PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO L'occasione per l'annuncio

don Fulvio Bertellini

XII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (19/06/2005)

Vangelo: Mt 10,26-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 10,26-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: 26Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. 27Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. 28E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. 29Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

32Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.

La differenza, lo scontro, il conflitto

Ogni ideologia deve confrontarsi con l'opposizione di altre forme di pensiero, altre proposte di organizzazione sociale o di impostazione filosofica e culturale. Il confronto di idee degenera spesso nel conflitto, e generalmente allo scontro tra diverse forme di pensiero viene associata una valenza negativa. L'ideale da raggiungere sarebbe la tolleranza, la coesistenza pacifica tra diverse forme di cultura, religione, stili di vita e comportamenti. Ma anche la tolleranza può essere la bandiera di una forma di pensiero che se ne serve per appiattire e azzerare le differenze e le divergenze, e in questo modo sbarazzarsi di ogni concorrenza. Il confronto, lo scontro, il conflitto di idee sono in realtà inevitabili, fanno parte dello stesso essere uomini, permeano ogni nostra relazione, anche la più profonda, anche i legami più affiatati. Perfino la madre scopre che il figlio non è ciò che lei pensava: l'essere che è nato da lei è originale, è diverso da lei, indipendente dai suoi pensieri, e il cammino di crescita della relazione madre-figlio sarà la scoperta e l'accettazione progressiva di tale differenza.

Accettazione e omologazione

Accettare, accogliere l'altro, lasciar essere il pensiero dell'altro non è dunque un fatto scontato, ma un punto di arrivo. Ciò che spesso viene invocato come "tolleranza" è in realtà l'omologazione e l'appiattimento ad un punto di vista neutro assolutamente incapace di dare pienezza all'essere umano: essere uomini significa appassionarsi, lasciarsi coinvolgere, prendere posizione. Solo chi rischia una scelta di campo ha qualcosa da condividere, ha qualcosa da dire e da dare. Anche a chi la pensa diversamente da lui.

Vista da Gesù

Gesù si è più volte scontrato con il fraintendimento, l'oppressione, la malafede degli interlocutori. E avverte i discepoli che anche per loro sarà altrettanto. Tuttavia Gesù non fornisce una serie di strategie per contrastare il nemico. E neppure insegna come fuggire da situazioni simili. Né predica una vaga e irrealizzabile tolleranza. Neanche insegue la coerenza assoluta come mezzo per fuggire le persecuzioni: "se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi": neppure la più limpida testimonianza sulle orme di Gesù ci mette al riparo da fraintendimenti e piccole e grandi persecuzioni. L'insegnamento di Gesù è sorprendente: egli vede qualcosa di positivo nell'esperienza dura della persecuzione e del rifiuto. Non insegna come evitarla, non insegna come combatterla: insegna piuttosto come trasformarla in occasione di grazia.

Rivelazione dei cuori

Chi vede in superficie, vede oppressione, contrasto, negatività: ma per Gesù non è tutto. "Non c'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato". Il Signore che scruta i cuori e vede nel profondo, ci insegna a guardare alla globalità del processo in atto. Il Regno di Dio, nascosto, deve mettere radici e svilupparsi nella storia dell'uomo peccatore. Il conflitto è connaturato a questa situazione, in cui vale la legge del chicco di grano, che solo morendo può far germogliare una vita nuova. Il Vangelo dunque non può restare nascosto nella nostra vita. Non è un fatto privato - e chi pretende che la fede resti un fatto privato la uccide. Non è neppure un vestito alla moda da esibire - e chi ostenta la sua fede badando più ad affermare se stesso che a beneficare gli altri e lodare Dio, ugualmente la soffoca. Il Vangelo è un fatto vitale, e se è presente prima o poi si manifesta. Quando si manifesta, non può non provocare una reazione: positiva, di accoglienza, e anche, nello stesso tempo, negativa: di scandalo, di rifiuto, di persecuzione. L'esperienza del conflitto dunque rivela al nostro cuore se veramente siamo dalla parte di Gesù e del suo Vangelo.

Smascheramento dei pensieri

"Non temete gli uomini": invitando alla testimonianza, Gesù libera dalla paura condizionante del giudizio altrui, che tante volte impedisce di vivere la propria vita. L'esperienza della persecuzione così non diventa soltanto una verifica della qualità della fede del cristiano, ma anche un banco di prova per il persecutore. "Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno il potere di uccidere l'anima": la condotta dei discepoli non è soltanto per sé, ma diventa anche testimonianza per i persecutori. Anche i loro pensieri vengono messi a nudo. Anch'essi sono costretti ad una scelta di campo, a prendere posizione, ad uscire dall'attendismo tattico e dall'indifferenza, e a chiedersi se chi rinuncia a difendere la propria stessa vita è un pazzo, oppure se ha scoperto il segreto della vita. Anche il persecutore che uccide il corpo è costretto a rendersi conto che non può uccidere "l'anima", la vita divina che è nel credente, che deriva dalla sua relazione col Padre, e che dà fiducia di affrontare ogni avversità.

Rivelazione del Padre

"Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati". La persecuzione è infine rivelazione paradossale dell'amore stesso di Gesù e del Dio e Padre suo. Che dà forza di amare e perdonare i nemici. Che dà la forza di essere fedeli. Che accoglie nella sua gioia coloro che gli sono stati fedeli: "chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerà davanti al Padre mio che è nei cieli". Una Chiesa incapace di affrontare la persecuzione è in ultima analisi incapace di testimonianza profonda, nel segno della croce di Cristo, nel segno del perdono, nel segno dell'amore dei nemici. Resta da chiedersi però quale tipo di sfida la Chiesa mantovana deve affrontare all'inizio del terzo millennio. Sarebbe tragico imbarcarsi in un confronto-scontro fine a se stesso, non aperto all'autentica testimonianza. Chi sono oggi per noi gli uomini di cui non dobbiamo aver paura? E di fronte a chi siamo chiamati a riconoscere il nostro Signore?

Flash sulla I lettura

In pochi versetti, un condensato dell'esperienza, delle emozioni, dell'angoscia e della fede del profeta. Si parte dalle insinuazioni, i pettegolezzi, la persecuzione aperta: "Denunciatelo e lo denunceremo!". Si approda alla conoscenza di Dio: "Il Signore è al mio fianco". Al centro del brano, l'invocazione: "Signore degli eserciti, che provi il giusto e scruti il cuore...". E' una preghiera forte e appassionata, e non dobbiamo lasciarci fuorviare dalle tinte forti con cui è espressa: "possa io vedere la tua vendetta su di essi". E' in gioco la vita stessa del profeta, che invece di ribattere colpo su colpo, maldicenza contro maldicenza e denuncia su denuncia, decide di rivolgersi a Dio e a lui affidare la sua causa. L'esito sorprendente del brano è la lode del Signore, che libera il povero dalle mani dei malfattori.

Flash sulla II lettura

"A causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo": e in tal modo tutta la storia umana si configura, al profondo della sua essenza, come storia del conflitto tra la volontà benefica e salvifica di Dio, e il rifiuto da parte dell'uomo di accettarla come punto di riferimento della propria esistenza. Sicché la storia dell'umanità non può che essere, nel suo profondo, storia di salvezza: ossia storia di come gli uomini possano arrivare a ritrovare la relazione originaria con il Padre.

 

Ricerca avanzata  (53716 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: