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TESTO Commento su Sap 7,7-11; Sal 89; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30

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XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (14/10/2018)

Vangelo: Sap 7,7-11; Sal 89; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 10,17-30

17Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». 18Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». 20Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». 21Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.

23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». 24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! 25È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 26Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». 27Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

28Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 29Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.

La Sapienza è veramente la protagonista delle letture di questa domenica e forse solo la Sapienza dono dello Spirito ci permette di collegarle e di capire quanto sia importante cercarla sempre nella nostra vita.
Già ma cos'è la Sapienza?
Spesso la definiamo come conoscenza, il sapere, il possedere molte informazioni, come frutto di studi lunghi ed approfonditi e perciò aliena dalle persone semplici che col giudizio umano vengono spesso emarginate quasi ad un livello di umanità inferiore.
Ma cos'è la Sapienza di cui si parla nelle Scritture di oggi?

“per questo pregai e mi fu elargita la prudenza...” (Sapienza 7, 7)

... quanti giudizi affrettati sono frutto di eccessiva fiducia nel sapere “di testa”, della supponenza di chi ha il potere della scienza, della freddezza dell'analisi, dell'arroganza di chi pensa di sapere....

“insegnaci a contare i nostri giorni...” (Salmo 89,12)

Spesso siamo incapaci di guardare la nostra vita giorno per giorno, preoccupandoci di vivere bene il nostro presente senza nostalgici sospiri per il passato e senza illusorie speranze di un futuro legato più alla fortuna che non preparato da una costante costruzione nel presente.

“ Tu conosci i comandamenti.....fin dalla giovinezza li ho osservati....una cosa ti manca....seguimi! ..se ne andò rattristato...”

Quante volte nella vita abbiamo percorso questo tratto di incontro con Gesù e forse il più delle volte anche per noi è finito alla stesso modo; siamo orgogliosi della nostra correttezza, conosciamo i comandamenti e li osserviamo con precisione, misurando le nostre azioni alla luce di una mentalità di contabile, magari evitando di frequentare persone o ambienti” disordinati”, ci spingiamo anche ad una frequentazione numerica di pie pratiche, alla conoscenza mnemonica dei precetti, alla erudizione religiosa e civile...
Ma quando ci viene chiesto di metterci in gioco con tutti noi stessi, di condividere i nostri spazi, le nostre ricchezze, di “sporcarci le mani” mescolandoci con i poveri ( sia materiali che spirituali) spesso ci allontaniamo tristi perché non troviamo la sapienza del cuore che ci fa saltare il fosso della lontananza...

“Infatti la Parola di Dio è viva...essa penetra fino al punto di divisione dell'anima...e discerne i sentimenti e i pensieri del CUORE!... “

Si, la tristezza del giovane ricco e anche la nostra sono proprio l'effetto della Parola di Dio che non sta nella conoscenza, nella erudizione, nel legalismo ma è là nel profondo del nostro cuore dove noi(o DIO?) l'abbiamo nascosta ma da dove parla con voce insistente quando ci viene proposto di seguire davvero Gesù, di lasciare le nostre sicurezze per fidarci di Lui, di non valutare troppo i pro e i contro ma di seguire il nostro sentimento immediato con il rischio magari di sbagliare ma con il coraggio di agire qui ed ora....perché spesso dimentichiamo che...

“ non c'è nessuno che abbia lasciato casa, fratelli, sorelle e padre e madre o figli o campi per causa mia e del Vangelo che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case, fratelli, sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel mondo che verrà..” (Marco10,29-31)

Quindi la Sapienza non è conoscere, sapere, valutare, analizzare ma AMARE

Revisione di vita
- Spesso preghiamo per chiedere qualcosa a Dio: siamo capaci di chiedere soprattutto la sapienza del cuore?
- Riusciamo a liberarci dall'eccessiva preoccupazione per il domani ricordando che la vita è solamente un rosario di oggi da vivere con intensità d'amore?
- Quale posto ha nella nostra vita l'osservanza dei precetti nell'incontro con Gesù?

Marinella ed Enrico Gualchi di Torino

 

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