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TESTO Sacra Famiglia

don Roberto Rossi  

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno B) (29/12/2002)

Vangelo: Lc 2,22-40 (forma breve Lc 2,22.39-40) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,22-40

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Nella domenica dopo Natale, la liturgia celebra la festa della Sacra famiglia. Anche Gesù ha voluto nascere in seno a una famiglia umana, anche se per opera dello Spirito Santo e da una madre vergine.

Nei brani della Parola di Dio per questa liturgia viene sottolineata l'esperienza della fede, nella vita concreta delle famiglie e nel compimento della loro missione.

Ecco allora Abramo e Sara, anziani e senza figli, che nella fede accolgono la promessa di Dio che vuole dare loro, perché vuol fare della sua discendenza un popolo più numerosi delle stelle del cielo. Tali saranno i credenti di tutti i tempi. Abramo "credette" al Signore. Sara concepì e partorì Isacco. Ma Abramo credette anche, quando il Signore gli chiede di andare a sacrificare il figlio, divenuto grande, sul monte. Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, il suo unico figlio, perché pensava che Dio può far risorgere anche dai morti. E' la fede nella prova, la fede più vera e più grande.

Nel vangelo abbiamo descritta la fede della famiglia di Nazaret, Gesù, Giuseppe, Maria. Essi vivono alla presenza del Padre ogni aspetto della loro vita quotidiana, l'affetto, il lavoro, i sacrifici, la persecuzione, la preghiera, il pellegrinaggio al tempio per offrire il bambino al Signore, "ogni primogenito sarà sacro al Signore" e per offrire il sacrificio dei poveri (due giovani colombi). Notiamo la fede di Maria, che ascolta la profezia di Simeone, si fida di Dio e si affida a Lui. Questa fede continua nel ritorno a casa, alla loro città di Nazaret, dove "il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza e la grazia di Dio era sopra di Lui".

Abbiamo in evidenza ancora la fede degli Anziani: Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava la salvezza d'Israele; Anna, che non si allontanava mai dal tempio servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Alla loro età avanzata, nella fede riconoscono la novità e la salvezza del Signore e lodano Dio per la presenza del Messia. Simeone canta: "ora posso morire in pace perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, luce per illuminare le genti" e anche Anna lodava Dio e parlava del bambino a tutti. La fede fa vedere in quel bambino, il "segno di contraddizione, rovina o risurrezione di molti".

Gli anziani, rappresentata da Simeone e Anna, sono coloro che rendono testimonianza al compiersi delle promesse divine nella storia, avendo imparato a vivere l'attesa nella fede, ora sono in grado di coglierne i frutti e ad aprire i giovani alla speranza.

L'Eucarestia che celebriamo in questa festa della Sacra Famiglia è la celebrazione dell'umanità di Cristo e della sua solidarietà con gli uomini, perché Gesù ha voluto appartenere ad una famiglia e ha voluto realizzare la sua umanità entro rapporti familiari; è stato una persona inserita nelle situazioni della sua famiglia e del suo tempo.

E' nella famiglia che Gesù cresce nella sapienza, nella grazia, nell'amore, che impara a utilizzare il nostro linguaggio per parlare della sua divinità e della vita della Trinità Santa.

Noi oggi, in questa festa, possiamo celebrare la famiglia come il "santuario della vita", ricordare l'alta dignità a cui il Signore l'ha innalzata ed insieme la grande responsabilità nei confronti di ogni esistenza, mistero e dono gratuito di Dio. Leggendo il "ruolo" della famiglia, attraverso lo sguardo della fede, si resta stupiti di fronte all'intima collaborazione tra il Creatore e i genitori a cui è affidato il compito di trasmettere la vita, un compito che assume tempi e modalità divine. C sono di esempio Abramo e Sara che ebbero un figlio nella loro età.

Ogni vita è un dono da accogliere e da restituire. Maria e Giuseppe, che presentano Gesù al tempio, ci ricordano che il figlio appartiene al Signore è sua "proprietà". Questo toglie ogni forma di potere e di egoismo dei genitori e li apre alla gratuità dell'amore. Nella fede diventa possibile allora comprendere anche gli eventi, a volte contraddittori, della vita come luogo in cui si compie il progetto di Dio. Il Signore è il primo ad essere coinvolto nella crescita di ogni suo figlio, come nella vita di ciascuno di noi. Egli è Padre non solo perché genera, ma perché ama, educa, nutre, si prende cura di ogni creatura, rendendo visibile la sua fedeltà. "Il Signore è fedele". La fede nella sua fedeltà diventa sorgente di benedizione, affinché ogni figlio possa crescere davanti a Lui e agli uomini fino a raggiungere la piena maturità umana e cristiana.

E' importante allora verificare come coltiviamo la fede nelle nostre famiglie, come cresciamo nella fede, nella preghiera, nella grazia, nell'amore verso il Signore verso gli altri. Nella nostra vita c'è il riferimento a Dio, dal quale tutto proviene, verso il quale siamo incamminati, Lui che sostiene ogni minuto della nostra esistenza? Riusciamo a mettere nelle nostre giornate momenti di preghiera, possibilmente insieme? Il Papa ha indetto l'anno del Rosario e lo ha affidato alle famiglie, genitori e figli? E' un'impresa così difficile, vivere 10-15 minuti nel raccoglimento della preghiera, visto che di tempo poi se ne passa tanto davanti alla televisione o al computer?

Scrive il Papa nella lettera sul Rosario: "Preghiera per la pace, il Rosario e anche, da sempre, preghiera della famiglia e per la famiglia. Un tempo questa preghiera era particolarmente cara alle famiglie cristiane e certamente ne favoriva la comunione. Occorre non disperdere questa preziosa eredità. Bisogna tornare pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, utilizzando ancora questa forma i preghiera.

Chiedo pertanto a quanti si dedicano alla pastorale delle famiglie di suggerire con convinzione la recita del Rosario. La famiglia che prega unita, resta unita".

 

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