PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Se ami l'umanita', chiedi operai per il Regno

don Roberto Rossi  

don Roberto Rossi è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

XI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (12/06/2005)

Vangelo: Mt 9,36-10,8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 9,36-10,8

In quel tempo, Gesù, 36vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. 37Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! 38Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».

1Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.

2I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.

5Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. 7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

"Gesù vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore".

Gesù è venuto per portare l'amore e la salvezza del Padre. Egli si mette alla ricerca dei figli di Dio, li vuole incontrare, parla e annuncia loro parole di vita, perché sa quale fame e quale sete c'è nel cuore di ogni uomo. Conosce la stanchezza e i problemi delle persone, di tutta l'umanità: le folle che accorrevano a Lui erano un esempio e una prova di tutto questo. Dice che sono come pecore senza pastore: manca una guida, il sostegno, chi sa indicare la strada giusta per il bene di ognuno e per la vita dell'umanità intera. Gesù è il pastore buono, che viene a cercare ogni pecora smarrita, per prenderla su di sé e portarla in salvo. E' Dio stesso che - secondo il richiamo e la profezia di Ezechiele - in mancanza di guide sagge e disinteressate, si fa pastore del suo popolo.

Allora, come oggi, Gesù vive questa commozione "fino alle viscere", questa compassione per le folle, per le persone, per i popoli della terra. Si potrebbero descrivere tante povertà materiali, morali, spirituali; si potrebbero esaminare i grossi problemi dell'umanità, che stancano e sfiniscono popoli interi; si potrebbe vedere il cammino travagliato dell'umanità, nei suoi progressi e nei suoi mali, tante volte schiava del proprio materialismo e delle sue manifestazioni.

Gesù non è venuto a giudicare e a condannare il mondo, è venuto a salvare il mondo.

Di fronte ai problemi dell'umanità, nella profonda compassione che ne prova, Gesù ci dice di fare una cosa: di chiedere operai per il regno. "La messe è molta, gli operai sono pochi. Pregate il padrone della messe, che mandi operai nella sua messe". Chiede di pregare per questo, come Lui ha pregato la notte prima di scegliere e chiamare gli apostoli: "dopo aver passato la notte in preghiera". E quando ha mandato i 72 discepoli, ha chiesto loro di pregare per chiedere altri operai.

Questo invito forte di Gesù è valido anche oggi. Se abbiamo amore e compassione per l'umanità, se vogliamo contribuire e collaborare per risolvere i tanti problemi del mondo, Gesù ci dice di chiedere operai per il regno, di chiedere vocazioni consacrate per il regno di Dio, di chiedere che la vita dei cristiani sia vissuta come vocazione e missione nelle varie situazioni in cui sono chiamati a vivere. Se chiediamo con fede operai per il Regno, il Signore ci esaudirà e noi stessi cercheremo di essere operai generosi e fedeli. Per non delegare o lasciare che ci pensino gli altri al Regno di Dio ci sapremo anche interrogare: "Signore a che cosa mi chiami nella Chiesa e nel mondo di oggi? Mi chiami ad essere un consacrato? Mi chiami a formare una famiglia veramente cristiana? Mi chiami a vivere una professione come servizio di amore e di dedizione al prossimo?"

Gli evangelisti riportano quasi tutti queste parole di Gesù. Significa che erano ben presenti nella prima comunità cristiana, che ascoltandole, sentiva tutta la propria responsabilità di fronte all'annuncio del vangelo. E' bello constatare che anche oggi si vivono gli stessi sentimenti di Gesù e si ubbidisce a Lui quando nella liturgia, con spirito missionario, si prega così: "O Dio, guarda quanto è grande la tua messe e manda i tuoi operai perché sia annunciato il Vangelo ad ogni creatura".

"Gesù, chiamati i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti immondi in modo che li scacciassero e il potere di guarire ogni malattia e infermità. Questi sono i nomi dei dodici apostoli". Questi, come Gesù, hanno il potere di vincere le stesse potenze del male e il potere di guarire ogni malattia e infermità. Essi saranno i continuatori dell'opera di Gesù.

Sarebbe interessante vedere anche le caratteristiche di questi chiamati ad essere apostoli. Alcuni sono fratelli, altri sono abbinati, di altri si riporta qualche nota: Simone, il primo, Matteo, il pubblicano, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, che poi lo tradì. Pescatori, pubblicani, zeloti. Non tutti hanno la stessa origine, ma tutti dovranno compiere un cammino nuovo e non facile per diventare discepoli e poi testimoni.

Il Signore è capace di chiamare le persone da ogni situazione, di plasmare il cuore e la vita di chi si affida a Lui, non si ferma davanti alle debolezze e dà il suo stesso Spirito Santo, perché siano forti nell'annuncio e nella testimonianza fino al dono pieno della vita.

Ogni cristiano e ogni comunità può e deve ravvivare la consapevolezza della gioia e della responsabilità dell'annuncio del vangelo, come ogni sacerdote è chiamato a rinnovare lo stupore di fronte al grande "dono e mistero" della chiamata del Signore.

Tra le più belle esperienze possiamo ripensare al racconto semplice, delicato e profondo con cui ci hanno parlato della loro vocazione sia Giovanni Paolo II, sia Benedetto XVI.

"Alla mia coscienza si manifestava sempre più una luce: Il Signore vuole che io diventi sacerdote. Un giorno lo percepii con molta chiarezza: era come una illuminazione interiore che portava in sé la gioia e la sicurezza di questa nuova vocazione. E questa consapevolezza mi riempì di una grande pace interiore". (Giovanni Paolo II)

"Potei dedicarmi interamente a prepararmi al grande passo: l'Ordinazione Sacerdotale. Eravamo più di quaranta candidati; quando venimmo chiamati, rispondemmo "Adsum", "sono qui". Era una splendida giornata d'estate, che resta indimenticabile, come il momento più importante della mia vita". (Benedetto XVI)

 

Ricerca avanzata  (54003 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: