PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Is 35,4-7a; Sal 145; Gc 2,1-5; Mc 7,31-37

CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)  

XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (09/09/2018)

Vangelo: Is 35,4-7a; Sal 145; Gc 2,1-5; Mc 7,31-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 7,31-37

31Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. 32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

La liturgia di domenica scorsa ci riproponeva il discorso della sequela del Cristo. Il Vangelo di Marco è quello che maggiormente ci guida a seguire il Cristo attraverso la sua Parola. Per Gesù tutti gli uomini sono suoi discepoli; infatti, il Signore è vicino a ciascuno di noi Allora qual è la motivazione per cui spesso non lo sentiamo e non desideriamo ascoltare la sua Parola? Non sarà forse perché noi siamo lontani da lui, non facciamo nulla di male ma semplicemente la nostra mente è occupata completamente in tante cose, anche buone, ma che ci nascondono il volto di Dio?

La liturgia di questa domenica ci ripropone il miracolo del sordomuto, che Gesù guarisce portandolo in disparte e imponendogli le dita sugli orecchi e toccandogli la lingua con la saliva, dicendo “effatà” cioè “apriti”. Tutta la liturgia di oggi ci vuole far comprendere che, anche noi come il sordomuto, dobbiamo affidarci completamente a Gesù facendoci guidare da lui.
Crediamo perché c'è in noi la fede, credere è sempre un rapporto personale del Cristo con noi, non possiamo delegare nessuno a credere al posto nostro!
Dobbiamo scegliere spontaneamente di farci accompagnare da lui, la nostra deve essere una scelta libera e generosa che ci porterà ad avere, come il popolo di Israele, frutti meravigliosi.
Gesù ci propone di seguirlo non solo fra la folla, ma di crearci alcuni momenti di ascolto nella quiete e nel silenzio in modo di realizzare quali bellezze può produrre in noi la Parola.

Il profeta Isaia, nella prima lettura, consola il popolo che, in esilio e in schiavitù, deve sopportare cose pesanti. La fedeltà a Dio porterà grandi meraviglie e gli darà la liberazione che sarà per sempre.
Si rivede l'inizio del mondo nel momento della creazione, quando tutto era bello e fiorito, poi venne il tempo in cui regnò il deserto, ma il Signore, generoso e fedele nei confronti del suo popolo, fece rifiorire il mondo rendendolo meraviglioso per l'uomo, poiché questi lo aveva riconosciuto come suo unico Dio.

Il salmista con il ritornello del salmo145/146 “Loda il Signore, anima mia” vuole ricordarci che grandi sono le cose che il Signore ha creato per i poveri, per i sofferenti e per i deboli.
Nei versetti, si dice che il Signore resta fedele per sempre, dà il pane agli affamati, rende giustizia agli oppressi, libera i prigionieri, ridona la vista ai ciechi, rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, sostiene l'orfano e la vedova, ma sconvolge la via dei malvagi.

Nella seconda lettura l'Apostolo Giacomo invita i fratelli a non fare favoritismi e lo spiega dicendo che se durante una loro assemblea dovessero entrare sia un ricco con l'anello al dito che un povero miseramente vestito si dovrebbe considerarli di eguale dignità e dare loro lo stesso posto. Giacomo raccomanda questo ai fratelli, perché nella mentalità dei pagani l'uomo era considerato per quello che possedeva, mentre il cristiano deve considerare le persone per quello che realmente sono nel profondo del loro cuore.
Giacomo invita i fratelli a non fare favoritismi, ma subito dopo li invita a privilegiare i poveri, i deboli e li invita a mettere al primo posto gli ultimi, i miserabili; solo così il credente potrà dimostrare di avere fiducia e di seguire la Parola di quel Gesù che, nella sua vita terrena, li ha sempre privilegiati.
Giacomo parla anche a noi: quanti favoritismi facciamo nelle nostre giornate, quante volte ci facciamo attrarre dalle apparenze di un bel vestito, di una buona conversazione, di cose confortevoli, dal desiderio di possedere quello che hanno gli altri, di ambire a salire uno scalino nella scala sociale e ci dimentichiamo di guardare negli occhi il fratello per intravvedere i sentimenti del suo cuore!

L'Apostolo Marco ci propone uno dei tanti miracoli che Gesù ha compiuto nella sua vita terrena. Il racconto dei miracoli ci fa comprendere che l'epoca messianica è ormai cominciata e conferma quanto nel vecchio testamento il profeta Isaia aveva preannunciato.
In quel tempo Gesù passando per Sidone arrivò verso il mare di Galilea in pieno territorio della decapoli e qui gli portarono un sordomuto perché lo guarisse. Conosciamo l'episodio che ci stupisce e ci meraviglia, ma a noi questo miracolo cosa dice?
Gesù compie il miracolo e dice ai presenti di non divulgarlo, ma la folla stupita lo acclama dicendo che il Cristo fa bene tutte le cose.
Gesù, per compiere il miracolo, porta il sordomuto in disparte; così, anche noi nelle nostre giornate dovremmo trovare un piccolo spazio nel quale rifugiarci e nel silenzio e nell'ascolto della parola incontrare il Cristo. Se sapremo fare questa conquista ogni giorno, avremo la certezza di vedere le meraviglie che Dio ha messo nel mondo per ciascuno di noi. Solo con la sequela di Cristo, raggiungeremo quella pace interiore capace di farci affrontare le negatività quotidiane e ci donerà la speranza della vita futura. Altro momento importante per la nostra sequela è quello di ricordarci di essere generosi nei confronti dei fratelli bisognosi di tutto, di solidarietà, di sostegno interiore, di carità e di misericordia. Questo è il cammino affinché la nostra vita possa essere veramente realizzata.
Gesù pronuncia la parola “effetà” cioè “apriti” nei confronti del sordomuto: tutti i cristiani hanno ricevuto il segno dell'”effetà” nella celebrazione del sacramento del Battesimo, che serve nella vita di ciascuno per aprirsi all'ascolto, alla vita, ai fratelli.

Per la riflessione di coppia e di famiglia:
- La venuta nel mondo di Gesù realizza quanto profetizzato da Isaia. Crediamo veramente che riconoscere il Signore quale unico nostro Dio ci farà assaporare le meraviglie del creato?
- L'Apostolo Giacomo raccomanda ai fratelli di non fare favoritismi. Nelle relazioni che ogni giorno incontriamo sulla nostra strada siamo capaci di considerare gli altri allo stesso modo, o ci facciamo condizionare dalle apparenze?
- Siamo capaci di fare silenzio, almeno per dieci minuti al giorno, per ascoltare la Parola ed entrare in relazione con Gesù?

Gianna e Aldo - CPM Genova

 

Ricerca avanzata  (53719 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: