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TESTO Commento su Marco 14,12-16.22-26

Missionari della Via  

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno B) (03/06/2018)

Vangelo: Mc 14,12-16.22-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 14,12-16.22-26

12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. 14Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

26Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Eccoci alla festa del Corpus Domini, cioè del Corpo (e sangue) del Signore.
Oggi vogliamo semplicemente ridestare l'amore e lo stupore per quel grandioso miracolo che è l'Eucaristia, al quale molti non credono e al quale molti altri si son sciattamente abituati. Attraverso questo sacramento, Gesù si rende presente in mezzo a noi, anzi, viene persino dentro di noi per unirci a sé e darci la sua vita divina. Noi crediamo nell'Eucaristia perché crediamo in Gesù che è Dio e a Dio nulla è impossibile; e i miracoli eucaristici, oltre 140 in tutto il mondo, semplicemente “confermano” questa verità.
Gesù stesso nell'ultima cena ha detto: questo è il mio Corpo, cioè, questo sono io; prendete e mangiatene tutti. Usa un imperativo d'amore: non dice se vuoi, se ti capita, se ti gira, ma prendete e mangiate. Lo dice perché ci ama troppo, desidera ardentemente venire in noi per darci la vita eterna e perché non ci vuole perdere: staccati da lui, senza la vita di Dio in noi, non possiamo far nulla.
A che ci serve questa festa? A risvegliare l'amore e la devozione al santissimo Sacramento, a questo grandioso miracolo. Per questo si fa anche la solenne processione, l'unica alla quale siamo tenuti a partecipare, che dovrebbe superare tutte le altre per devozione e bellezza, simboleggiando il cammino della nostra vita con Gesù e verso l'incontro definitivo con lui.
Uno che non si era abituato all'Eucaristia era S. Francesco d'Assisi, che nelle sue Ammonizioni scrisse: Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sull'altare nelle mani del sacerdote... E come gli apostoli con la vista del loro corpo vedevano soltanto la carne di Gesù, ma, contemplandolo con occhi spirituali, credevano che egli era lo stesso Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente che è il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero. E in tal modo il Signore è sempre con i suoi fedeli, come egli stesso dice: “Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo”».
Sì: l'Eucaristia è Dio fra noi! È Gesù presente in Corpo, Sangue, Anima e divinità; proprio quel Gesù che soffrì sulla croce e che regna glorioso in cielo, si dona a noi come cibo di vita eterna per unirci a sé, per “trasformarci in lui”, per renderci capaci di amare come lui.
Quanti ignorano questo grandioso mistero; e quante volte purtroppo l'Eucaristia è banalizzata dagli stessi “cristiani”: si entra in chiesa distrattamente, dimenticando che il lumino acceso ci dice che lì nel tabernacolo c'è Dio; o non troviamo mai il tempo di passare a far visita a Gesù o fare un po' di adorazione, dove il Signore ci consola, risana le nostre anime con i raggi benefici del suo amore e ci illumina sulle scelte da prendere.
Quante volte, tanti, “credendo di credere”, si vantano di non partecipare alla messa, dimenticando le parole del Signore: chi non mangia il mio corpo non ha la vita eterna.
Quanti, cercando di colmare quel vuoto che si portano dentro, o cercando “soluzioni facili” alla morte si dimenticano dell'unico e vero “farmaco dell'Immortalità”: chi mangia il mio corpo ha la vita eterna e IO LO RISUSCITERÒ nell'ultimo giorno! O quanti ricevono l'Eucaristia in stato di peccato grave, come se nulla fosse, vivendo abitualmente nell'ingiustizia, nell'ipocrisia, nella corruzione, nella sregolatezza delle passioni, nella divisione, con una vita totalmente incoerente, al punto che il Signore più che entrare in un cuore, per dirla con S. Gemma, deve entrare in un “letamaio!”.
Eh sì, ci fa bene ricordare queste parole di S. Paolo: ciascuno che in modo indegno mangia il pane e beve il calice del Signore, sarà reo del Corpo e Sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso. Perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna (1Cor 11,26-27).
Oh se potessimo comprendere chi è quel Dio che riceviamo nella Comunione, quale purezza di cuore gli porteremmo!, esclamava S. Maria Maddalena de' Pazzi. Rinnoviamo dunque in noi lo stupore, il rispetto e l'amore per l'Eucaristia, Dio con noi, Dio in noi, Dio per noi.
Un canto eucaristico, Pane angelicus, dice: Il pane degli angeli diventa pane degli uomini! Cosa mirabile: l'umile e povero servo mangia il suo Signore!

 

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