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TESTO Dolce Casa

mons. Antonio Riboldi

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno B) (29/12/2002)

Vangelo: Lc 2,22-40 (forma breve Lc 2,22.39-40) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,22-40

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Anzitutto vorrei e di cuore esprimere la mia immensa gioia di amici e pastore perché tantissimi dei miei lettori, che ora sono diventati davvero tanti ed affezionati - mi sono stati vicini con l'augurio e alcuni con una inaspettata solidarietà perché mi facessi samaritano per i poveri che qui ogni giorno bussano alla mia porta per avere conforto.

Credetemi, amici cari, è davvero bello ritrovarsi ogni settimana attorno alla riflessione sulla Parola di Dio e farsi inondare da quella Luce che altro non è che l'amore del Padre che si fa cielo aperto su di noi.

E Dio solo sa quanto bisogno abbiamo di incontrare la Verità in questo mondo, dove pare abbia posto un solido trono la menzogna su tutti e tutti: una menzogna che inganna anche nei valori più alti ed alla fine fa trovare solo smarrimento, errori e tanta sofferenza.

Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di inondare la nostra vita di amore: sapere cioè che la nostra vita quotidiana, non è una imbarcazione in balia delle onde senza guida, ma ha al timone, uno che non solo conosce tutti i nostri passi, ma li ha addirittura disegnati con amore, prima ancora che noi nascessimo: e questo ineffabile Capitano è Dio: e la sua rotta possiamo conoscerla ed affidarci, proprio penetrando nella Parola di Dio.

Ne abbiamo proprio bisogno più ancora di quella del sole che a volte c'è e qualche volta no, quasi a ricordare i ritmi gioiosi e dolorosi della nostra vita.

La Chiesa come a volerci fare gustare tutta la gioia che vi è nel Natale di Gesù, l'Emmanuele, il Dio sempre vicino a noi, oggi celebra la festa della Sacra Famiglia. Una festa che è come ricordare a noi l'immenso dono fatto di avere una famiglia.

Un dono su cui sembra si accanisca la battaglia di satana per rubarci ciò che ci è sempre stato caro: perché da lì abbiamo avuto origine, e lì abbiamo sempre trovato la nostra naturale "culla" in cui abbiamo trovato totale affetto e luogo di sicuro amore. Almeno una volta...e ancora oggi, nonostante la dannosa voglia di cancellarla.

Quando Paolo VI si recò in visita, una visita memorabile, nella Terra di Gesù, a Nazaret e certamente facendosi rapire dal ricordo della sacra famiglia nella casa di Nazaret, disse: "Alla scuola della Sacra Famiglia si comprende la necessità di una disciplina spirituale, se si vuole seguire l'insegnamento del Vangelo e diventare discepoli di Cristo.

Oh! Come vorremmo ritornare fanciulli e metterci a questa umile e sublime scuola di Nazaret! Come vorremmo, vicini a Maria, ricominciare ad apprendere la vera scienza della vita e la sapienza più alta delle verità divine" (Paolo VI).

"Quando venne il tempo della loro purificazione, racconta il Vangelo di Luca secondo la Legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore" (Lc.2,22-40).

Questo perché la Legge, per riconoscere che tutto, compreso i figli sono dono del Signore, voleva che "ogni maschio primogenito fosse sacro al Signore", ossia offerto al Signore come mostrare così la gratitudine.

Poi veniva riscattato "con una coppia di colombe o di giovani tortore". E' davvero esemplare come subito Gesù Figlio del Padre, interpreta la sua condizione di Dio fatto uomo e quindi oramai nelle vesti di uomo per quell'incredibile scelta di amore per noi, obbedisca alla legge, come uno di noi.

E si offre al Padre. C'era un tempo, il mio tempo, quando i contadini offrivano al Signore, rappresentato dal Parroco, le primizie della campagna, ossia i frutti più belli.

Un meraviglioso modo di dire "grazie": un grazie che purtroppo oggi si è dimenticato. E quando si nasceva, papà e mamma ci portavano subito al fonte battesimale, preoccupati così di donarci al Signore, facendoci suoi figli, nel Battesimo.

Era un inverno duro - raccontava mia mamma - e c'era tanta neve. Tu sei nato il 16 gennaio e nonostante la neve, papà ti ha portato in Chiesa per essere battezzato e quindi, subito entrare nella famiglia di Dio che nel Battesimo diveniva davvero Padre. Ed era il 16 Gennaio.

Ma nel tempio allora, quando Gesù fu presentato, si presentarono anche due figure che ancora una volta manifestarono chi era Gesù, esprimendo una gioia infinita.

Uno era "Simeone, uomo giusto e timorato di Dio che aspettava il conforto di Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima avere veduto il Messia del Signore.

Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese in braccio e benedisse Dio: "Ora lascia, o Signore che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, LUCE per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele".

Giuseppe e Maria si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la resurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione, perché siano svelati i pensieri di molti. E anche a te una spada trafiggerà l'anima".

Non si può non fermarsi un istante davanti a questa icone del vecchio Simeone che aveva fatto della sua vita, per la fede, una incessante attesa del Messia.

Come fanno i Santi grandi o feriali, che vivono la vita come una attesa dell'incontro con il Signore. Ed è commovente quel prendere tra le braccia il bambino.

Possiamo facilmente cogliere la gioia che vi era nel tenere in braccio il Salvatore. Un gesto che è davvero più che una dolce sinfonia dell'amore e della gioia.

Per Simeone, Gesù è la luce che illumina le genti. Da qui cerimonia della consegna delle candele che si fa nella festa della presentazione.

Luce che è Cristo che illumina la vita. Una luce che ci viene consegnata il giorno del Battesimo. Una luce che si tiene con dolcezza e gioia "tra le braccia". Una dolcezza che dovrebbe cadenzare i passi della nostra vita; tra gioie, speranze e sofferenze. Perché quella luce è Cristo che esprime l'amore che il Padre ha per noi.

Ma quante volte quella luce rimane spenta! E al buio si sta veramente male! Come è la storia di ciascuno di noi e ancora più di questa umanità.

Accendiamola quella luce per sentire la gioia di Simeone! Racconta il Vangelo di oggi che nel tempio vi era anche una profetessa, Anna, figlia di Samuele.

Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dal tempo che in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva 84 anni. Non si era mai allontanata dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.

Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. E' proprio delle persone ricche di spiritualità, come Anna, cogliere i tempi della presenza di Dio ed esprimere l'immensa gioia.

Avevano giustamente ragione Giuseppe e Maria di stupirsi delle cose che si dicevano di Gesù, appena nato. E' lo stesso stupore che noi proviamo quando incontriamo una famiglia, una persona che sono pieni di Dio.

A leggere questo brano di vita della Sacra Famiglia, pare proprio di vedere una famiglia del nostro tempo con papà, mamma, il figlio, "una nonna tutta preghiera" come era mia nonna ed un "nonno" che tante volte esprime la saggezza che è la luce nata dalla esperienza della fede vissuta.

Non mi resta che augurarmi che ci siano tra voi tante famiglie così. E Gesù? "Quando ebbero tutto compiuto, racconta sempre Luca, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di. Nazaret.

Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza e la grazia di Dio era sopra di Lui" (Lc.2,22-40).

Sento l'obbligo oggi di pregare fortemente per le famiglie dei miei amici che mi leggano, perché su di loro sia la gioia della Sacra Famiglia.

 

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