TESTO Commento su Marco 10,17-27
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Lunedì della VIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (03/03/2003)
Vangelo: Mc 10,17-27
Dalla Parola del giorno
Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».
Come vivere questa Parola?
Si pensa spesso che questa conosciutissima pericope di Marco sia per coloro a cui il Signore rivolge una particolare chiamata: al sacerdozio o alla vita consacrata. Approfondire però il testo significa giungere a cogliere che questa Parola è per tutti quelli che decidono di fare sul serio con Gesù. Ci sono dei passaggi, una gradualità. Anzitutto una correzione che il giovane ricco riesce ad... "incassare" bene. «Perché mi chiami buono – gli dice Gesù – Dio solo è buono». Ed è un richiamare all'assoluta infinita bontà di Dio da cui anche quella dell'umanità di Gesù deriva. Il secondo passaggio è il richiamare al giovane i comandamenti. E - attenzione! – quelli che riguardano le relazioni con il prossimo perché è lì che lo stesso nostro rapporto con Dio si rivela autentico o no. Infine Gesù osa lanciare il suo appello più radicale: «Vendi quello che hai e dallo ai poveri, poi vieni e seguimi». Però proprio questa radicalità è preceduta da una breve espressione di capitale importanza: Fissatolo, lo amò. Ecco, proprio a chi ha già mosso i suoi primi passi sulla via della vita che è praticare la Legge di Dio, Gesù spalanca un orizzonte infinitamente libero e solare. "Vendi quello che hai" significa dunque: nella forza dell'amore che ho per te, nella luce dello sguardo che poso su di te abbi il coraggio della libertà. Libero è infatti colui che, pur usando dei beni materiali, ne è del tutto distaccato, tanto che non accumula per sé ma provvede, coi suoi beni, ai suoi fratelli indigenti.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, visualizzo l'incontro di Gesù col giovane ricco e mi metto al suo posto. Lascio risuonare, in clima di preghiera, le parole del Signore sentendole dette a me. Ascolto anche quella mesta esclamazione di Gesù: «Quanto è difficile per quanti hanno ricchezze entrare nel Regno di Dio!». Però non mi lascio deprimere come hanno fatto gli apostoli. E prego:
Signore, anch'io avverto l'impossibilità a seguirti fino a "vendere tutto" che è il totale distacco da quello che ogni giorno mi tenta: forse cose o persone, forse comodi, forse facili consensi. Ma tu ripetimi che nulla è impossibile a Dio.
La voce di un padre della Chiesa
Cristo non costringe nessuno, con la necessità della norma, ad elevarsi alle vette sublimi della virtù; provoca invece la nostra libera scelta, ci eccita con la bontà del consiglio, ci infiamma con il desiderio della perfezione. E' cosí che il Vangelo sa innalzare i forti verso ciò che vi è di piú grande e sublime, senza permettere tuttavia che i deboli precipitino nell'abisso della miseria. Ai perfetti, esso procura la piena beatitudine, mentre accorda il perdono a coloro che si lasciano vincere dalla propria fragilità...
Giovanni Cassiano