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TESTO Rivestiamoci tutti della luce di Cristo

padre Antonio Rungi

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Epifania del Signore (06/01/2019)

Vangelo: Mt 2,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

6E tu, Betlemme, terra di Giuda,

non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:

da te infatti uscirà un capo

che sarà il pastore del mio popolo, Israele».

7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».

9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

“Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce”, inizia con queste consolanti parole del profeta Isaia la prima lettura di questa solennità dell'Epifania del Signore, che quest'anno 2019, capita nella prima domenica del nuovo appena da pochi giorni iniziato. Migliore auspicio per tutti non può essere che questo invito da accogliere e da mettere in pratica.
L'invito a rialzarsi è rivolto a tutti gli uomini di buona volontà che desiderano ardentemente costruire un mondo migliore, partendo proprio dal messaggio del Redentore, in quella grotta di Betlemme a cui fa riferimento il profeta, tanti secoli prima della venuta di Cristo sulla terra. Il rialzarsi è quello della condizione di chi vive nell'errore e nel peccato o è scoraggiato dalla vita, per una molteplicità di motivi, compresi quelli del dolore, della malattia, della delusione, della depressione.
La ragione profonda di questa urgente ripresa che tutti dobbiamo attuare è il fatto che viene a noi la luce di Cristo e la gloria del Signore incomincia a brillare sopra di noi. Gesù la nostra speranza, apre nuovi orizzonti di vita spirituale, umana, sociale e mondiale, in quanto le genti cammineranno alla luce della buona notizia della venuta del salvatore e le tenebre scompariranno dal mondo, per tutti i popoli vedranno la gloria di Dio.

Chiaro riferimento alla manifestazione di Cristo, quale Salvatore, a tutta l'umanità con l'arrivo dei Magi, di cui oggi la chiesa fa memoria nella liturgia dell'Epifania.
A raccontarci lo storico avvenimento dell'arrivo dei Magi, prima e Gerusalemme e poi a Betlemme è l'evangelista Matteo che nel brano del Vangelo di oggi ci informa che al tempo del re Erode, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme per conoscere il re dei Giudei. Questi scienziati e scrutatori del cielo avevano, infatti, visto spuntare la stella del nuovo Re, cosicché si avviarono dal lontano Oriente verso la città santa, guidati dalla stella cometa. Cosa che avvenne regolarmente, non senza aver superato l'ostacolo del Re Erode, che voleva eliminare il bambino appena nato.
I Magi saggiamente non diedero informazioni al Re, una volta che ebbero la possibilità di seguire il tracciato del cielo per andare dritto al luogo prescelto dal Figlio di Dio per venire alla luce: quel villaggio di Betlemme, sconosciuto fino allora e divenuto famoso per la nascita di Gesù e per la diffusione della notizia che gli stessi Magi portarono nel loro viaggio di ritorno.
L'evangelista Matteo, mette in evidenza che i Magi, dopo un tempo di oscuramento della stella, provocato dal contatto con un Re assassino e criminale, videro di nuovo la stella, che avevano visto spuntare. Questa luce nel cielo li precedeva li accompagnava nel cammino e li illuminava nella notte, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
Di fronte a questa indicazione sicura che il cielo inviava loro, i Magi al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Per cui non si fermarono, ma proseguirono oltre, per giungere esattamente ne posto dove il Signore li stava indirizzando e chiamando, in quella grotta in cui li aveva attesi. Essi, quindi, entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. L'atto di devozione e di ossequio viene espletato in tutte le modalità e formalità, trovandosi loro davanti al Re e come tale Gesù viene adorato. Gli stessi doni portati dai Magi esprimevano questo significato della regalità di Cristo sulla terra della Palestina e del resto del mondo.
L'incontro con Gesù Bambino permise a questi scienziati e astrologi di ritornare direttamente al loro paese senza dare informazione ad Erode che attendeva una risposta. Infatti, avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Scelta saggia e intelligente per evitare ogni compromesso con il male e il potere distruttivo della politica del tempo.

Ecco perché san Paolo nella seconda lettura di oggi, tratta dalla sua lettera agli Efesini sottolinea l'importanza della sua missione tra le genti pagane, alle quali si rivolge per far conoscere il mistero della salvezza operata di Cristo. Tale mistero che non era stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni viene rivelato in questo preciso tempo della venuta di Gesù sulla terra.
E questo mistero consiste essenzialmente nel fatto che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo. Nessuno quindi è escluso dalla salvezza divina, ma tutti sono chiamati a salvarsi allontanandosi dal male, dalle temere del peccato, per seguire la luce radiosa del Cristo Redentore.
Non a caso nel prefazione dell'Epifania ci rivolgiamo a Dio con queste parole: Oggi in Cristo luce del mondo tu o Dio hai rivelato ai popoli il mistero della salvezza e in Lui, apparso nella nostra carne mortale, ci hai rinnovati con la gloria dell'immortalità divina. In fondo, la missione di Cristo è quella di portare a salvezza eterna tutti i suoi figli, tutti gli esseri umani, perché nessuno di esso vada perduto, allontanandosi dall'amore redentivo e misericordioso di Dio, fattosi bambino nel grembo purissimo della Beata Vergine Maria.

 

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