TESTO Venite al riposo
don Marco Pratesi Il grano e la zizzania
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Sacratissimo Cuore di Gesù (Anno A) (03/06/2005)
Vangelo: Mt 11,25-30
25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Gesù oggi si rivolge nel Vangelo a quelli che si sentono stanchi e sopraffatti dal carico che devono portare. Matteo ha in mente soprattutto il popolo stanco e sfinito sotto il peso del giogo di Mosè. Col passare degli anni e dei secoli, si erano trovati 248 comandamenti positivi e 365 negativi! Come si poteva ancora respirare?
E noi? È ormai un luogo comune dire che siamo tutti stressati. Lo stress è diventato il compagno e lo spauracchio di tutti. Risultato chiaro della logica dominante nel nostro mondo occidentale: riuscire, vincere, competere, esaltare, apparire, produrre, consumare. Intorno a noi tutto celebra il "self-made-man", esalta le persone che vincono, tutto sussurra "devi riuscire". Lottiamo tutta la vita per riuscire: nello sport, a scuola, al lavoro.
A fronte di questo prospera l'industria dello svago, nelle sue molteplici forme: è urgente il bisogno di distensione. Tecniche di rilassamento, viaggi, shopping, luoghi favolosi, discoteche, ginnastiche, esperienze nuove, etc... Tante le promesse in questo senso. Ma riusciamo a trovare riposo? Non di rado, per evitare di sentire il vuoto che emerge senza le occupazioni ordinarie, ci cacciamo in uno stress addirittura peggiore.
A questo si può aggiungere un modo di vivere la religione che spesso, in qualsiasi modo, la rende pesante, opprimente, una palla al piede invece che una liberazione.
Allora la proposta di Gesù fa al caso nostro. Questo riposo, questo relax è lui, il Signore, e il suo cuore mite, misericordioso e umile, pacifico. Egli chiama al suo cuore tutti quelli che si sentono stressati e stufi.
Nella Bibbia "riposo" non è qualcosa di fermo, di bloccato, di simile alla morte. Il riposo per Israele era la terra promessa, terra della benedizione, della libertà, del futuro. Riposo è una situazione di felicità vicino a Dio. Riposo è sapersi amati e accolti gratuitamente dal Signore. Non dobbiamo affannarci per guadagnarci il suo amore: ci è offerto gratis. Questo è riposante. La religione di Gesù è liberante, umana, fa vivere la persona, la rende viva. Assumiamo il suo modo di vivere la religione e respireremo.
Non che il suo Vangelo non sia esigente. Accogliere l'amore gratuito del Signore è, al contrario, molto più impegnativo di ogni religiosità che paga la tassa a Dio e poi fa la sua strada, perché investe la totalità dell'esistenza: il dono del cuore sollecita e richiede il dono del cuore.
La festa del S. Cuore è festa dell'amore gratuito, totale, inconcepibile, di Cristo per noi, amore che libera la nostra vita dal servizio duro e oppressivo degl'idoli, che prendono tutto e non danno niente. Come Israele è entrato nel riposo liberandosi dalla schiavitù dell'Egitto, facciamo il nostro esodo e la nostra pasqua sottraendoci al servizio dei falsi dèi per sottometterci al giogo buono e liberante del cuore, mite e ardente, del Signore Gesù.
All'offertorio:
Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci attiri al cuore del Salvatore, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.
Al Padre Nostro:
Preghiamo il Padre con la preghiera che Gesù, nel suo amore, ci ha insegnato: