suo corpo glorioso”.
Nella liturgia quaresimale, il racconto della trasfigurazione, dopo la rievocazione delle tentazioni di Gesù nel deserto, assume tutto il suo significato. Nel vangelo di Luca essa è una tappa della salita a Gerusalemme, come lo sono la confessione di Pietro e il primo annuncio della passione. Salire aa Gerusalemme è faticoso perché la salita è si breve ma ripida, c'è bisogno di sostare, riposarsi prima di riprendere la salita. La trasfigurazione è questo riposo, in cui Gesù, alla presenza e alla luce del Padre, scopre ciò che diventerà in Gerusalemme al termine della sua vita terrena.

Luca inoltre, sottolinea, come in tutti gli avvenimenti importanti della vita di Gesù, che la trasfigurazione accadde “ mentre pregava”. I tre compagni, gli stessi che gli terranno compagnia nell'episodio del monte degli Ulivi, presi dal sonno, si svegliano del tutto poco prima che l'episodio abbia fine, ma in tempo per sentire, avvolti nella nube, “ Questi è il Figlio mio l'Eletto, ascoltatelo”.
Prima di affrontare la passione, Gesù vive un momenti di pienezza. La pienezza cioè di essere scelto da Dio, allorché viene immerso nel mistero della sua morte e risurrezione che lo attende. Anche noi, grazie a Gesù Salvatore, siamo chiamati a scoprire, in noi stessi, l'immagine del suo volto, presente nella nostra anima, se saremo costanti e ubbidienti alla volontà del Padre come lo fu Lui.
“O Padre che ci hai chiamati ad ascoltare il tuo amato Figlio, nutri la nostra fede con la tua parola e fortifica gli occhi del nostro spirito...”. Con queste parole, contenute nella colletta di questa settimana, entriamo in pienezza nella liturgia odierna.

La scena descritta nella prima lettura, tratta dalla Genesi, evoca un antico rito d'alleanza del medio oriente. La storia della salvezza, ossia il progetto di Dio riguardo all'uomo, comincia con una Alleanza tra Lui ed Abramo. I contraenti passano in mezzo agli animali squarciati dicendo: “ Mi tocchi la stessa sorte...se violerò il patto”. Ma qui è solo Dio che si impegna, sottolineando così la gratuità dell'iniziativa divina, ossia l'obbligo di mantenere la promessa di dare ad Abramo una discendenza pari per numero a quella delle stelle del cielo. L'infedeltà dei figli di Abramo non potrà mettere in questione la fedeltà di Dio, ma soltanto farla maggiormente splendere. La solenne promessa divina Abramo se la senti ripetere più volte da quando Dio lo ha fatto uscire “ da Ur dei Caldei”, ciò nonostante non ha ancora nulla in mano: lui vecchio e la moglie Sara definitivamente sterile. Altro che discendenza sterminata.
Da un punto di vista umano, il patriarca ha una sola sicurezza: ciò che ha lasciato e per fare ciò ci vuole molta fede. Anche noi siamo invitati, come Abramo, a camminare nel buio aggrappandoci alla Parola.

Il Salmista è in piena battaglia. Fa fronte all'avversario facendo leva sul desiderio di unione con Dio: “ Il Signore è mia luce e mia salvezza”. Su queste basi si poggia una preghiera ansiosa: ascoltami, rispondimi, non lasciarmi, non nascondermi il tuo volto, non respingermi..
Questo salmo, che leggiamo all'inizio della Quaresima, ci parla di ciò a cui Gesù andrà incontro una volta che sarà giunto a Gerusalemme.

Paolo, nella seconda lettura, “ con le lacrime agli occhi”, scongiura i fedeli di Filippi a non seguire quanti, fra loro, si “ comportano da nemici della croce di Cristo”, reputandola ormai superata.
Costoro si preoccupano esclusivamente di legalismo alimentare: questo cibo è impuro e pertanto non va mangiato. La sostanza non sta in ciò che si mangia in quanto chi si dice essere cristiano deve credere, che Gesù-Cristo è risuscitato e risusciterà anche noi nell'ultimo giorno, per farci condividere la sua vita, inoltre darà vita nuova a tutta la creazione. La fede nella nostra risurrezione nell'eternità della nostra terra, come era in principio, ci autorizza ad amare il mondani cui viviamo con la libertà dei figli di Dio, facendoci imitatori dell'Apostolo.

Nell'odierno Vangelo, Luca ci parla della Trasfigurazione a cui Gesù è andato incontro sul monte entra Lui pregava e i suoi tre discepoli erano assopiti perché oppressi dal sonno. Gesù gli sveglierà nella luce sfolgorante della sua gloria, mentre parla con Mosè ed Elia, e i discepoli rimasero abbagliati. A Pietro questa visione strappa un grido spontaneo: “ È bello per noi stare qui.
Faremo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Noi non siamo molto diversi da Pietro. La gloria di Gesù, che abbiamo intravisto o intuito, ci scalda il cuore, anche se non per sempre, e quando la nube oscura ci nasconderà Gesù sentiremo la voce del Padre che ci dirà:
“Questi è il mio Figlio l'eletto, ascoltatelo!”.
Non possiamo fermarci a contemplare quella luce confortante, evitando le tenebre del Calvario. Ma dobbiamo accettare lo stesso itinerario del nostro Maestro e con Lui percorrerlo perché la gloria, la sua e la nostra, passa attraverso l'abbassamento, la deriso e spesso attraverso una morte atroce .

Revisione di vita
- Che significato hanno Mosè e Elia, che appaiono accanto a Gesù sulla montagna, per noi e le nostre famiglie oggi?
- Nella nostra vita è avvenuta qualche trasfigurazione? E se sì, ci ha aiutato nelle nostra missione

di chiesa domestica?
- Siamo mai saliti su una montagna? Quali sono state le nostre impressioni?

Marinella ed Efisio Murgia di Cagliari.

 

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