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TESTO Commento su Mc 16,15-18

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Conversione di S. Paolo Apostolo (25/01/2019)

Vangelo: Mc 16,15-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 16,15-18

15E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. 17Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

«[Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».»
Mc 16,15-18

Come vivere questa Parola?
La vita di colui che crede è una vita “risorta”, potenza pura innescata nel campo del mondo minato di piatta sfiducia. Come ci testimonia l'universalismo di Paolo, diventa eloquente manifestazione della bellezza, ricchezza, dolcezza, magnanimità, forza di un Dio che vuole arrivare a raggiungere ogni creatura. La natura dell'uomo è di per sé “simbolo” e “segno” che rimanda a qualcosa di altro da lei: chi mi conosce di vista, riconosce i lineamenti dei miei genitori... Chi sa vedere un po' oltre le apparenze sa capire come sto... Chi osserva le mie azioni intravvede le attitudini, le aspirazioni, il mio stile... Chi mi guarda quando mi muovo, noterà se sono sicuro nei movimenti, se ho fiducia nelle mie capacità, se credo che quel serpente che tengo in mano non mi morderà col suo veleno, se ho paura dell'avversario... Chi ascolta le mie parole confronterà la mia lingua con la sua, verificherà se sono capace di parlare al suo cuore, se il mio linguaggio è pigiato dentro, scosso, maturato, o è gettato alla rinfusa come mangime per le galline... Chi getta l'occhio sulle mie mani si accorgerà se sono capaci di aprirsi e di posarsi con benevolenza sul debole, di spandere calore e luce in chi è stato strattonato dalla vita, se testimoniano comunione e accoglienza, se riescono ad essere l'ultima propaggine del braccio di Dio, che si solleva implacabile per ordinare l'amore!

Il tesoro della fede è troppo prezioso e importante perché io lo possa trattenere solo per me. Si moltiplicherà nella misura in cui sarò capace di condividerlo, e più lo condividerò più scoprirò ricchezze che il Signore ha deciso di affidarmi. Nessun gesto, parola, atteggiamento, pensiero è “neutro”: tutto potrà essere motivo di gioia e invito alla fede, e sarà come una grande rete, che accoglierà un numero sterminato di pesci!

La voce dI un Papa
“Che razza di sentinella sono dunque io, che invece di stare sulla montagna a lavorare, giaccio ancora nella valle della debolezza? Però il creatore e redentore del genere umano ha la capacità di donare a me indegno l'elevatezza della vita e l'efficienza della lingua, perché, per suo amore, non risparmio me stesso nel parlare di lui”.
Gregorio Magno

Don Enrico Emili - enricoemili@tiscali.it

 

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