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TESTO Commento su Matteo 26,14- 27,66

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Domenica delle Palme (Anno A) (24/03/2002)

Vangelo: Mt 26,14- 27,66 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 14uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. 16Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.

17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». 25Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio».

30Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti:

Percuoterò il pastore

e saranno disperse le pecore del gregge.

32Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 33Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.

36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? 41Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». 43Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. 44Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

47Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». 49Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. 50E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. 52Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. 53O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? 54Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.

57Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.

59I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, 61che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». 62Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». 64«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico:

d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo

seduto alla destra della Potenza

e venire sulle nubi del cielo».

65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!».

67Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, 68dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».

69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». 70Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». 71Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». 72Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». 73Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

1Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. 2Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.

3Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». 5Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. 6I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». 7Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. 8Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. 9Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, 10e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.

11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». 12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito.

15A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. 16In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. 17Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».

20Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». 22Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». 23Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».

24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». 25E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». 26Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. 28Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, 29intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». 30Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.

33Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. 35Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. 36Poi, seduti, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». 38Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

39Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo 40e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». 41Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: 42«Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. 43Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». 44Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.

45A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. 53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.

54Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

55Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

57Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. 58Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. 59Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito 60e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. 61Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.

62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, 63dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. 64Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». 65Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». 66Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

PALME E...CENERI

Forse non tutti sapete che le palme benedette oggi in chiesa saranno anche utilizzate per fare le ceneri, con cui inizieremo la Quaresima il prossimo anno.

Sembrerà strano, ma è così. Il Mercoledì delle ceneri (primo giorno di Quaresima) e la Domenica delle palme (ultimo giorno di Quaresima) sono legate da questo sottile filo: un filo di fumo. Il simbolo della penitenza e dell'umiliazione (le ceneri) è fatto con la stessa materia di quello della gloria e dell'esaltazione (le palme).

Noi oggi ci portiamo a casa volentieri le palme benedette. Non so se faremmo lo stesso con la cenere benedetta.

É molto importante però, iniziando la Settimana Santa, la settimana più importante dell'anno per i cristiani, che ci fermiamo un attimo per vedere questo sottile filo di fumo: la nostra esistenza è fatta di palme e ceneri.

Se vedessimo solo le prime, peccheremmo per eccesso: non siamo ancora in Paradiso.

Se vedessimo solo le seconde peccheremmo per difetto: dopo la morte c'é la risurrezione.

UN PENSIERO AL GIORNO, PER PREPARARCI A DOMENICA PROSSIMA
Abbiamo ascoltato la lettura della Passione secondo Matteo.

Questo racconto, così lungo e bello, potrebbe suscitare infinite riflessioni. Noi qui ne offriamo sei, usando come criterio di scelta il partire dai sei dettagli della passione che sono esclusivi di Matteo. Si tratta di sei cose che solo Matteo, tra gli evangelisti, racconta della passione di Gesù.

1) "Chi di spada ferisce, di spada perisce"

Al momento dell'arresto di Gesù, uno di quelli che erano con lui colpisce il servo del sommo sacerdote con la spada, ma Gesù lo blocca subito, dicendo queste parole, diventate ormai proverbiali.
Solo Matteo le ricorda.

Anche noi le ricordiamo e forse le abbiamo pure pronunciate, magari scherzando. Ma se ci pensiamo bene sono terribilmente impegnative e mettono fortemente in questione il nostro modo di vivere le relazioni.

Gli antichi romani dicevano: "Si vis pacem, para bellum" (se vuoi la pace, prepara la guerra).
Gesù oggi ci dice: 'Si vis pacem, para pacem".

Con la violenza si genera solo altra violenza. Esercitare l'aggressività significa esserne poi schiacciati. Ci crediamo?

A casa nostra, nelle nostre famiglie, al lavoro, a scuola, in parrocchia, con gli amici...Se vuoi la pace, prepara la pace!

