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TESTO Qual è la migliore esca: verme coreano o lombrichi di terra? Meglio una rete, dai!

don Nazareno Galullo (giovani)  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (10/02/2019)

Vangelo: Lc 5,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 5,1-11

In quel tempo, 1mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Il verme per pescare va messo all'amo. Non è una operazione altamente signorile, diciamo che può far schifo, e quindi, piuttosto che infilzare un verme nell'amo, preferisco cambiare sport. Ma siccome mi piace mangiare pesce e soprattutto fresco, nei venerdì sera di autunno, primavera ed inverno, con il mio camper (vecchio, sgangherato, ma funzionante) sono andato spesso a "gettar le reti" insieme ad un amico carissimo. Normalmente, gettati quei pochi metri di rete consentiti a chi pratica questo "sport" non a fini di lucro, ho potuto sempre godere di una stellata fantastica, mentre magari Luigi accendeva il fuoco nella speranza della sua venuta, cioè della venuta del pesce. Armati di stivalone fino al collo (quelli alti, per intenderci) con la torcia sulla fronte, abbiamo tentato di vedere se qualche pesce si era "arretato". Qualche volta la fortuna ci ha baciato, altre volte invece abbiamo arrostito sul fuoco la salsiccia comperata il giorno prima, perché "non si sa mai non dovessimo pescare".
Pescare è bellissimo, soprattutto se i pesci ci sono. Quindi, quando al mattino, al ritirare le reti non abbiamo pescato nulla (ed è capitato diverse volte) ma proprio nulla, o peggio abbiamo pescato chili e chili di alghe e di sporcizia che per liberar le reti ci è voluta una mattinata intera, davvero sale su lo scoraggiamento.
Se qualcuno andasse da un pescatore che per tutta la notte non ha preso niente e gli dicesse: getta di nuovo le tue reti per la pesca, la reazione potrebbe esser tutt'altro che quella di Simon Pietro!
Si vede che le parole che Gesù aveva detto (e che non sappiamo quali siano state, ma possiamo immaginare che dovevano essere sulla fede, sull'amore di Dio, sull'amore al prossimo) fanno sì che quando Gesù dice di gettare le reti, gli viene risposto: sulla tua parola getterò le reti.
Un'attività che richiede comunque uno sforzo. E poi, mai insegnare ad un pescatore a pescare! Però la parola di Gesù è diversa, ispira, attira, e quindi "sulla tua parola getteò le reti". Questo Simone (che poi Gesù soprannominerà Pietro per la sua testa dura oltre che per ricordargli di essere una roccia salda della Chiesa) ordina agli altri di gettare le reti. E le reti si riempirono di pesci al punto he si rompevano. E chiamarono gli amici dell'altra barca (che pure erano quasi certamente ritornati a mani vuote dalla notte senza frutto).
Tutto questo meraviglia e lascia Simon Pietro senza parole, al punto che dice a Gesù: allontanati da me che sono un peccatore.

Quando Gesù ci parla e quando lo ascoltiamo nel profondo ci viene davvero da dire: sono un peccatore, sono un nulla. Ricordate sempre questo: quando non sentiamo il peso del nostro peccato, vuol dire che Gesù è distante dalla nostra vita. Sì, puoi essere pure prete o vescovo, o suora, o andare a messa tutti i giorni, ma se non hai Gesù nel cuore è difficile che tu riconosca il tuo peccato. Anzi, quando sentite di gente che non si confessa più, o che si confessa direttamente con Dio (non so come si fa, credo sia una cosa mentale), sappiate che Gesù non abita in lui/lei. Con certezza, e non come ipotesi: la prima dimensione per capire se una persona ha Gesù nella sua vita è il riconoscimento della sua condizione misera, di peccatore, di uomo/donna piccolo/a di fronte alla grandezza di Dio.

Dopo quella fede/fiducia, Pietro sente pronunciare da Gesù, solo per lui, quella parola bellissima che solo uno che ama può dire all'altro: NON TEMERE. Cioè non avere paura, ci sono io. E' la parola dell'amico all'amico sconfortato, del fidanzato alla fidanzata sfiduciata, del papà al figlio impaurito..
Non avere paura di Gesù, del tuo peccato, della tua piccolezza, della tua inutilità: d'ora in poi sarai quel che Gesù vuole, la sua volontà sarà la tua gioia.
Che ne dite?

 

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