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TESTO Raccogliete i pezzi avanzati

don Luciano Cantini  

XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (29/07/2018)

Vangelo: Gv 6,1-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

5Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 8Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». 10Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. 11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 12E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». 15Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Vide che una grande folla veniva da lui
Lo stesso fatto è raccontato da tutti gli evangelisti (Mt 14,13-21; 15,32-39; Mc 6,30-44; 8,1-10; Lc 9,10-17) in modo quasi simile. Giovanni di distanzia dagli altri per il luogo che non appare desertico, per il tempo: Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei, per la spontanea decisione del Signore [nei sinottici si parla di “compassione”, di “ora tarda”, dei discepoli che intervengono] mentre ancora la folla stava arrivando. Gesù percepisce la fame di quella gente e provoca Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Si potrebbe anche immaginare che Gesù più che percepire la fame, la stimola, la suscita, la promuove.
Tenendo conto che il vangelo di Giovanni non parla mai di miracoli ma di “segni” invitandoci a scrutare i fatti per coglierne il senso, c'è da domandarci di quale fame si tratti se di pane o di umanità.
Guardando al mondo di oggi si potrebbe affermare che dove c'è abbondanza di pane scarseggia l'umanità, al contrario la povertà di mezzi evidenzia la ricchezza di valori umani. Ma forse è sempre stato così. Il benessere è geloso di se stesso, ha paura di perdersi e si accumula proprio come le cellule dell'organismo che accumulano grasso inutile quando è nella abbondanza per il rischio di trovarsi senza l'abbondanza a cui è abituato.

Sapeva quello che stava per compiere
Sarebbe interessante studiare le motivazioni che hanno indotto a riconoscere questo episodio come “moltiplicazione dei pani” perché sia in Giovanni che nei Sinottici, nei sei racconti paralleli, non si usa mai questo termine che invece è entrato nel linguaggio e nella logica comune. Come capita spesso l'attenzione si concentra più sull'oggetto, il pane, che sul gesto di condivisione; anche nella liturgia facciamo più attenzione al pane diventato Corpo di Cristo che al gesto di spezzarlo che identificava l'Eucaristia nelle prime comunità cristiane (At 2,46).
L'Eucaristia deve divenire “spezzare il pane” a tutti i livelli, altrimenti il suo significato non si compie. Deve divenire diaconìa, servizio e dono nella vita quotidiana (Benedetto XVI, 06.03.2012).
Il miracolo non è nella "moltiplicazione" ma nella "distribuzione", nel passare di mano in mano, nel diventare ogni volta dono ricevuto ed offerto. Quel pane e quei pesci non sono più “il mio pane” o “il pane per me” per diventare il "pane nostro" quotidiano che ogni giorno chiediamo nella preghiera.
Chi mangia il proprio pane si sazia e poi torna ad avere fame ed ha bisogno di accumulare per non restare senza, chi condivide diventa ricco del dono offerto e ricevuto.

Raccogliete i pezzi avanzati
Dobbiamo leggere in questo particolare fatto al termine del racconto come preoccupazione di non disperdere il pane avanzato - un po' come facciamo anche in famiglia in cui possiamo sprecare di tutto ma il pane ha un suo sacrale rispetto? Oppure dobbiamo leggere in quel nulla vada perduto, lo spessore e la memoria di quel gesto di condivisione? Oppure dobbiamo ancora penetrare più in profondità questo segno? Sembra quasi che vi sia più preoccupazione per quei pezzi avanzati che per i pani interi, non importa quanto sia grande il pezzo, come sia ridotto, ogni frammento è prezioso perché è nel desiderio di Dio “che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato" (Gv. 6,39).
Il cuore di Dio è proprio nei frammenti di esistenza, nelle esistenze frantumate, rifiutate e abbandonate dagli uomini; «Perché in ogni fratello, specialmente nel più piccolo, fragile, indifeso e bisognoso, è presente l'immagine stessa di Dio. Infatti, con gli scarti di questa umanità vulnerabile, alla fine del tempo, il Signore plasmerà la sua ultima opera d'arte» (Papa Francesco, GeE 61).

 

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