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TESTO Commento su Giovanni 20,19-23

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Pentecoste (Anno A) - Messa del Giorno (19/05/2002)

Vangelo: Gv 20,19-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

La celebrazione di Pentecoste costituisce il coronamento dell'anno liturgico ed in particolare del memoriale della Pasqua del Signore che la chiesa ci ha fatto celebrare. Il dono dello Spirito Santo non è infatti un episodio staccato nella storia della salvezza, ma il compimento di una promessa di Gesù ed il perfezionamento della sua opera. Il dono dello Spirito, che si compie a pentecoste, inizia per Giovanni già sulla croce. Innanzi tutto perché è il Crocifisso-risorto che dona lo Spirito. Gesù mostra loro le mani e il costato. Mostrando le sue piaghe vuol stabilire un legame solido e chiaro tra le sue sofferenze e la sua vita di risorto. E' tra l'altro significativo che solo Giovanni parli - e lo fa tre volte, qui e nei vv. 25.27 - della ferita del costato. Da questa ferita erano usciti sangue ed acqua, simboli trasparenti nell'immaginario giovanneo dei sacramenti con cui la chiesa, nella potenza dello Spirito, comunicherà al mondo l'efficacia sanante e salvante della morte di Gesù.

Questa rievocazione del supplizio di Gesù, le precauzioni di cui si circondano i discepoli, la loro paura davanti alle autorità ebraiche, la loro passività fin dal mattino dimostrano che non erano portati a credere a un evento così straordinario come la risurrezione e neppure disposti a portarne la notizia al mondo. Tutto ciò mostra la potenza dello Spirito che ricevuto da Gesù fin da questo momento, e poi in pienezza nella pentecoste, Esso cambierà radicalmente le loro menti ed i loro cuori.

Questo cambiamento appare fin da subito e fonda la missione a cui Gesù dà immediato inizio. Mando voi. Gesù appare ai suoi discepoli e dona loro lo Spirito, non per rinchiuderli nel suo ricordo, ma per mandarli. I quattro evangelisti concordano in maniera inequivocabile su questo punto (Matteo 28,19; Marco 16,15; Luca 24,47; ed anche Atti 1,8).

Questa missione, che era stata uno degli oggetti primari della preghiera di Gesù per i suoi discepoli prima di morire, appare ora il pieno compimento della sua missione di inviato del Padre. È infatti il prolungamento della missione che ha ricevuto dal Padre. Gesù ripete: «Pace a voi». Ed essi andando per il mondo, porteranno con sé la pace di Dio.

A suggello di tutto compare il gesto del dono dello Spirito, inizio leggero di quel vento di pentecoste che con la sua forza simboleggerà la pienezza dello Spirito che giunge nei loro cuori. "Allora alitò su di loro e disse:..." Questo gesto è segno di una realtà profonda. Il soffio che Gesù, morendo, ha reso sulla croce (19,30) è il soffio di Dio, lo Spirito Santo. Questo dono dello Spirito è strettamente legato alla sua morte e risurrezione. Luca, che racconta la venuta dello Spirito solo cinquanta giorni più tardi, nella pentecoste, stabilisce tuttavia la stessa relazione. Lo fa parlando di una promessa fatta da Gesù ai discepoli la sera stessa di Pasqua (Lc 24,49). Il dono dello Spirito è dunque una esperienza sconvolgente e forte che sembra immediata, ma è anche un processo graduale, come di un soffio, un alito che cresce di giorno in giorno nella vita degli apostoli fino a diventare un vento gagliardo.

Con la risurrezione di Gesù la storia della salvezza giunge alla sua ultima tappa. All'inizio del mondo Dio aveva «alitato» (stesso verbo greco in Genesi 2,7 e qui) un soffio di vita nell'uomo. Gesù risorto rimane al centro di un mondo nuovo, che egli anima comunicandogli il soffio stesso di Dio, perché abbia la vita. Questo è il giorno del compimento presente e della promessa del compimento assoluto alla fine dei tempi. Questo celebriamo a Pentecoste.

Commento a cura di don Nazzareno Marconi

 

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