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TESTO Commento su Lc, 3, 21-22

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Battesimo del Signore (Anno C) (13/01/2019)

Vangelo: Lc 3,15-16.21-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 3,15-16.21-22

In quel tempo, 15poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.

21Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

«Ora, mentre tutto il popolo si faceva battezzare, anche Gesù fu battezzato; e, mentre pregava, si aprì il cielo, e lo Spirito Santo scese su di lui in forma corporea, come una colomba; e venne una voce dal cielo: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto».»
Lc, 3, 21-22

Come vivere questa Parola?
Dopo essere stato battezzato da Giovanni, uscendo dalle acque del Giordano, Gesù si ferma in preghiera. In quel silenzio che gli permette di riconnettersi al Padre, il Padre stesso interviene, rompendo un silenzio che durava da secoli e facendosi presente al mondo, per annunciare che il Messia è arrivato, un'era nuova si apre.
Anche lo Spirito Santo si manifesta in questa scena, trasformandola in rivelazione trinitaria. Lo Spirito qui è in forma di una colomba, rievocando un'immagine anticotestamentaria che narrava l'armonia ristabilitasi dopo il diluvio universale. Le parole rivolte dal cielo a Gesù sono del Salmo 2, 7 «Tu sei mio figlio, oggi io t'ho generato», una formula di rito pronunciata per l'investitura del re. La rivelazione divina prosegue con le parole: «Ecco il mio servo... il mio eletto di cui mi compiaccio», una citazione tratta da uno dei canti del servo (Isaia 42, 1) in cui il profeta descrive il servo che soffre e muore per salvare il popolo. L'identità di quel misterioso servo anticamente profetizzato ora è chiara: Dio rivela che il Messia viene nell'abbassamento, nell'umiltà, per riabilitare l'umanità, inabissata nel peccato.
Gesù si è mostrato solidale con i piccoli della storia: si è immerso con loro nel Giordano per esprimere conversione e manifestarsi come l'uomo per gli altri. La salvezza è un dono comunitario e diventa un bene relazionale.

Signore, fa' che la nostra sequela ci renda dono per gli altri. Nessuno di noi insegua unicamente la propria salvezza, ma viva per concorrere alla salvezza di tutti.

La voce della liturgia
“Celebriamo questo santo giorno, reso bello da tre miracoli: oggi la stella ha guidato i Magi al presepio, oggi alle nozze il vino è stato creato dall'acqua, oggi Cristo ha voluto ricevere da Giovanni l'immersione nel Giordano, per donarci la salvezza, alleluia!”

Antifona al Magnificat, Vespri dell'Epifania, Liturgia romana

Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it

 

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