Tertulliano, uno scrittore cristiano dei primi secoli, ha commentato queste parole di Gesù in modo secco: "Nel disarmare Pietro, Gesù ha tolto le armi dalle mani di ogni soldato".
Anche dalle nostre, quindi.

Ma il perdono è una scelta della volontà, non qualcosa che viene con il sentimento.

2) "Oggi fui molto turbata in sogno, per causa di quel giusto"

Mentre Pilato siede in tribunale per giudicare Gesù, la moglie gli manda a dire queste parole. Chi era questa donna? Di lei non sappiamo nulla: appare solo qui, una volta.
A questa donna Gesù si rivela in un sogno.

Gli studiosi ci dicono che Matteo, attraverso questo episodio, introduce un significato importante del racconto: Israele non riconosce in Gesù il Messia, e si assume la responsabilità (solo i Giudei di allora, non tutti!) della sua morte gridando: "Il suo sangue ricada su di noi". I pagani invece (la moglie di Pilato) lo riconoscono e non vogliono responsabilità sulla sua morte (Pilato si lava le mani).

C'é quindi un problema di riconoscimento e di responsabilità.

Che Messia riconosciamo noi? Quello dei Giudei, trionfante e glorioso, oppure quello della moglie di Pilato? La domanda è seria perché non si tratta tanto di risolvere un problema teologico, quanto di assumere la responsabilità di una scelta di vita.

Vogliamo un Messia che confermi tutti i nostri progetti e idee (come accade oggi, nella religiosità utilitaristica della new age) oppure siamo disposti ad accettarlo anche nella sofferenza e nella sconfitta?

Nel Battesimo, noi abbiamo riconosciuto in Gesù Cristo crocifisso e risorto il Messia inviato da Dio Padre e ci siamo assunti la responsabilità di seguirlo.

Forse, però, siamo un po' come la moglie di Pilato: questo Gesù è spesso, per noi, solo un sogno. Non una realtà.

3) "La terra si scosse, le rocce si spezzarono"

Presso il santuario della Verna, dove S.Francesco ricevette le stimmate, si può osservare un enorme masso spezzato in due, sotto il quale il Poverello di Assisi si ritirava spesso a pregare. I contemporanei riferiscono che lo sentivano piangere e singhiozzare: quella roccia spezzata gli ricordava la morte di Gesù.

La descrizione delle rocce che si spezzarono alla morte di Gesù, come anche degli altri fenomeni grandiosi, è solo di Matteo. Ai suoi tempi si credeva che il mondo fosse pieno di cattiveria e si aspettava un mondo nuovo, migliore. Il passaggio si credeva che sarebbe stato segnato da una serie di eventi eccezionali: eclissi, alberi che trasudano sangue, pietre che si spezzano, morti che risuscitano.

Non prendiamo quindi questa descrizione alla lettera, ma come affermazione di una teologia: la morte di Gesù è l'inizio del nuovo mondo. Non però come credevano gli antichi, cioè in modo improvviso e "magico", una volta per tutte. Bensì nella fatica continua delle contraddizioni di ogni giorno.

Nelle nostre morti ricordiamoci che siamo già in questo nuovo mondo, ma non ancora nel pieno adempimento.

La morte è stata sconfitta, anche se non ci sono morti che escono dalle tombe.

La strada verso Dio è aperta, anche se non vediamo il velo del tempio squarciarsi in due da cima a fondo.

La terra è stata rinnovata, anche se non la sentiamo scuotersi sotto i nostri piedi.

Cristo ci ha amato fino alla fine, anche se non udiamo le rocce spezzarsi attorno a noi.

4) "E Giuda si allontanò e andò a impiccarsi"

Sempre Matteo, e solo lui, ci dice che Giuda Iscariota si recò dai sommi sacerdoti e dagli anziani a riportare, preso dalla disperazione, le 30 monete con cui aveva tradito Gesù.

Giuda rappresenta il tipo che è pronto a seguire Gesù, ma solo quando gli pare che possa assecondare i suoi sogni di gloria. Quando si accorge che le cose non sono come lui voleva, lo tradisce.

