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TESTO Gesù e la vera Festa: c'è vino per tutti!

don Nazareno Galullo (giovani)  

II Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (20/01/2019)

Vangelo: Gv 2,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». 4E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». 5Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

6Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. 9Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».

11Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Fare festa è qualcosa di bello: mi piacerebbe vivere ogni giorno una festa. Va bene, ogni giorno no, ma almeno una volta alla settimana. Ebbene, noi ogni settimana, proprio per la nostra voglia di "far festa" viviamo una giornata di riposo, per "fare festa". Purtroppo per molti non è così, per necessità (lavoro) o per altri motivi, non a tutti è dato di far festa. Ma qui voglio parlare di una Festa grande, di quelle feste in cui ci si diverte un mondo. Perché ci si diverte tanto ad una festa? Perché durante la festa i problemi li hai lasciati a casa e sei così sereno da poter davvero fare quelle cose che ti fanno stare bene, incontri amici con cui è piacevole stare insieme...e puoi fare notte fonda senza alcun problema.

Ogni festa, si sa, deve però avere una motivazione: quelle feste senza motivo, o quelle situazioni di puro sballo che prendono il nome di festa (ed invece sono solo una "confusione autorizzata") non le chiamiamo festa: lasciamole dove sono e chiamiamole con i nomi giusti (sballo, caos, ecc.).
Per me la festa è divertimento motivato. Anzi, è gioia per una cosa accaduta. E' gioia per la nascita di un bambino in famiglia (Battesimo), gioia per la vita di un amico o di un parente (compleanno), gioia per una vittoria, una laurea, gioia per la nascita di una nuova famiglia (Matrimonio).
Si dà il caso che il Matrimonio era (oramai diventato una cosa standard, creata con situazioni previste e prevedibili, wedding planners, ecc.) e dovrebbe essere tra le feste più belle. E questo sia per la nascita della nuova famiglia e sia per la combinazione di due persone che vogliono condividere le loro gioie con le loro famiglie ed amici. E quindi c'è il materiale "utile" e "necessario" per la festa: che ci siano persone disposte a gioire, a cantare, a ballare, a star bene insieme in allegria (una festa "da solo" non esiste, in due potrebbe essere al max una cena a lume di candela, in tre qualcosa di patetico: per una festa c'è bisogno di gente, e di gente amica. Una serata in discoteca con gente sconosciuta non è una festa, nonostante il flyer di invito dica "festa dell'amicizia" o "festa dello studente").
Quindi Gesù è un festaiolo nel brano del vangelo di oggi? Sì, un festaiolo puro. Anche perché, ai tempi suoi, le feste le sapevano fare. E non erano standardizzate nella durata, ma dovevano durare almeno tre giorni. Si alzava il gomito con il vino, si sa che il vino mette gioia e allegria, e talvolta anche qualche ubriaco canterino (quando va bene). Se manca il vino, effettivamente, cosa si beve? Non c'erano i bar, né i cocktails (oggi pare vadano di moda, anche se a me non piacciono molto), e quando mancava il vino mancava qualcosa di importante. Perché il vino, durante la festa, mette allegria, rompe un po' gli indugi e la formalità, e, senza esagerare, crea il collante giusto per un divertimento giusto.

Ecco perché interviene. Certamente stimolato da sua madre (le donne sanno vedere dove gli uomini sono ciechi) Gesù agisce. Non trasforma però un'acqua qualunque, ma un'acqua che doveva avere un nonsoché di sacro, o almeno ci era vicina: era destinata alla purificazione rituale. E sì: a quei tempi il lavarsi le mani aveva un senso di sacro, altrimenti si era "impuri" e non si poteva mangiare; anzi, diciamolo con le categorie nostre, se non ti purificavi avevi "commesso un atto impuro" e quindi eri nel peccato.
Gesù, usando quell'acqua ha quasi certamente voluto dire che la tristezza di un'acqua soltanto purificatrice viene trasformata in una sostanza che reca gioia.E non una gioia effimera, ma che dura almeno quei tre giorni, quanti ne durava una festa di matrimonio del tempo.

Capite, amici, cosa veramente Gesù ha fatto? Ha voluto dire: io sono un Dio della gioia, non un Dio del comandamento "non toccare con mani impure", "non fare questo", "non fare quello". Un Dio sconvolgente, che sa fare festa e che vuole che la festa continui. Per sempre. Non sarà un caso che nell'Ultima Cena il Vino diventa il suo "sangue" per noi. Pensiamoci. Buona festa.

 

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