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TESTO Benedetto il Signore, gloria del suo popolo (196)

don Remigio Menegatti   Parrocchia di Illasi

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno A) (29/05/2005)

Vangelo: Gv 6,51-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,51-58

51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (Dt 8,2-3.14-16) riporta un tratto del discorso di Mosè in cui spiccano due verbi: ricordati e non dimenticare. I fatti vissuti nel deserto e soprattutto gli interventi di Dio, tra cui la manna e l'acqua sgorgata dalla roccia, sono il fondamento della salvezza, realtà preziose, che non si possono dimenticare o perdere.

Il vangelo (Gv 6,51-58) presenta una parte della riflessione che Gesù propone alle folle dopo averle sfamate. Si presenta come il vero pane, donato da Dio – disceso dal cielo – un pane più prezioso e importante della manna che ha sostenuto il lungo cammino del popolo nel deserto. Gesù è strettamente legato al Padre e dona anche ai discepoli la vita di Dio, perché anche loro, ascoltando la sua parola e nutrendosi di lui, Pane vivo, possano vivere come figli di Dio.

Salmo 147
Glorifica il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion.
Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,

in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli ha messo pace nei tuoi confini
e ti sazia con fior di frumento.
Manda sulla terra la sua parola,

il suo messaggio corre veloce.

Annunzia a Giacobbe la sua parola,
le sue leggi e i suoi decreti a Israele.
Così non ha fatto con nessun altro popolo,

non ha manifestato ad altri i suoi precetti.

Il salmo esprime la lode a Dio. È l'invito alla città di Gerusalemme e a tutto il popolo che si raduna sul monte Sion, dove sorge il tempio, a ricordare e proclamare le opere di Dio.

Dio rende sicuro il suo popolo – ha rinforzato le sbarre delle tue porte – e ha ricolmato di benedizione tutti i discendenti, mostrandosi fedele alle sue promesse.

Dio dona ai suoi figli il pane e la parola, li sazia con ciò che sostiene la vita e quanto serve per camminare sulle strade della vera gioia.

In questo gli Ebrei si sentono al centro della benevolenza di Dio, popolo eletto, scelti tra tutti gli altri, destinatari di una promessa speciale, coinvolti nell'alleanza che è la loro vera ricchezza. Conoscono le parole di Dio ed sono sostenuti dalla sua provvidenza.

Un commento per ragazzi

"Non possiamo stare senza la domenica" dicevano i 49 cristiani di Abitène, che hanno subito la morte perché si erano ritrovati a celebrare la pasqua settimanale, contro le disposizioni dell'Imperatore Diocleziano che voleva impedire proprio questo incontro tra discepoli di Gesù in cui veniva spezzato il Pane della Parola e del Corpo di Cristo. Potevano essere cristiani, ma non riunirsi per l'Eucaristia. Una pane prezioso, fondamentale, se vale più della stessa vita, se per condividerlo si era disposti a rischiare la morte, come poi è avvenuto.

Ci sono testimonianze anche più vivine nel tempo, che parlano di preti, religiosi e laici che nei lunghi anni passati in carcere, sia sotto il potere nazista che quello comunista, hanno trovato forza proprio dalla celebrazione eucaristica, vissuta di nascosto, con un po' del pane che veniva dato nel misero pasto quotidiano.

Don Gnocchi portava con sé alcuni pezzetti del Pane eucaristico durante la ritirata di Russia, sostegno e aiuto in quei momenti terribili.

Oggi la situazione da noi è diversa: nessuno ci impedisce di celebrare l'Eucaristia, di vivere la pasqua settimanale. Anzi, proprio in questa solennità portiamo nelle strade e nelle piazze Gesù presente nel sacramento del Pane. È la processione eucaristica, che ci ricorda che lui cammina con noi, come avveniva per il popolo che usciva dall'Egitto, e ci accompagna nella vita.

Nessuno ce lo impedisce, almeno dall'esterno. Il rischio è che noi non avvertiamo più il valore di questo dono e rinunciamo a vivere l'incontro con il Signore e la comunità solo perché non abbiamo compreso il vero valore. Eppure abbiamo bisogno di ascoltare questa Parola che ci insegna le strade della vita per raggiungere la vera gioia; abbiamo bisogno anche del Pane che ci dona forza per questo cammino.

Un dono prezioso per vivere bene la domenica è sentirci protagonisti. Lo siamo non solo quando "facciamo qualcosa", inteso come riti che prevedono gesti, parole da dire davanti a tutti, o cose evidenti.

Siamo protagonisti quando arriviamo a messa preparati, sapendo per cosa siamo venuti a ringraziare il Signore, di cosa chiedere perdono, per chi invocare il suo aiuto. Inoltre vivere da protagonisti la messa significa anche ascoltare e comprendere ciò che il Signore ci dice nella Parola che viene annunciata. Una parola da preparare in gruppo, in famiglia, nella riunione associativa, così che la domenica sia una vera festa.

Un suggerimento per la preghiera

Signore, ti benediciamo perché ti prendi cura di noi. Ci doni la Parola che ci fa conoscere i tuoi pensieri, che ci comunica i progetti di bene che ci suggerisci per essere felici.

Ti benediciamo perché ci riunisci a celebrare la festa della tua risurrezione. Ogni settimana ci doni la gioia della pasqua, la possibilità di annunciare la tua morte, proclamare la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta.

Aiutaci ad ascoltare le tue parole che ci spronano a vivere come figli e a trovare nel Pane dell'Eucaristia la forza di compiere il bene, così da essere tuoi testimoni ogni giorno, anche quando non ci riuniamo a celebrare in chiesa.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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