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TESTO L'amore ci mette fretta

don Angelo Casati  

Assunzione della Beata Vergine Maria - messa del giorno (15/08/2018)

Vangelo: Lc 1,39-55 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,39-55

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

46Allora Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

49

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;

50

di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

51

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

52

ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;

53

ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

54

Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,

55

come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Oggi vorrei andare per suggestioni, senza troppe legature, so che voi mi perdonerete. Assunzione di Maria: non esistono testi biblici che ce la raccontino. Vengono in soccorso immagini. Ne evoco alcune. La prima lettura: sono rimasto con il cuore in gola al racconto della storia della donna che grida per il travaglio del parto e il drago che si pone davanti alla donna che sta per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Mi sono passate nella mente storie e storie di donne. E di draghi. A Maria il figlio glielo cercarono di strappare da piccolo, glielo cercavano a morte e fu fuga in Egitto. Ma la storia - voi me lo ricordate - si allunga. Sino ai nostri giorni.

Figli strappati alle madri, a volte dalle onde del mare per miopia di uomini, a volte strappati alle braccia delle madri per difesa di un confine con destinazione gabbie. Storie, storie. Voi mi direte - e a ragione - che a volte il drago - che ha tanti nomi - è vincente. Sembrò vincente anche quando il cielo si fece cupo sul Golgota e alla madre fu strappato il Figlio. Sembrò la fine. Non fu la fine. Tre giorni dopo il cielo si illimpidì. E quella luce di risurrezione si riverbera oggi sulla donna di Nazaret. Si disegna nei cieli la scia luminosa di coloro che vanno oltre la morte. Lei - e ancora era una ragazzina - aveva cantato - e lo abbiamo ascoltato - un Dio che rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili. Ecco il giorno.

Vi confesso che me lo dico quando mi si spacca il cuore dentro, alla visione degli ultimi umiliati, alla visione della prepotenza vincente, alla visione di un'ingiustizia quasi connaturata. Mi dico che bisogna resistere e parlare e lottare. Ma poi, quando ci si sente impotenti, vinco la disperazione e la tristezza che mi prendono, pensando al rifugio. Alla donna, assalita dal drago, Dio - è scritto nel libro - prepara un rifugio. Noi lo chiamiamo cielo. Oggi vorrei chiamarlo "rifugio". E un Dio che salva. Di Dio ho letto in un salmo - sono le ultime parole del salmo 42 -: "Lui, salvezza del mio volto e mio Dio". Che Dio sia salvezza dei volti è bellissimo, è commovente.

Questa festa ci racconta di un Dio salvezza del volto di sua madre. Ma, pensate, salvezza di tanti volti sfigurati dalle ingiustizie, dalle incomprensioni, dalle malattie, e alla fine sfigurati dalla morte. Abbiamo ancora vive nel cuore i volti delle vittime del crollo di un ponte. "Lui, salvezza del mio volto e mio Dio"! E vengo a un'altra immagine. Quella di Maria che attraversa con passo affrettato la regione montuosa della Giudea per far visita alla cugina Elisabetta, incinta di sei mesi, lei che era incinta di poche ore. Donna del viaggio, donna dei passi affrettati, i passi affrettati dall'amore. L'amore fa affrettati i passi, ci fa fretta. Perdonate ma noi la madre di Gesù un po' l'abbiamo immobilizzata sui troni, troni che non ha mai conosciuto in vita sua. Ebbene mi sono detto - e confesso che non l'avevo mai pensato -: se in quei giorni Maria si azzardò sui sentieri del monte è perché il viaggio faceva parte della suo modo di essere, le era connaturale, le era nel cuore.

E' impensabile che fosse una "donna di casa", nel senso che la casa fosse tutto per lei, non avrebbe educato un figlio viandante. Mi sembra di vederla per le strade di Nazaret e oltre. Sempre spinta dal suo cuore. Che le metteva fretta per gli altri. Fino all'ultimo viaggio, verso il rifugio, il rifugio di un Dio salvezza dei volti. E lei sembra dirmi, sembra dirci: "State in viaggio, abbiate in voi la fretta per gli altri, arriverete, nell'ultimo viaggio, al rifugio. Mi è scappato, perdonate, l'aggettivo "ultimo", "ultimo viaggo". E subito, perdonate, lo cancello. Perché non mi riesce di pensare il paradiso come il luogo dell'immobilità. Se la nostra natura è essere donne e uomini del viaggio, certo Dio non la cancellerà nel suo cielo, ma la dilaterà: andremo per valli di ininterrotto stupore. Vengo a un'ultima immagine.

Questa festa dell'Assunta sembra richiamare al mio cuore una legatura, questa sì luminosa, tra terra e cielo. Con Maria - con ognuno dei risorti - la terra - sì, dico la terra trova posto in cielo, un lembo di terra in cielo. Non è forse vero che noi siamo impastati di terra? Mi ritorna al cuore un inno della Chiesa ortodossa serba, che canta Maria nella sua assunzione come "terra del cielo".

Ascoltiamolo: Maria, Terra del cielo. Santa Maria Madre del Signore la tua fede ci guida. Volgi lo sguardo verso i tuoi figli "Terra del cielo". La strada è lunga e su di noi la notte scende intercedi presso il Cristo "Terra del cielo".

La terra in cielo. Ma anche il cielo in terra - mi dicevo -. Non è forse vero che, nei giorni in cui Maria saliva i monti di Giuda e poi apparve, sull'uscio della casa, all'anziana cugina, in quei giorni il cielo era in terra, era nel grembo rigonfio della donna? Cielo e terra in legatura commovente luminosa. E non è forse vero - e chiudo - che ogni volta che ti prende fretta per l'altro, per gli altri, si fa legatura, legatura luminosa, tra cielo e terra? Il cielo è in terra.

 

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