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TESTO L'orizzonte della Parola

don Luciano Cantini  

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XXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (02/09/2018)

Vangelo: Mc 7,1-8.14-15.21-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 7,1-8.14-15.21-23

1Si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. 2Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate 3– i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi 4e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, 5quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».

6Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:

Questo popolo mi onora con le labbra,

ma il suo cuore è lontano da me.

7Invano mi rendono culto,

insegnando dottrine che sono precetti di uomini.

8Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».

14Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! 15Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».

21Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, 22adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. 23Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Ogni dono perfetto
Dio è buono, la sua bontà supera ogni misura e per intuire qualcosa della sua essenza bisogna cominciare a scoprire la sua bontà infinita: Gustate e vedete com'è buono il Signore (Sal 34,9). Egli è origine e causa di ogni bontà perché: ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall'alto.
Noi stessi siamo “dono” che Dio fa a noi stessi, siamo “regalo” alla storia della famiglia umana generati per mezzo della parola.
Nella Genesi, si racconta della creazione come potenza della Parola di Dio che chiama all'esistenza; è ripetuto come in un ritornello: Dio disse (Gen 1, 3.6.9.11.14.20.24.26.29). Alla fine, Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona (Gen 1,31).
La parola “buonismo” [manifestazione di buoni sentimenti] ha assunto per molti un connotato negativo, diventando addirittura un insulto, quasi che per dimostrare di essere “uomini” sia necessario mostrarsi duri e anaffettivi.

Presso di lui non c'è variazione né ombra di cambiamento
L'immagine della immutabilità di Dio in cui non c'è variazione né ombra di cambiamento non ci offre una idea statica, fissa, quanto una azione unica, una unica direzione di ogni azione di Dio. Nei versetti precedenti si afferma: Nessuno, quando è tentato, dica: "Sono tentato da Dio"; perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno (Giac 1,13). Di fronte al male l'uomo è confuso, incerto: un lettore de Il Tirreno (25.08.18) ha scritto come cattolico mi dichiaro ateo di questo "Dio" che a volte c'è, (come per i sopravvissuti del crollo del cavalcavia genovese), a volte non c'è (come per i morti travolti da quel cavalcavia). E, a volte, c'è ma solo a metà.
Nella profondità del nostro essere sappiamo che ciascuno piuttosto è tentato dalle proprie passioni, che lo attraggono e lo seducono; poi le passioni concepiscono e generano il peccato, e il peccato, una volta commesso, produce la morte (Giac 1, 14-15).
“La tentazione ci chiude, ci toglie ogni capacità di lungimiranza, ci chiude ogni orizzonte, e così ci porta al peccato. Quando noi siamo in tentazione, soltanto la Parola di Dio, la Parola di Gesù ci salva. Sentire quella Parola che ci apre l'orizzonte... (Papa Francesco 18.02.14).

La Parola che è stata piantata in voi
La Parola di Dio non è parola per gli esperti o specialisti perché è stata piantata in noi, nel tessuto della nostra esistenza: siamo stati generati per mezzo della parola di verità.
La generazione non è un fatto istantaneo, semplicemente originante, quanto il dipanarsi nel tempo la relazione tra colui che è generato e colui che genera. Ecco che la Parola che è stata piantata in ciascuno di noi ci accompagna e continua a generarci. È l'azione generante della Paola che produce frutti buoni in ciascuno e nella comunità umana, costruisce rapporti di amore, di fraternità, di solidarietà, invita alla condivisione, a spendersi per gli altri, a farci a nostra volta dono e regalo generante, permette di superare l'invadenza di troppe voci, di slogan, di paure, di preoccupazioni, di chiusure...

Non ascoltatori soltanto
La Parola piantata sviluppa le sue radici, allarga la sua chioma, ci fa uscire da noi stessi per avventurarci nelle strade del dialogo e dell'incontro, ci stimola a collaborare per rendere “buona” l'umanità, in cui riconoscere la bontà di Dio Padre che rende gli uomini sempre più fratelli. La Parola ci chiede la fatica della azione: siate di quelli che mettono in pratica la Parola. Per questo è necessario un confronto costante come un uomo che guarda il proprio volto allo specchio (Giac 1,23) che riflette la sua immagine, così nella Parola dobbiamo scoprire il nostro volto: lasciare che la Parola ci guardi perché nella Parola si rifletta la nostra anima.

Non lasciarsi contaminare da questo mondo
La vera religiosità non è fatta di parole buttate al vento, bisbigliate nel segreto quanto di aver cura dei poveri, delle loro sofferenze, la solidarietà, i buoni sentimenti che generano buone azoni [in altre parole il “buonismo”] è il modo più semplice per sfuggire all'inquinamento (contaminazione) che sembra incombere su questo mondo.

 

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