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TESTO Commento su Lc 16, 10.13-15

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Sabato della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (10/11/2018)

Vangelo: Lc 16,9-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

«Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. [...]

Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole.»

Lc 16, 10.13-15

Come vivere questa Parola?
Gesù ci chiede di vincere la tentazione di “tenere il piede in due scarpe”: “o Dio o Mammona”, “O Dio o la ricchezza”, non “Dio e Mammona”, “Dio e la ricchezza”. Il fine della vita non può essere che uno solo, non gli idoli, ma l'unico Signore amato e testimoniato nella concretezza della vita. I beni che possediamo non vanno demonizzati, ma neppure assolutizzati. La fede in Dio si gioca nella fedeltà a tutti i beni che Egli ci ha affidato: “affidato” ci riporta a qualcosa non di proprietà, di possesso. La fedeltà è sempre fedeltà al fine, non ai mezzi e la vera saggezza è riuscire a vivere sapendo che tutto ciò che abbiamo e di cui godiamo è dono per entrare in comunione con il Padre e con i fratelli.

Signore, il nostro cuore spesso è diviso perché schiavo di molti padroni. Donaci la forza e il coraggio di scegliere ciò che è essenziale per la nostra gioia e quella dei nostri fratelli e sorelle

La voce di un testimone
“C'è un'alternativa secca di fronte a ciascuno di noi nel rapporto con la ricchezza: o la si condivide, fino a sapersi spogliare di essa, oppure essa ci aliena, ci rende schiavi. E certo non è difficile essere consapevoli di questa realtà, la quale oggi più che mai ha la sua epifania sotto i nostri occhi: profitto, guadagno, possesso, lusso in mano a pochi, e d'altra parte povertà fino alla fame per la maggior parte dell'umanità. È questione di libertà da se stessi, di giustizia nel rapporto con gli altri. Quando una persona vive per l'accumulo di ricchezza, pensa di trovare sicurezza nel possedere sempre di più e guarda al denaro come a uno strumento di salvezza della propria vita, allora nel suo cuore non c'è più posto né per gli altri né per Dio. Il discepolo deve dunque scegliere, senza tentare compromessi, sulla base di un discernimento che impone un aut aut: o il servizio al Dio vivente e liberatore, oppure la schiavitù al Dio Mammona, alla ricchezza che aliena e acceca.”
Enzo Bianchi

suor Monica Gianoli FMA - gianoli.monica@gmail.com.

 

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