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TESTO Invito a un banchetto speciale

Comunità Missionaria Villaregia (giovani)  

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno A) (29/05/2005)

Vangelo: Gv 6,51-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Tempo fa stavo cercando un libro da leggere e passando velocemente in rassegna i titoli di diversi libri, mi ha colpito in particolare il titolo di un libro che di fatto non ho ancora letto, ma che mi ha fatto riflettere ed ancora oggi ogni tanto mi ri-frulla per la testa. Lo volete sapere il titolo? Due parole semplici, ma che dicono o meglio lasciano intuire, o meglio ancora fanno scattare la fantasia con l'intento di capire la realtà che ci sta dietro: Vangeli scomodi. Pensando alla solennità che festeggiamo oggi, credo proprio che questo titolo ci stia bene, sia proprio azzeccato. Perché? Se uno di noi oggi ha il coraggio di leggere e lasciarsi toccare da ciò che la Parola ci propone, stia attento perché la vita di costui cambierà senza dubbio. Se sei disposto a immergerti nella Parola con questo atteggiamento continua pure la lettura, altrimenti conviene fermarsi qui.

Gesù, oggi, usa un linguaggio davvero semplice, chiaro e difficile allo stesso tempo: ci invita ad un banchetto speciale per tre motivi:

§ primo: ogni uomo, tutta l'umanità è chiamata a partecipare a questo pranzo;
§ secondo è completamente gratuito;

§ terzo, ed ecco la novità assoluta che lascia tutti esterrefatti, Gesù in persona si offre come cibo per la nostra vita. Usa frasi lapidarie che non danno adito ad alcun tipo di equivoco nella loro comprensione. Se non avete ancora letto il Vangelo è giunto il momento di farlo insieme:

"Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno
e il pane che io darò

è la mia carne per la vita del mondo".

Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?". Gesù disse:

"In verità, in verità vi dico:
se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo
e non bevete il suo sangue,
non avrete in voi la vita.
Chi mangia la mia carne
e beve il mio sangue
ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.

Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui....
colui che mangia di me vivrà per me....

Chi mangia questo pane vivrà in eterno". Gv 6,51-59

Proviamo ad immaginare lo stupore assoluto di chi lo ascoltava, l'incomprensione totale degli uditori... di allora ma talora anche nostra. Gesù che dice: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda". Facciamo entrare queste parole in noi, leggiamole, rileggiamole non come parole che abbiamo udito tante altre volte, ma come parole nuove che mi pongono di fronte ad una realtà sconcertante.

Gesù cosa vuole dirci? Gesù ci invita ad unirci a Lui ad entrare nel suo mistero di vita donata per ricevere la vera vita e donare vita, per entrare nella vita piena sin d'ora.

I termini "carne" e "sangue" come quello di "Figlio dell'uomo", indicano tutta la persona nella sua debolezza e servono perciò a far capire che questo mangiare e bere significa unirsi alla passione e morte di Gesù; significa appunto entrare nel suo mistero d'amore per ricevere ma anche donare l'amore, quello con l'A maiuscola, quello divino.

È un po' l'esperienza che ha fatto Juri, un giovane che abbiamo incontrato nella nostra missione di Lima.

Da un anno e mezzo stiamo lavorando con un gruppo di giovani "pandilleros" di una zona della nostra missione. Sono giovani della strada che si organizzano in bande seminando terrore e violenza. Juri è uno dei giovani del gruppo che ha avuto più difficoltà nel cammino. Quando l'ho conosciuto era particolarmente inquieto, beveva molto ed era violento. Ho cercato di accoglierlo sempre, ho pregato per lui, gli ho parlato esortandolo a lasciare quella vita, però Dio, ancora una volta, mi ha manifestato che non sono io a fare le cose. In questi giorni abbiamo vissuto la settimana della gioventù, non speravo che Juri partecipasse; è arrivato per curiosità e si è fermato.

Un giorno abbiamo pensato che fosse Gesù stesso a fare l'incontro: abbiamo posto l'Eucaristia in mezzo al salone e Gesù si è fatto presente a ciascuno. A partire da quel momento i giovani hanno danzato, saltato, cantato, come non avevano fatto prima. Juri si è confessato ed ha fatto la comunione. Nel vederlo ricevere l'Eucaristia ho percepito la tenerezza di Dio che mi mostrava che è Lui a salvare, solo Lui. Il Cristo ha realizzato in un giorno ciò che io ho cercato di fare in un anno intero. Juri ora è contento, il volto porta i segni della fatica, del disordine e delle violenze vissute, ma che ormai sono diventate cose del passato.

Ad un certo punto ha detto: "Ora Cristo vive con me, in me. Veramente dove abbonda il peccato, sovrabbonda la Grazia. Dio realmente è per tutti, non importa quello che uno ha fatto, Lui è lì, disposto a perdonarti, disposto a cominciare di nuovo con te. A me ha dato la possibilità di togliermi dal giogo, ora solo desidero che altri giovani possano liberarsi. Spero di poter avere un giorno la grazia di portare Dio agli altri con la totalità della mia vita".

Noi siamo solo piccoli e poveri strumenti attraverso i quali la Sua compassione può raggiungere l'uomo assetato di Vita vera. Nella mia povertà, in quel silenzio, Gli ho ridetto il mio sì.

Pensate: un anno e mezzo di cammino ha preparato Juri (senza che alcuno lo sapesse, lui per primo) all'incontro vero con Gesù Eucarestia, con la "vita eterna" e da quel momento la vita di Juri ha iniziato a cambiare. Unirsi significa accogliere profondamente e veramente Gesù nella nostra vita, rimanendo quindi disposti a cambiare vita, ad accogliere cioè tutto ciò che questo incontro può, anzi comporta necessariamente. Juri dalle "pandillas", dal giogo, così adesso chiama la vita di prima, desidera essere vita per i fratelli, diventare canale di vita perché altri attraverso di lui possano incontrarsi con la Vita Vera.

Credo proprio che quello "scomodi" di cui parlavamo inizialmente sia la parola più appropriata. Ma attenzione non è la scomodità vana della zanzara che ti ronza attorno e non ti fa dormire, è quella scomodità che è tale perché ti apre gli occhi, gettando nella tua vita un germe di vita nuova che vuole sbocciare nella tua esistenza perché vada sempre di più verso la pienezza della vita.

A questo punto non ci rimane che lasciarci con una domanda: ci sto?

Dimenticavo... per questa domenica penso che sia proprio indispensabile andare a messa per incontrarci con Gesù Eucarestia, o meglio per farci incontrare dal suo amore, e dire direttamente a Lui il nostro "eccomi".

Buon cammino.

 

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