PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Chiusi o aperti?

don Girolamo Capita (giovani)  

Pentecoste (Anno A) - Messa del Giorno (15/05/2005)

Vangelo: Gv 20,19-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,19-23

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Cinquanta giorni dopo la Pasqua celebriamo la festa di Pentecoste ricordando la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, su alcune donne e su Maria, riuniti nel cenacolo, secondo quanto Luca ci descrive negli Atti ai capitoli 2 e 3. Ma l'evangelista Giovanni, ricorda come già la sera dello stesso giorno di Pasqua, il Risorto entra nel luogo dove si trovavano i discepoli, per donare loro la Pace, il Perdono e per alitare su di loro lo Spirito Santo.

Perché i discepoli stavano in quel luogo, con le porte chiuse, nonostante le donne avessero già diffuso la notizie della risurrezione di Gesù, nonostante Pietro e Giovanni avessero già constatato le verità del racconto delle donne e visitato il sepolcro vuoto?

Perché le porte erano chiuse? Per paura? Di cosa? Dei romani? Dei giudei? Di soffrire per annunciare il vangelo e con esso la buona notizia che Gesù è il Signore Dio, perché è risorto dai morti?

Forse pur credendo non avevano ancora il coraggio della testimonianza vera, quella che spinge a morire a se stessi, a rinunciare persino alla propria vita per l'annuncio del vangelo. Forse c'era anche la paura dovuta al fatto di sentirsi piccoli, piccoli, deboli, deboli, per aver lasciato solo il loro maestro dal momento del suo arresto fino alla sua morte.

Chissà cosa pensavano? Dove avrebbero trovato la forza, il coraggio di andare incontro al Signore, di chiedergli perdono per averlo abbandonato nel momento più tragico e drammatico della sua vita.

Nonostante la notizia della risurrezione, gli apostoli erano chiusi non solo nel "cenacolo", ma in se stessi, nei loro cuori, nei loro ragionamenti, nelle loro paure, nelle loro debolezze, insomma nei loro peccati. Necessitava una svolta.

E' Dio che va in cerca dell'umanità. E' l'amante che va in cerca dell'amato. E' lo sposo che va incontro alla sposa. Nonostante le infedeltà, le debolezze, i peccati. E' il Risorto che va in cerca dei "suoi". Sbarra le porte del cenacolo, spalanca le porte chiuse dei loro cuori. Si mostra nella verità del suo amore. Le sue piaghe sono nel contempo sia il segno concreto e visibile del "vi ho amato sino alla fine", fino al dono della sua vita per noi, sia il segno dei nostri peccati che ha preso su di se per donarci il suo perdono col suo amore, sia il segno del dono della sua vita divina, perché con la sua morte e risurrezione ha vinto la nostra morte. Dunque, sono queste piaghe che segnano in modo indelebile la persona del Risorto. E noi, quando Lo incontreremo, da esse Lo riconosceremo!

Mostrandosi, in tal modo, Gesù non esprime giudizi di condanna, ma porge il suo giudizio di salvezza. Pace a Voi. Gesù riconcilia gli apostoli. Non solo questi comprendono che Gesù non ha mai rotto la sua amicizia con loro, anzi è per la fedeltà a tale amicizia che ha donato la sua vita, ma avvertono dal profondo di essere stati riconciliati da Lui, con Lui, con se stessi e tra di loro.

Gesù alitò su di loro lo Spirito Santo. E' la ri-crezione. Come Adamo divenne essere vivente dopo il soffio di Dio, così essi diventano creature nuove in Cristo. C'è il passaggio dall'uomo vecchio all'uomo nuovo. Prima deboli, ora forti, prima chiusi, ora aperti alla missione, prima paurosi di perdere la vita, ora decisi a donarla per Cristo e per il vangelo, prima timorosi di non essere perdonati, ora ricchi del perdono sono capaci di perdonarsi e di perdonare. Tutto grazie al dono dello Spirito Santo.

Forse anche oggi tanti giovani sono paurosi e chiusi in se stessi. Credono in Gesù, sono sinceri nell'amarlo, ma fino a un certo punto. C'è la paura di non essere compresi dai loro coetanei e dal mondo. C'è il timore di sentirsi fuori dalla vita, non al passo coi tempi moderni, o peggio ancora di sentirsi soli. E' più facile seguire le mode e i costumi del nostro mondo secolarizzato, che avere la forza di fare scelte coerenti con il vangelo nel lavoro, nel tempo libero, con la fidanzata/o, con gli amici, con la famiglia. Per essere giovani cristiani, in questi ambiti, ci vuole coraggio! Mi chiedo, inoltre, se come giovani cristiani siamo disposti a portare, come Cristo, le ferite causate dai nostri e dagli altrui peccati per trasformarle in ferite di amore, capaci di rigenerare alla vera vita, oppure preferiamo non correre rischi e restiamo chiusi nelle nostre incomprensioni o nella nostra sete di vendetta? Carissimi, lasciatevi fortificare dallo Spirito di Cristo Risorto per essere anche voi, come gli apostoli, testimoni ed annunciatori della Sua Parola che riconcilia e dona pienezza di vita, affinché possiate essere veramente la speranza della missione della Chiesa per una nuova umanità.

 

Ricerca avanzata  (54003 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: