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TESTO Commento su 2Re 4,42-44; Sal 144; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15

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XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (29/07/2018)

Vangelo: 2Re 4,42-44; Sal 144; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,1-15

1Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

5Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 8Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». 10Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. 11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 12E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». 15Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

“Il tutto di uno, anche se pochissimo, sarà il molto di tantissimi”.
Possiamo riassumere così le letture domenicali che hanno al centro la moltiplicazione di pochi pani e pesci per sfamare centinaia di persone; prodigio che è simbolo del grande mistero dell'Eucarestia che ogni giorno sfama “spiritualmente” milioni di persone in tutto il mondo.
Mi piace sottolineare la parola “mangiare”, che non è ingollare come fanno gli animali, anche se oggi, con i ritmi frenetici della vita, sempre più l'uomo tende a ingollare, ma mangiare vuol dire “fare relazione”, relazione con il suo corpo, ma soprattutto relazione con l'altro. Oggi il mangiare “fast food”, spesso da soli, soddisfa il corpo, ma non lo spirito.
Altro elemento è il “segno” tangibile perché chi lo fa sia credibile...e questo purtroppo, da che mondo e mondo, è il limite umano, ma nel contempo anche la sua grandezza come strumento che collega l'umano al sovrannaturale.
Dio ci chiede di uscire dagli schemi e di credere nelle capacità umane, se supportate dalla fiducia in Dio stesso. Quante volte ci siamo detti: no, non è possibile, non si può fare...e magari poco dopo l'intelligenza, la volontà, la fiducia, magari con mezzi insospettabili hanno permesso di fare ciò che era impensabile fare fino a poco prima.
E questo miracolo si chiama “CONDIVISIONE”, perché il primo miracolo è stata la condivisione di un ragazzo del suo poco avere, che però aveva capito chi aveva davanti, mentre i suoi discepoli si affannavano a fare calcoli ragionieristici senza via di uscita.
La condivisione è la forza moltiplicatore del poco in molto, magari anche con un avanzo come in questi testi domenicali. E l'avanzo si 12 ceste non è lo spreco, ma è il segno tangibile, concreto, solidale che il miracolo della condivisione va ben oltre alla pura necessità da soddisfare.
E poi l'ultima riflessione di tipo pratico. Gesù è sempre attento che, nei momenti importanti dell'ascolto e dei segni, le persone stiano comode perché non siano distratte dalla fatica o da situazioni di disagio. Li fa sedere, perché stando comodi vedano meglio ciò che sta per fare, e credano, e mangino comode...come a tavola.
Oggi, nella quotidianità si è perso questa piccola attenzione, alla relazione, alla condivisione, a stare comodi per percepire l'altro con le sue parole, con i suoi gesti, con la sua persona...siamo tutti di fretta, anche a tavola, preoccupati più di farci spezzare dai media che non spezzare insieme la Parola e il cibo.
Riprendendo il discorso dell'Eucarestia significa entrare nella logica di Gesù, che non è la logica del possesso, della proprietà, del ognuno per sé, del ci vogliono troppi soldi, del essere efficienti, ossia con il molto di pochi, i problemi si risolvono prima e meglio che con il poco di molti. La logica di Cristo è la logica della gratuità, della condivisione, dell'amore, perché in fondo nessuno è talmente povero da non poter dare qualcosa di suo, anche solo un sorriso...
Santa Madre Teresa di Calcutta osservava che: “la gente è affamata di amore, perché siamo tutti troppo indaffarati”...ecco allora, sediamoci ogni tanto, e ascoltiamoci, sorridiamoci, guardiamoci, e rallentiamo la vita perché veramente si possa “masticare” lentamente, insieme, ogni secondo che Dio ci ha donato da vivere.
E alla fine ci avanzeranno anche per noi 12 ceste di “tempo”, che potremo utilizzare e condividere con noi e con il prossimo. Ognuno di noi ha i suoi cinque pani e due pesci; dobbiamo solo avere la capacità di metterli nelle mani di Dio, perché ognuno di noi diventi portatore di pace e giustizia, e serenità per sé e l'altro.

Domande:

- Io, come persona, so utilizzare il poco del mio perché con la fiducia in Dio si moltiplichi in azioni concrete di servizio verso il prossimo?
- Io, come coppia, famiglia, so recuperare i tempi della giornata per condividerli in dialogo e condivisione?
- Io, come comunità, so impegnarmi a vivere attivamente l'incontro domenicale con il Cristo eucaristico come momento di crescita spirituale, morale e umano?

Claudio e Maria Grazia di Pisa.

 

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