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TESTO Cristo Verbo e Sapienza di Dio

don Walter Magni  

Domenica nell'Ottava del Natale (30/12/2018)

Vangelo: Gv 1,1-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

In un mondo apparentemente proteso al futuro, quel pensiero che in passato volentieri amava riflettere sull'inizio delle cose, del mondo e dell'uomo, oggi sembra essere sparito. Come se avessimo abbassato il tiro, fermi a descrivere un presente un po' stanco, senza grande entusiasmo e senza forti passioni. La Parola di Dio di questa domenica ci rimette in pista, come volesse dare un nuovo slancio alla nostra intelligenza intorpidita e assonnata.

Gli inizi d Gesù
I primi capitoli di Matteo e di Luca, con i vangeli dell'infanzia, testimoniano la ricerca messa in atto dalle prime comunità cristiane nei confronti degli inizi di Gesù nella storia degli uomini. Luca stesso dichiarava di “voler fare ricerche accurate su ogni circostanza, sin dagli inizi” (1,3). Tuttavia potremmo intuire dietro questi testi anche quell'insieme di domande e di risposte che un bambino o un ragazzo comincia a formulare dentro di sé a riguardo delle proprie origini o della propria famiglia. La stessa risposta che Gesù dodicenne nel Tempio dà a Sua Madre angosciata, ci fa intuire qualcosa: “perché mi cercavate? Non sapete che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” (Lc 2,49). Dice tutta una ricerca, una tensione da parte di un ragazzo che si sta prendendo delle responsabilità, anche nell'intuire le Sue radici divine più profonde. Forse anche Maria, Sua Madre, in un momento di confidenza avrà osato dire a Suo Figlio Gesù che un giorno, prima che lui venisse al mondo, un angelo le era apparso, mentre era in casa. E anche del suo turbamento e del suo domandare. Del suo assenso e di come subito s'era sentita abitata dallo Spirito di Dio, sperimentando ad un tempo una fecondità unita ad una gioia indescrivibile. E forse Gli avrà pure raccontato di Giuseppe, dei suoi tanti sogni e degli angeli che gli indicavano la strada, pur di metterLo in salvo. Al riparo da chi Lo voleva morto prima del tempo, prima della Sua ora. La consapevolezza di come siamo venuti al mondo, del nostro schiuderci alla vita, anche per Gesù non è stata solo frutto di una ricerca interiore, ma di una trasmissione, di una comunicazione, di una buona notizia che deve pur averLo rincuorato.

Dio “in principio” è relazione
Altro è però cercare di capire i propri inizi, risalendo a partire dalla famiglia tutti i gradini di una lunga genealogia; e altro è scoprire cosa sta, chi sta in principio. E la scoperta che ci aiuta a fare il Prologo di Giovanni quando afferma: “in principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”. Giungendo a scoprire che in principio - al principio del mondo e di ogni uomo - non sta un Dio generico e astratto. Un Dio solo che si crea una compagnia dando corpo al mondo. In principio sta invece un Dio che Si comunica e Si dice. Che molto semplicemente Si relaziona. È in Se stesso relazione. Costituito nella sua sostanza più profonda come relazione. Parola che dice e e in quanto dice subito fa, mette in atto, opera. Questa è la Sua qualità, il Suo modo di essere, la Sua verità. “Il verbo era presso Dio” proprio in questo senso: presso di Lui, davanti a Lui, come fosse questa la Sua espressione migliore. Identificando definitivamente il Verbo (la Parola) con Dio: “e il Verbo era Dio”. Un filosofo del secolo scorso, Martin Buber scriveva che “Dio è la parola più sovraccarica di tutto il linguaggio umano. Nessun'altra è stata tanto insudiciata e lacerata (...). Generazioni di uomini hanno lacerato questo nome con la loro divisione in partiti religiosi; hanno ucciso e sono morti per questa idea (...). Dove potrei trovare una parola che gli assomigli per indicare ancora l'Altissimo?” (Eclissi di Dio). E così, come rispondendo, giungeva ad una affermazione del pensiero straordinaria e grande: “all'inizio (cioè in principio) altro non c'è che relazione” (Il principio dialogico e altri saggi).

“E il Verbo si è fatto carne”
Poi il Prologo prosegue affermando che “tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste”. Come volesse dire che a partire da quell'insieme di relazioni che è Dio stesso, come in un divenire di continue e infinite relazioni, tutto comincia ad esiste. Tutto si dispiega. Come se ogni relazione potesse trovare posto, una propria collocazione. Perché “tutto è stato fatto per mezzo di lui”, per mezzo del Verbo che sta in principio! Così siamo all'ultimo passo, al passo estremo della fede: indentificando quello stesso Verbo che sta in principio ad ogni relazione, con Gesù di Nazareth. Il figlio di Maria, figlio dell'uomo e figlio di Dio. Come afferma appunto il Prologo alla sua conclusione: “Il Verbo divenne carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Proprio quella Parola, il Verbo che sta in principio, all'inizio di ogni relazione, si è definitivamente relazionato, imparentato con gli uomini, con noi: “il Verbo divenne carne e ha posto la sua tenda in mezzo a noi”. Quel Dio che l'ebraismo religioso aveva intuito come Verbo/Parola “che sta in principio”, qui si fa tutto nostro. Al punto che persino Lo puoi toccare, vedere, ascoltare. Persino afferrare, decretandone l'annientamento, mettendoLo in croce. Questo è il Natale di Dio tra noi: “Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita” (1 Gv 1,1-4).
Evento indicibile, grande mistero che semplicemente siamo invitati a riconoscere e ad adorare.

 

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