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TESTO Acqua fresca

Monastero Janua Coeli  

XIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (26/06/2005)

Vangelo: Mt 10,37-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 10,37-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: 37Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; 38chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. 39Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.

40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Cristo è l'altro da me che ogni giorno seguirò finché ogni volto mi sarà terra benedetta in cui riposare. Quando chi mi sta di fronte viene da una regione che io non raggiungerò mai e scava un desiderio che in me non troverà mai sazietà, sono chiamato a imparare che quel volto mi appartiene perché fa parte di me da sempre: tocca a me togliere le vesti della autosufficienza per indossare la tunica dell'incontro. Ciò che il mio volto offrirà sarà una traccia del mio tempo vissuto, forse appena una smorfia per le miriadi di stanchezze che mi accompagnano, eppure in quelle mie rughe l'altro potrà trovare l'invito a non nascondersi, la trepida attesa di un suo bicchiere di acqua fresca per me. Strade nuove, parole mai udite, sentimenti ritrovati... quale speranza! e ogni volta è così. Sì, perché l'altro ti manca se tu hai solo provato a stare oltre la soglia del suo cuore per qualche istante, ti manca come volto del tuo amore... e continui a cercarlo perché abita in lui ciò che appartiene a te. Nella certezza di essere accolti da quel Vivente che si accampa nella vita degli uomini e non si stanca di chiamare a seguirlo, sulle orme del suo amore, andiamo! sulle vie della croce cammineremo ancora e sempre... lì dove il cielo e la terra si incontrano e l'alba di vita nuova si affaccia per noi.

Acqua fresca

MEDITAZIONE

Domande

Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Non può capire l'amore di Cristo chi pensa a portare se stesso nella vita lasciando da parte la capacità di amare fino alla fine. Potremmo sostituire alla parola: croce, questa parola: amare fino alla fine nonostante tutto. E l'invito allora risulta così: Chi non ama fino alla fine nonostante tutto come ho fatto io, non è degno di me, vale a dire, non vive. Passeranno i giorni sopra di lui, ma non vivrà la pienezza della vita, di quella vita che fluisce come dono e come dono è chiamata a scorrere da noi agli altri...

Chiave di lettura

Non è degno di me. Parole che possono lacerare la vita come una spada perché penetrano nelle pieghe più recondite dei sentimenti umani. Ci sono degli affetti sacri a confronto, e in questi affetti tutto ciò che siamo. Affetti che sono l'humus in cui affondano le nostre radici e affetti che sono l'humus in cui diventiamo noi autori di vita; il nostro prima e il nostro dopo; il latte ricevuto e il latte che doniamo... i nostri legami più profondi, quelli in cui possiamo ritrovare i nostri lineamenti, più o meno felicemente... Gesù parla di dignità. Una dignità che va oltre gli affetti più sacri. Amare è nella natura dell'uomo, quindi egli non può chiedere di non amare. C'è però un più che fa della nostra vita una melodia di incanti oppure uno stridore di suoni. Ed è il più di radici ritrovate in alto. La prima provenienza, quella che ci fa capaci di amare, non è dal padre o dalla madre, né potrebbe essere quella di figli che portano con sé il nostro volto... la prima provenienza è dal Vivente, da Dio. Come si può amare tutti e non amare Colui dal quale veniamo? Non è degno di Cristo chi ama tutto ciò che è naturale amare più di Colui che è soprannaturale amare. Il senso di ogni legame che fa circolare la vita è solamente Lui. Togliendo l'origine, si svilisce ogni relazione umana. E anche il padre, la madre, i figli sbiadiscono come luoghi di amore e restano appena foto sgualcite dal tempo, se non strappate dall'oblio. Non è degno di Cristo chi non ha croce da prendere. Quale croce? Se stesso. Chi vive ai margini di sé non è degno di Cristo, perché segue una vita che non è vita. La vita si perde se diventa oggetto di possesso, si trova se la si lascia andare come dono. Il tutto si gioca sull'accogliere. È una serie di porte che si aprono. Chi apre la porta a te che vai a lui, apre la porta a Cristo, e aprendo la porta a Cristo, la apre al Padre. Si diventa simili quando l'accoglienza è piena... Se accogli un profeta, e sai che è tale, tu partecipi alla sua profezia e come lui riceverai "profezia". Se accogli un giusto e sai che lo è, nel tuo fargli spazio diventerai come lui, giusto, e sentirai la pienezza della sua giustizia. E questa accoglienza del cuore non richiede grandi cose, è sufficiente porgere un bicchiere di acqua fresca a un piccolo, riconosciuto come discepolo di Gesù per ricevere la ricompensa. Quale? La dolcezza del diventare piccoli. Sembra quasi che discepolo equivalga a piccolo... Pensiamoci... se i panni che ci rendono felici sono troppo stretti, probabilmente abbiamo indossato non la tunica della croce, intessuta a misura per noi, la tunica del nostro amore consumato, ma le vesti del Maestro.

