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TESTO Il tuo sogno, il sogno del tuo prossimo!

don Maurizio Prandi

XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (04/11/2018)

Vangelo: Mc 12,28-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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28Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». 29Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; 30amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». 32Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; 33amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». 34Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Un altro incontro per Gesù, il terzo in pochi versetti al cap. 12. Ancora una volta ci si avvicina al figlio di Dio non per coglierne la presenza, non per conoscerlo meglio, non per capire, ma per coglierlo in fallo, per accusarlo, perché quel volto che Lui rivela è diventato pericoloso per chi, con la scusa di difendere le tradizioni dei padri, non voleva aprirsi alla novità di un Dio che annuncia la bellezza e la fatica dell'amore senza contraccambio: quel volto è diventato più domanda che risposta, è diventato più responsabilità che obbedienza cieca.
Si sono avvicinati a lui per coglierlo in fallo con questioni politiche (il tributo a Cesare), teologiche (la resurrezione), e ora attraverso uno scriba (un grande conoscitore della Legge e dei comandamenti quindi), pongono una domanda che al tempo andava per la maggiore: quale fosse il più grande di tutti i comandamenti (i precetti erano più di seicento e allora si cercava di fare un po' di ordine)!
Gesù risponde e come spesso fa allarga, amplia, dà prospettive nuove. Dà una duplice risposta, fa un'operazione che nessuno prima di allora aveva fatto mettendo insieme verità che vengono da libri diversi della Bibbia, il Deuteronomio e il Levitico. Il comandamento nuovo era già scritto, ma l'uomo lo ha separato (chissà che non stia lì un nuovo peccato di origine). Gesù fa così sua la grande inclusione che caratterizza i Dieci Comandamenti, che cominciano con: Io sono il Signore tuo Dio e terminano con non desiderare le cose del tuo prossimo. Dio a Mosè quel giorno ha detto essenzialmente questo: Io sono il tuo prossimo!
Che bello! il cuore del rapporto con Dio non sono le regole, non sono i precetti, perché Dio non vuole che ci perdiamo in quel labirinto di precetti. Ci viene donata oggi l'essenza della volontà di Dio, che è semplice e chiara: amare Dio, e perché queste non rimangano solo belle parole aggiunge amare gli uomini. Ci viene donato anche altro che a me piace molto, ovvero il volto di un Dio che non ordina, non minaccia ma prega l'uomo, Ascolta Israele... ti prego, ascoltami!

Gesù ci dice che per amare veramente Dio, non possiamo dimenticarci degli uomini e che se la lotta per la difesa dell'uomo, dei poveri, degli emarginati dimentica Dio, dimentica la sorgente, mette da parte la sorgente. Dici di amare Dio, di essere credente, cattolico? Ma di fronte alle ingiustizie reagisci? Ma non lotti contro le oppressioni? Ma gli uomini, tutti gli uomini non sono più immagine e somiglianza di Dio? Allora dimmi: chi è il tuo Dio, a quale Dio ti riferisci? Perché certamente non è il Dio che Gesù è venuto a rivelare.
Allo stesso modo se fai dell'amore al prossimo la tua bandiera e tagli fuori Dio dalla tua vita. I poveri possono diventare idoli, strumenti, una bandiera appunto, ma nulla più; chi accogli diventa il contenitore dove riversare le tue idee, la tua visione del mondo e della vita. Si rischia di aiutare l'uomo ad essere più uomo (nel senso della dignità anche) e questo va bene, ma lo si fa allontanandolo dal suo bisogno più profondo, dalla sete più radicale, da quella ricerca che mai si esaurisce: Dio! E questo no, non va bene. La dedizione al prossimo non esaurisce la sete d'amore dell'uomo; penso alle suore di madre Teresa conosciute a Roma, che per mezza giornata sono a totale servizio dell'uomo, anche del più povero, rifiutato e ammalato e per l'altra mezza giornata si nutrono di preghiera silenziosa e di adorazione.

Gesù poi aggiunge quello che Ermes Ronchi definisce un terzo comandamento che diventa un compito, una responsabilità: come te stesso. Come dire che non si può amare a basso prezzo, ma quello che sogni per te lo devi sognare anche per il fratello: se per te sogni la libertà, anche per il tuo prossimo la devi sognare; ma anche la giustizia, la dignità, l'amicizia, le sogni per te e le sognerai per il tuo prossimo!
Ci porta qui Gesù, a fare un cambio: dalla pratiche al comportamento, dall'esteriorità dei precetti all'integralità del cuore (Annalisa Guida) e i gesti di misericordia in soccorso ai sofferenti che Gesù ha fatto e che puntualmente gli sono stati contestati in nome di presunte violazioni della legge ora sono tutti qui, intimamente connessi, legati nell'unico comandamento dell'amore. Siamo arrivati ad un tale punto di chiarezza che da questo momento, come ricorda il vangelo, nessuno ha più il coraggio di interrogarlo.

 

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