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TESTO I nostri re

don Maurizio Prandi

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) - Cristo Re (25/11/2018)

Vangelo: Gv 18,33-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». 34Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». 35Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». 36Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Siamo all'ultima domenica dell'anno liturgico e può essere questa l'occasione di fare una sintesi di quanto il vangelo di Marco e quello di Giovanni (cap 6) ci hanno donato nel corso dell'anno. Che Gesù è il Figlio di Dio ci è stato annunciato da uno straniero, da un pagano che ha visto un uomo morire in croce, e che il pane è perfetto non quando è cotto a puntino, lievitato al punto giusto, dorato e croccante, ma quando gliene manca un pezzo perché è stato condiviso con chi era nel bisogno, ci è stato annunciato nel discorso sul Pane di Vita quando in estate abbiamo ascoltato il capitolo 6 del vangelo di Giovanni. Forse la sintesi più bella però (la sparo grossa, mi sa) sta in quello che da alcuni anni le nostre comunità celebrano proprio in questa domenica: facciamo festa con le famiglie che hanno celebrato il loro matrimonio e quelle che hanno chiesto il battesimo per i loro bambini.

L'anno che termina allora speriamo sia stato come un tuffo, un'immersione (il significato della parola Battesimo) nell'amore di Dio; speriamo sia stato come un dirci che questo amore non è scontato, ma si riflette grazie alla freschezza dell'amore degli uomini, grazie alla loro fatica quotidiana, al loro impegno, al loro reciproco donarsi, al mettere la loro vita l'uno nelle mani dell'altra (matrimonio). Se è vero quello che abbiamo ascoltato nella seconda lettura, e cioè che Dio ha fatto di noi un regno, i nostri re sono questi bambini che voi genitori avete affidato a Dio, i nostri re sono queste coppie che sposandosi hanno detto che la vita è una cosa seria e si può essere ancora capaci di scelte concrete e profetiche. Ad esempio, Giulia e Danilo, hanno scelto proprio questa domenica per partire, insieme ai loro tre bimbi, Pietro Gioele ed Elia, alla volta del Perù dove nella regione di Cuzco apriranno una scuola in un piccolo paesino che si chiama Lucma. Il nostro vescovo ha dato loro il mandato missionario, li ha inviati! Ci ha detto in buona sostanza che questi sono i nostri re, perché testimoniano che vivere il vangelo si può! Che sono i nostri re, ce lo ha anche confermato la preghiera colletta che afferma che servire è regnare.

Forse sta proprio qui la ragione della confusione in Pilato, delle sue perplessità, del suo stupore di fronte uno che di regale non ha proprio nulla. Era abituato a frequentare ben altri modelli di re Pilato! Di fronte a Gesù chissà che non abbia anche tirato un sospiro di sollievo: se questo qui è uno che dovrebbe farmi concorrenza per quello che riguarda il potere, allora posso dormire sonni tranquilli! Nessuna concorrenza da parte di Gesù, un re così non potrà mai usurpare il suo trono, il suo potere!

Una regalità capovolta, rovesciata, diversa perché non appartenente a questo mondo quella di Gesù; il re, che è la persona più importante va protetto, difeso, custodito, salvaguardato. Se Gesù appartenesse a questa categoria allora i suoi sudditi lo difenderebbero, ma con il figlio di Dio non funziona così: sono io che difendo voi, sono io che lotto, sono io che mi espongo “in prima linea” e sono io che vinco, ma non con gli eserciti, la violenza, la forza. Sono io che vinco semplicemente testimoniando la verità, semplicemente vivendo una vita autentica, non recitando una parte. C'è pieno di falsi in giro, di cose taroccate; ecco, almeno noi cerchiamo di essere cristiani autentici, non taroccati. Un modo semplice e bello ce lo indicava Rosanna Virgili giovedì sera, quando ci invitava ad essere uomini e donne che la fede non la conservano, ma la donano, la annunciano! A volte ci illudiamo di essere i custodi e i difensori della fede, la teniamo lì, la chiudiamo lì, con quale risultato poi? Mi viene in mente quello a cui il padrone aveva affidato una mina e invece di trafficarla l'ha chiusa, l'ha nascosta in un fazzoletto!

Gesù è re perché annuncia, comunica la rivelazione di Dio, la sua stessa vita. niente di più distante dall'equivalenza re=potere politico. Gesù è Re non perché esercitando un potere comanda, ma perché ama al punto da dare la vita. Il vero re è quello che vuole il bene per suo popolo e Gesù è così: fa vivere chi incontra comunicando la vita stessa di Dio. Credo che sia proprio questa la risposta alla domanda di Pilato: che cosa hai fatto? Semplicemente questo: con parole, gesti, segni, scelte, vi ho comunicato, vi ho trasmesso la vita di Dio!

 

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