TESTO Commento su Luca 1,39-56
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Visitazione della Beata Vergine Maria (31/05/2004)
Vangelo: Lc 1,39-56
39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
46Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Dalla Parola del giorno
Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo».
Come vivere questa parola?
Dopo aver benedetto a gran voce Maria e il frutto delle sue viscere, Elisabetta pone alla cugina una domanda che è al contempo un'esclamazione di meraviglia: che cosa grande per me! Perché la madre del mio Signore viene a farmi visita? E' lo stesso stupore manifestato dal re Davide (2Sam 6,9) durante il trasporto dell'Arca dell'Alleanza a Gerusalemme: "Come potrà venire nella mia casa l'arca del Signore?" – si chiede con timore e tremore, mentre salta e danza di gioia con tutte le sue forze. E con lui tutto il popolo, al suono melodioso e festante di cetre, arpe, tamburi, sistri e cembali.
Un parallelismo non casuale, a cui l'evangelista tiene molto. Luca infatti non vuol essere semplicemente il giornalista degli eventi, ma vuole riassumere, fin dall'inizio del suo vangelo, tutto l'AT, da buon teologo e uomo di fede. Il viaggio dell'arca avviene nella gioia, così il viaggio di Maria; il popolo grida di giubilo al passaggio dell'arca, così Elisabetta di fronte alla visita di Maria. Questo per dirci che Maria di Nazaret è la nuova Arca dell'alleanza. E come nell'arca c'era la presenza di Jahvè, ora in Maria dimora il Verbo di Dio. Anzi, di più: la presenza di Dio diventa in lei maternità.
Dinanzi a questo mistero d'amore, i nostri orizzonti si allargano senza fine: non ci è dato infatti di stare semplicemente alla presenza di un Dio che sta al di fuori di noi, ma di accogliere nel cuore un Dio che vuol dimorare in noi ed essere generato da noi: un dono d'incomparabile bellezza che stupisce e intimorisce a un tempo! E che ci stimola ad essere più ospitali. Ospitali con Dio e ospitali con ogni uomo che ci chiede accoglienza per sentirsi amato ed ospitato da Dio stesso.
Oggi, più che mai, nella mia pausa contemplativa darò ospitalità a Dio, preparandogli un ambiente accogliente, ossia un cuore ben disposto, svuotato di ciò che è inutile e dispersivo; un cuore purificato dal fuoco dello Spirito e pronto all'ascolto nella vigilanza, aperto al dialogo nella carità, educato alla preghiera e desto nell'attesa.
Maria, Dimora ospitale della Divina Tenerezza, fa' che anche il mio cuore diventi arca ospitale pronta ad accogliere con infinito e grato stupore il dono dell'Alleanza nuziale con il Figlio tuo Gesù.
La voce di un profeta dei nostri giorni
Visitazione. Questo incontro delle due madri che attendono un figlio è fuori dell'ordinario. Nelle loro coscienze di credenti, illuminate dallo Spirito Santo, comprendono che il tempo della salvezza viene inaugurato da queste due giovani vite che portano in loro. E' certezza che Dio non ci inganna, ci tiene tra le sue mani, ci vuiole bene e guiderà ogni attimo della nostra esistenza per appoggiarla su di Lui.
Card. Carlo Maria Martini