Non vogliamo qui riflettere sul tradimento, quanto invece sulla disperazione, cioè sulla mancanza radicale di speranza. Questo è il peccato. "Giuda ha fatto un grosso errore a vendere Gesù per 30 denari -diceva Papa Giovanni Paolo I-, ma ne ha fatto uno infinitamente più grosso a non credere che il suo peccato avrebbe potuto essere perdonato".

La settimana di passione ci ricorda l'amore appassionato di Gesù per l'umanità.

Questa settimana molti di noi si confesseranno, in preparazione alla Pasqua. Crediamo davvero nel perdono? Siamo disposti a perdonarci, come Cristo ci perdona? O siamo come Giuda, richiusi in noi stessi, privi del desiderio della misericordia di Dio?

5) "Tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture"

Matteo è l'evangelista che calca in maniera unica questa idea. Tutta la trama della sua narrazione è svolta come un copione già scritto dai profeti. Ci sono almeno 20 punti, nel Vangelo di oggi, in cui viene citato, in modo implicito o esplicito, il Vecchio Testamento. Due volte è Gesù stesso che cita l'adempimento delle Scritture.

Gesù sembra partecipare a un evento già scritto nei dettagli. Aderisce liberamente a un progetto già preannunciato.

Sappiamo che Matteo scriveva per i Giudei, i quali attendevano un Messia trionfatore, e quindi in questo modo sembra dire: macché trionfatore! La Bibbia lo annuncia sofferente. Cerca di rimuovere lo scandalo della morte: era tutto scritto. Questo confronto con le profezie dell'Antico Testamento era in effetti molto consolante per i primi cristiani, perché li aiutava a capire il senso della passione e ne rimuoveva un po' lo scandalo.
Non c'é niente di peggio della sofferenza senza senso.

Gesù oggi ci insegna che nessuna sofferenza è priva di senso, se accolta con amore.

Il Papa ci ha stupito con la sua chiarezza, nel messaggio per questa Quaresima: "La vita umana è un dono, essa rimane un valore anche quando è segnata dalla sofferenza e dal limite. Un dono da accogliere e amare sempre: gratuitamente ricevuto e gratuitamente da porre al servizio degli altri" (n.2). E ci offre anche uno spunto: "Dio non permette forse che ci siano condizioni di bisogno, perché andando incontro agli altri impariamo a liberarci del nostro egoismo e a vivere dell'autentico amore evangelico?" (n.4).

6) "Sigillando la pietra e mettendovi la guardia"

L'ultimo elemento che è caratteristico di Matteo è la custodia della tomba di Gesù.

Sommi sacerdoti e farisei la richiedono a Pilato, per evitare che i discepoli portino via il suo corpo, dicendo poi che è risuscitato. Gesù, in questo modo, è sigillato e sorvegliato.

E così lo contempleremo anche quest'anno, nel silenzio del Sabato santo, quando sembrerà che la morte abbia vinto.

Forse anche a noi accade di vivere in una specie di Sabato santo permanente.
Spesso, ci pare che il male trionfi.

Il Papa, nel suo messaggio in occasione della XVII Giornata mondiale della gioventù, ci ricorda la nostra speranza: "Nel cuore della notte ci si può sentire intimoriti ed insicuri, e si attende allora con impazienza l'arrivo della luce dell'aurora. Cari giovani, tocca a voi essere le sentinelle del mattino che annunciano l'avvento del sole che è Cristo risorto!".

Le stesse guardie che, con sicurezza, custodivano la tomba, tremeranno tramortite.

La Settimana santa ci ricorda il mistero centrale della nostra fede: la morte non ha l'ultima parola.

É una verità che, quanto più penetra nella nostra vita, tanto più ha il potere di consolarla.

Commento a cura di padre Alvise Bellinato

 

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