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TESTO Commento su Mc 16,1-7

Monastero Domenicano Matris Domini  

Sabato Santo (31/03/2018)

Vangelo: Mc 16,1-7 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Lectio
Collocazione del brano
L'ultimo capitolo del vangelo di Marco è dedicato, come nel caso degli altri Sinottici, agli annunci della risurrezione e alle apparizioni del risorto. Il brano che leggiamo qui rappresenta, con il suo versetto finale, il v. 8, la prima conclusione del Vangelo di Marco. Esso infatti si chiudeva con la reazione di paura delle donne che al sepolcro avevano ricevuto l'annuncio della risurrezione. Esse scappavano via senza dire niente a nessuno. Nel corso della tradizione del testo di Marco però non ci si è rassegnati a una conclusione così deludente e quindi sono stati aggiunti i vv. 9-20 che cercano di dare una versione più esaustiva dei fatti.
Il nostro brano comunque ha una sua fisionomia. L'angelo annuncia alle donne la risurrezione di Cristo e le manda a dire ai discepoli che Gesù li aspetta in Galilea.

Lectio
1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo.
Dopo il sabato e dopo il riposo in esso prescritto, le medesime donne che erano sotto la croce (15,40), comprano degli aromi per un'intenzionale unzione di Gesù. Il tempo previsto è la sera, che inizia dopo la fine del sabato. Il fatto che l'unzione di un cadavere già avvolto e sepolto sia “un'idea ardita”, pare non disturbare le donne. L'unzione, peraltro rara, del cadavere avveniva presso i giudei con olio; nulla si dice di una mescolanza di aromi, se non per la sepoltura di un re (2Cr 16,14). I giudei non conoscevano neppure l'imbalsamazione. Gli aromi sono essenze vegetali rare e profumate. Il narratore probabilmente suppone che l'intenzione delle donne sia fare qualcosa per conservare il cadavere di Gesù. Il loro atto appare folle sin da principio. L'intenzione dell'unzione stabilisce però un riferimento a Mc 14,3-9. Se l'unzione di Betania era orientata alla morte di Gesù, adesso l'intenzione delle donne di ungere il corpo di Gesù introduce alla storia della sua risurrezione.

2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.
La visita al sepolcro viene meglio specificata con tre indicazioni temporali. Essa avviene al mattino presto del primo giorno della settimana, quindi si collega direttamente a Mc 15,42. La definizione del primo giorno della settimana è un ebraismo. Non si tratta ancora di un indicazione della domenica come giorno speciale dei cristiani. Per molto tempo le prime comunità resteranno fedeli al sabato.

3Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?».
Il dialogo che occupa le donne riguarda la pietra di chiusura che si frappone come ostacolo al loro intento. In base a Mc 15,47 esse erano a conoscenza di quest'ostacolo. Il dialogo diventa un'osservazione sulla sua enormità e ha lo scopo di preparare la grandezza del prodigio avvenuto.

4Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.
La pietra rotolata indica la resurrezione. Questa non è descritta, come accade più tardi nei vangeli apocrifi. Il passivo sottolinea l'azione di Dio. Non ci si dovrebbe chiedere perciò se a rotolare via la pietra sia stato l'angelo o il Risorto. Vale il senso simbolico. La pietra rotolata via indica che la potenza della morte è stata spezzata.

5Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura.
Le donne entrano nella camera sepolcrale, la cui struttura corrisponde a Mc 15,46. Ciò che esse scorgono è la figura di un giovane che siede alla destra, cioè dal lato del buon auspicio. La veste splendente di cui è rivestito, lo caratterizza come essere celeste (cf. Ap 6,11; Mc 9,3). Descrivere gli angeli che appaiono come giovani o uomini corrisponde alla letteratura edificante del tempo. L'apparizione del messaggero celeste (non il sepolcro vuoto, che le donne non hanno ancora notato) suscita spavento. Timore e spavento sono la reazione normale dell'uomo all'incontro con il divino.

6Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto.
La pericope culmina e termina nella frase dell'angelo. Egli invita le donne a non temere e dichiara loro che sono ancora prigioniere di una visione terrena di Gesù. Esse cercano il Nazareno e il Crocifisso. Ma Dio è intervenuto e ha rovesciato la sorte del Crocifisso. Egli è stato risuscitato. L'angelo indica il sepolcro vuoto, come segno della verità delle sue parole.

7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».
Alla proclamazione segue l'incarico che contiene una promessa. La svolta è segnata dal “ma”. L'incarico va riferito ai suoi discepoli e a Pietro. Si rammenta retroattivamente il fallimento dei discepoli, i quelli ora devono essere nuovamente accolti e riuniti. L'ordine di recarsi in Galilea fa sperare loro di vedere Gesù crocifisso e risorto. La Galilea è la patria del vangelo, il baricentro dell'attività terrena di Gesù. Tutto è partito da lì e da lì tutto deve partire nuovamente.

Meditiamo
- Mi è mai capitato di voler “ungere” il corpo del Signore, cioè di trattarlo solo come una testimonianza del passato, senza alcun significato per la mia vita?
- Qual è stata la mia reazione quando alcune situazioni hanno avuto una svolta imprevista e provvidenziale? Ho avuto anche io paura o mi sono messo in gioco con entusiasmo?

Orazione
O Dio, che illumini questa santissima notte con la gloria della risurrezione del Signore, ravviva nella tua famiglia lo spirito di adozione, perché tutti i tuoi figli, rinnovati nel corpo e nell'anima, siano sempre fedeli al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo,

 

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