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TESTO Perdere e Salvare

don Roberto Rossi  

XXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (16/09/2018)

Vangelo: Mc 8,27-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 8,27-35

27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.

Che cosa pensa la gente? Che cosa penso io? Quali sono le opinioni, le mode, i condizionamenti nella vita fra le persone?

Una mamma, con molto dolore e molta chiarezza mi parla dei suoi due ragazzi, 18 e16 anni. Hanno smesso di frequentare la chiesa, quasi sfoggiano il fatto di essere atei, pur avendo avuto una educazione cristiana e tanto impegno e buona testimonianza da parte dei genitori. Questa mamma esclama: c'è solo l'apparire, i ragazzi vivono per farsi vedere, sembrano che valgano solo per quello che dicono gli altri su di loro; così vestono, così hanno l'ultimo smartphone, così si allineano alle idee della massa, in una società che fa di tutto per togliere Dio dalla cultura e dalla vita delle persone, dal cuore dei giovani.

Torna allora molto importante il discorso di Gesù: a Pietro, che pur ha professato la sua fede, ma che non riesce a capire il valore del sacrificio di Cristo, Gesù dice: “Sta dietro di me, tu sei per me un tentatore, perché tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini”. Il mio pensiero, il nostro pensiero, è secondo Dio o è allineata dalle idee della massa, inquinato dalla mentalità consumistica, impoverito e annullato dalle filosofie del vuoto.

Anche oggi, si vuole rifiutare e ci si ribella, di fronte ad ogni forma di sacrificio, di sofferenza, di impegno, di rettitudine. Non si capiscono i problemi dei sofferenti, dei poveri, delle persone che affrontano la vita con difficoltà indescrivibili. Sembra che l'importante sia solo divertirsi, avere tante cose, fare i propri interessi, credendo di trovare così felicità e realizzazione della propria vita.

Non ci si accorge che si rimane chiusi nel proprio egoismo, nelle proprie idee e in preconcetti, in un adeguamento alla schiavitù nella quale si cade seguendo logica del consumismo. Questo è il pensiero degli uomini. Questo non è il pensiero di Dio. Gesù, proprio perché ci vuol bene, come ogni papà e mamma saggi, come ogni educatore sapiente, ci parla al cuore e ci presenta la sua vita e i suoi insegnamenti, che sono all'opposto della mentalità mondana, per la vera gioia profonda del cuore, per la felicità e la piena realizzazione della vita, non solo su questa terra, ma soprattutto per l'eternità.

“Sono venuto, perché abbiate la vita e l'abbiate in abbondanza. Vi dico queste cose perché abbiate la mia gioia e la vostra gioia sia piena”. Gesù dice nel suo amore: “Chi vuole salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo la salverà”. Perdere e salvare: questo lo comprendiamo soprattutto se ci poniamo dalla prospettiva finale ed eterna della nostra vita. Ma lo comprendiamo anche se ci mettiamo a vivere e a sperimentare questo stie e questa donazione. Se io rinuncio a me e penso gli altri, li amo, li aiuto, dono me stesso e le mie doti per la vita dei miei fratelli: questa è già gioia grande, nella vita di ogni giorno: “non c'è amore più grande, di chi dalla vita per i propri amici. C'è più gioia nel dare che nel ricevere”.

La cosa bella e grande è questa: che proprio nel mondo delle falsi luci dei miraggi umani e della mentalità mondana, ci sono persone, giovani e adulti, ragazzi e bambini, che costruiscono così la propria vita, con amore grande a Dio e con amore sincero e gioioso verso il prossimo.

Afferma papa Francesco: “Questi sono i santi della porta accanto, i santi della vita ordinaria di ogni giorno. È l'amore la realtà che illumina, dà pace, rende felici, nella vita e nelle azioni di ogni nostra giornata.

 

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