PREGHIERA

Mostrami, Signore, la tua via, perché nella tua verità io cammini; donami un cuore semplice che tema il tuo nome. Ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il cuore e darò gloria al tuo nome sempre, perché grande con me è la tua misericordia (salmo 86).

CONTEMPLAZIONE

Signore Gesù, l'amore di cui parli tu al nostro vivere non ha misura. Se ci chiami a seguirti è perché possiamo imparare a ricevere ciò che siamo da te, a non dimenticare che tutto trova significato se i nostri istanti fugaci attingono vita da te... amore: parola magica che inebria chiunque, ma parola che anche uccide la vita, se la stringe in un "mio" esagerato. Amore, parola che apre, che spalanca gli orizzonti, che mi rapisce e mi porta via da me, verso l'altro che amo. Per questo ti seguo, perché tu mi attrai. E ciò che sembra di me perdersi, cresce... perché non ne posso più fare a meno. A cuore aperto, quando accoglierò le moltitudini degli affamati di amore, potrò cantare le memorie della tua misericordia.

Per i piccoli

Le parole di Gesù sono sempre molto chiare e sembrano, appena uno le sente, troppo forti. Poi però a ben capirle spalancano la vita! Oggi egli ci parla di un amore importante, l'amore che genera vita. Babbo e mamma, figli, sono tutti esempi di un amore capace di non pensare a sé, esempi di un amore che si dona. Ognuno di noi porta con sé delle somiglianze con i propri genitori, e ognuno di noi, se ha o avrà dei figli, donerà ancora somiglianze alle creature che verranno. La vita è un amore che non si interrompe mai, passa, scorre, cresce, non si estingue. A un patto però: che noi la prendiamo da Dio che sta all'origine di tutto. Se noi non prendiamo amore da lui, questo si esaurisce in noi e ci resta il vuoto. Il segreto per non arrivare mai a questo punto è quello di prendere ogni giorno quest'acqua speciale che è l'amore dal pozzo di Gesù con un attrezzo speciale, che ognuno di noi ha: la croce. Prova a disegnarla: ha due pezzi, uno da giù a su, e uno da destra a sinistra; sono due pezzi incrociati. Ora mettiti in piedi e allarga le braccia. Guardati! Non sei una croce? Il corpo in piedi è il pezzo da giù a su, e le braccia allargate sono il pezzo da destra a sinistra. Solo se tu prendi questo attrezzo che sei tu e vai dietro a Gesù, avrai sempre acqua fresca da dare a tutti. E quante ricompense ti darà Gesù?! Ma se tu, invece di andare dietro a Gesù, resti per conto tuo e vai altrove, l'amore che hai in te fa la muffa', diventa acqua che ristagna e quando la darai da bere a qualcuno, la butterà via! Altro che ricompensa... Ciao, "croce".
Se vuoi scrivere, puoi farlo.
Per posta normale a: Monache Carmelitane – 58010 Cerreto GR
Per posta elettronica a: carmelitane@monastero.org

 

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