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TESTO Commento su Matteo 7,15-20

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Mercoledì della XII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (22/06/2005)

Vangelo: Mt 7,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno
Dai loro frutti li riconoscerete.

Come vivere questa Parola

Gesù accende un semaforo rosso perché noi non percorriamo la strada dei "falsi profeti". Sono quelli che, anche og-gi, illudendo a proposito di una libertà di cui si dicono banditori, in realtà ci derubano di quella libertà che Gesù ha comperato per noi a prezzo del suo sangue. Portando il paragone del rovo da cui non cogli certo fichi e delle spine da cui non puoi vendemmiare uva, Gesù ci insegna una chiave preziosa per "discernere" circa l'agire di certi uomi-ni, il loro dire, il loro voler influire sulla società in cui viviamo. Quali sono i "frutti" del loro parlare e darsi da fare? Se sono uomini della riconciliazione e della pace, se le loro iniziative sono in consonanza con l'insegnamento di Gesù circa la giustizia, la difesa e la promozione della vita e della dignità dei "figli di Dio", c'è da credere che que-ste persone sono "profeti" secondo il cuore di Dio, fossero anche fuori dalla Chiesa istituzionale come un Gandhi o un Luther King. Ma se, in nome di una libertà che sostanzialmente è schiavitù dell'ego, predicano che è lecita la violenza, il mentire e ogni licenza sessuale, se si fanno arbitri di una giustizia che non si allinea con la coscienza e con la Sacra Scrittura, bisogna guardarsi da loro. Sono "lupi rapaci".

Oggi, nella mia pausa contemplativa, rifletterò su questa parola in consonanza con quella di S. Paolo: "Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi". E dimorerò col cuore nel Signore per capire sempre meglio come non è abbando-nandomi a tutti i miei istinti che divento e resto libero, ma piuttosto nel compiere ciò che Dio m'insegna nella sua legge.

Dammi, Signore, non solo di osservare la tua legge, ma di compierla con amore, perché è l'amore che mi libera.

La voce di un Padre della Chiesa

Il Signore ci avverte che le parole adulatrici e le dolci moine debbono venire giudicate dai frutti che esse produco-no. Dobbiamo perciò giudicare ognuno non quale si presenta a parole, ma quale è realmente nei suoi atti. Poiché sovente sotto apparenze di agnello si dissimula livore di lupo.
Ilario di Poitiers

 

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