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TESTO Commento su At 2, 37

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì fra l'Ottava di Pasqua (03/04/2018)

Brano biblico: At 2,36-41 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

«All'udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».»
At 2, 37

Come vivere questa Parola?
Trafiggere il cuore: ma cosa significa? Che reazione è? Un dispiacere profondo viene metaforicamente descritto così. Ma a volte, senza metafora, ci si sente proprio male nel vivere o vedere certe cose! Il cuore sembra non riuscire più a dilatarsi, non dà più ossigeno al sangue, la testa si fa incerta, un malessere pervade tutta la nostra persona.
Sensazioni morali e stati fisici che accaddero probabilmente anche a chi ascoltava le parole ispirate e coraggiose di Pietro. Lui, che fino a pochi giorni prima era come loro e nella sua semplice vigliaccheria aveva persino disconosciuto Gesù. Ridicolo oltre che infame. Il profetizzato canto del gallo e lo sguardo di Gesù carico della croce e innalzato su di essa, risvegliò la sua coscienza e trafisse il cuore di Pietro. Solo in quel momento riesce a fare la sua professione di fede, autentica, definitiva. Quella domanda che ora sentiamo dalla folla che dopo la Pentecoste lo ascolta, se la sarà fatta anche lui. Cosa devo fare? Che cosa dobbiamo fare? Il rimorso, lo strazio di sentirsi traditori e di aver concorso alla morte di Gesù non esordisce in lui in depressione suicida come per Giuda, ma evolve in desiderio di azioni diverse, coerenti con quanto ora creduto ed accolto. Evolve soprattutto in una nuova dimensione che va dall'io al noi, per cui l'atto del singolo è completato, corretto, sostenuto, integrato dalle relazioni reciproche.
Gli atti degli apostoli riportano il coraggio entusiasta di singoli ma soprattutto di una comunità che cambia direzione, scopre una modalità nuova di organizzare la sua vita, di essere responsabile e presente nel proprio territorio, di lavorare con altri, di scegliere e anche di valutare insieme.

Signore, lascia che anche i nostri cuori siano trafitti, feriti, aperti dalla tua morte dolorosa e permetti che la tua resurrezione sostenga la nostra fede, la trasformi in azione e nell'agire scopra come ulteriormente crescere e maturare.

La voce di un testimone
“O sepolcro, tu non non tenerlo più a lungo;
La morte è forte, ma la vita è più forte;
Più forte del buio, è la luce;
Più forte del male, è la giustizia...”
Phillips Brooks

Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it

 

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