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TESTO Commento su Matteo 10,26-33

don Roberto Rossi  

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XII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (19/06/2005)

Vangelo: Mt 10,26-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 10,26-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: 26Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. 27Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. 28E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. 29Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

32Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.

Tutti siamo nella situazione di avere paura, di avere tante paure, come ci ricorda la Parola di Dio di oggi. La paura non esisteva all'inizio, ma ha fatto il suo ingresso nel mondo con il peccato. Subito dopo la caduta, Adamo dice al Signore: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura". La Parola ci presenta due esempi di paura. Geremia, a causa della sua missione di profeta, si viene a trovare in una situazione molto difficile. Tutti coloro che gli stanno attorno, compresi gli amici, non sopportano più ciò che sta annunciando e lo vogliono sopprimere. Il profeta è pieno di paura e di smarrimento, anche perché non può non parlare in nome del Signore. In un'analoga situazione si trova anche il Salmista che così la presenta al Signore: «per te io sopporto l'insulto e la vergogna mi copre la faccia; sono un estraneo per i miei fratelli". In tutti e due i casi noi vediamo uomini che soffrono per la loro fede, su di loro ricade l'ostilità che gli uomini hanno verso Dio, eppure in questi due non c'è risentimento nei confronti di Dio. Essi gli espongono la loro sofferenza, la loro paura, e così facendo intendono rinnovare la propria fede nel Signore. Gettano nel Signore la loro angoscia, affidano a lui la loro causa. Questa loro fiducia non rimane delusa, ed essi stessi concludono: «Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori». Se questi esempi significativi ci vengono dall'Antico Testamento, quanto più in Cristo "è riversata in abbondanza su tutti gli uomini ogni grazia, potenza e benedizione»!

Ci sono delle parole nel vangelo di oggi che esprimono la tenerezza del Signore, ci invitano alla fiducia piena in Lui, ci vogliono dare qualcosa di quella che è la Sua forza. Riascoltiamole: "Non temete gli uomini. non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo. Due passeri valgono ben poco. I capelli del vostro capo sono tutti contati: non abbiate timore, voi valete più di molti passeri!"

Eppure noi abbiamo paura di tutto e di tutti. Abbiamo paura di un piccolo dolore, abbiamo paura che qualcuno ci dica una parola offensiva, abbiamo paura perfino di quello che gli altri possono dire o pensare a nostro riguardo. Quanto rispetto umano! E per rispetto umano a volte non facciamo tante cose buone. Forse ci vergognamo di fare un segno di croce, di rivolgere una preghiera, di dire una nostra opinione sul lavoro, a scuola, o nei luoghi di divertimento. E' terribile: abbiamo paura di essere presi in giro, abbiamo paura quando non ci viene fatto nulla di male, ma solo di una parola, di un giudizio, di un sorriso ironico. Come è debole la nostra fede, come è fragile la nostra coerenza! Ma le parole del Signore sono sempre una luce, un incoraggiamento, una forza. Ci dice: "Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli."

"Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno il potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo".

La prova più grande è la testimonianza di tanti cristiani che sanno essere fedeli e coerenti, che sanno essere coraggiosi e forti, nella loro vita ordinaria e nelle scelte importanti. Ma soprattutto è incoraggiante pensare ai tanti martiri di tutti i tempi e soprattutto dei nostri tempi.

Oltre a quanto possiamo conoscere attraverso le notizie dei mass media, ci sono alcuni testi ("Santi dei nostri giorni" di Mons. Comastri, "Testimoni della speranza" di Van Thuan, "I nuovi perseguitati" di A. Socci) che documentano questa grande santità dei cristiani, e testimoniano come il Signore dà una forza incredibile a chi si affida a Lui.

Il Papa Giovanni Paolo II ha affermato: "Al termine del secondo millennio la Chiesa è diventata nuovamente la Chiesa dei martiri. Le persecuzioni nei riguardi dei credenti - sacerdoti, religiosi, laici - hanno operato una grande semina di martiri in varie parti del mondo. E' una testimonianza da non dimenticare. Nel nostro secolo sono ritornati i martiri, spesso sconosciuti, quali "militi ignoti" della grande causa di Dio" (TMA).

Il secolo XX è stato il secolo del più grande martirio cristiano. "In venti secoli di cristianesimo, in base a recenti studi, ci sono stati circa quaranta milioni di martiri, dei quali ventisette milioni in questo ultimo secolo e la persecuzione continua tuttora".

Spontaneamente ci esce dal cuore la domanda: "Perché Signore?" Gesù ci risponde nel vangelo: "Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi". "La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie"

Gli apostoli sperimentarono subito la verità delle parole di Gesù. Pietro e Giovanni, poi gli altri, come raccontano gli Atti, furono ripetutamente perseguitati, arrestati, messi in prigione. "Ma essi se ne andarono lieti di essere oltraggiati per amore del nome di Gesù".

La storia della Chiesa è tutta così: è davvero un miracolo che la Chiesa esista ancora, nonostante la ferocia delle continue persecuzioni; è un miracolo che nonostante la debolezza e il tradimento di alcuni cristiani, la Chiesa sia ancora viva e decisa nell'annunciare che Gesù è il Salvatore: costi quel che costi, costi anche il sangue!

Ci vengono in mente tante testimonianze, come Mons. Romero o card. Van Thuan, il quale scrive: "In prigione ogni giorno con tre gocce di vino e una goccia d'acqua nel palmo di una mano e un po' di pane nell'altra, ho celebrato la messa. Era questo il mio altare e la mia cattedrale. Ogni volta avevo l'opportunità di stendere le mani e di inchiodarmi sulla croce con Gesù, di bere con Lui il calice più amaro. Erano le più belle messe della mia vita. Così per anni mi sono nutrito del pane della vita e del calice della salvezza. L'Eucarestia è diventata per me e per gli altri cristiani una presenza nascosta e incoraggiante in mezzo a tutte le difficoltà".
Sì, il Signore dà la sua forza, dà il suo Spirito Santo!

"Non abbiate paura. Beati quando vi perseguiteranno per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli", continua a dire con verità Gesù.

 

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