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TESTO La grande ora della Chiesa

mons. Antonio Riboldi

Pentecoste (Anno A) - Messa del Giorno (19/05/2002)

Vangelo: Gv 20,19-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Non finisce mai di stupire Dio, nel suo amore, che si fa vicino ad ogni uomo, conoscendone la debolezza, direi l'incapacità di "fare un solo passo verso l'Alto", dove risiede veramente la nobiltà dell'uomo: dove Dio è uomo pare si ritrovino nella bellezza, e grandezza..così come era nella creazione dell'uomo quando Dio dopo avere impresso il suo volto, la sua immagine gin quel pugno di fango, che è ciascuno di noi "alitò il suo spirito" e lo fece simile a Lui: simile e partecipe della sua gioia, della sua stessa divinità.

Conosciamo tutti leggendo il Vangelo la grande povertà degli apostoli che Gesù aveva seelto perché stessero con Lui e quindi affidare loro un mandato che va ben aldilà delle possibilità umane, ossia diffondere il suo Regno tra noi poveri uomini, fondare la Sua Chiesa. Vero è che ognuno di noi, come afferma Paolo, è stato dotato da Dio di incredibili capacità, o carismi.

Basta avere l'occhio del cuore e dello spirito per fermarsi un istante ed ammirare le tante capacità che tutti abbiamo. Capacita diverse che fanno l'uomo o la donna veramente un capolavoro di bellezza con immense possibilità di bene.

Ma sono capacità frenate dalla nostra debolezza o pigrizia, o voglia di non rischiare. E da sole poi non vanno al di là della terra: non possono incidere profondamente nel disegno di santità, là solo Dio può operare, sia pure usando i carismi che Lui ci ha donato, tramite l'azione dello Spirito Santo. Anche gli apostoli certamente avevano "carismi" che erano come "semi" nascosti in attesa della primavera dello Spirito. E tutti conosciamo come il limite della loro povertà umana come è del resto la nostra, si manifestò nel giorno della prova. Avevano paura, come noi che, senza la forza di Dio, agitiamo le ali senza riuscire ad alzarci da terra.

Ma venne la Pentecoste, ossia il grande giorno in cui lo Spirito Santo, come fece Gesù nella Natività, stabilì la sua dimora tra di noi, in ciascun uomo. Una dimora che non lascerà mai, che noi ne facciamo la sua dimora o lo ignoriamo.

Così si racconta quel grande giorno, che davvero diede il volto di Dio alla terra, trasmettendolo negli uomini e attraverso gli uomini, come una luce ed un fuoco destinato a non spegnersi mai.

"Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono in ciascuno di loro: ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito Santo dava loro il potere di esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme. Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua" (At. 2,1-11)

L'aveva detto Gesù, prima di salire al cielo che avrebbe mandato il Consolatore che avrebbe reso "diversi" ossia capaci dell'azione che Dio compie nelle anime e Lui solo sa compiere attraverso noi, per opera del suo Spirito. Aveva detto anche e lo abbiamo sentito domenica dell'Ascenione: "Io sarò con voi, sempre, fino alla fine del mondo".

Suscita davvero stupore, lo stesso stupore che era nei giudei allora, vedere come gli Apostoli, che si facevano spaventare anche dalle ombre e non erano certamente usciti dalle nostre università teologiche, ma erano stati ammaestrati dal grande Maestro Gesù, fossero trascinati da quel fuoco che si era posato sul loro capo: affrontano quelle piazze dove pochi giorni prima era stato urlato "crocifiggi1o", quando Pilato aveva presentato Gesù al popolo. Ora puntano il dito contro quella sentenza e predicano la Sua divinità, la Sua presenza. Con lo Spirito Santo erano un'altra cosa.

Siamo, potrei dire, noi, che abbiamo ricevuto lo stesso Spirito nella Cresima, tutta un'altra cosa, a similitudine degli Apostoli. O forse non lo siamo perché non ci è stata data la piena coscienza di Chi invade la nostra vita, destinata a essere quella vita mossa dall'azione dello Spirito.

Ci chiediamo tante volte come fanno molti ad affrontare, senza abbattersi dalle fficoltà della vita: è la serenità che ha le sue radici nell'azione dello Spirito Santo. Tante volte restiamo come fermi al palo, non sapendo come indirizzare i nostri passi, per la debolezza e l'ignoranza che è in noi..poi ci stupiamo ammirando il coraggio, la sapienza, la gioia che è in tanti, sembra non si spenga mai la fiammella dello Spirito, che li guida sempre, facendo luce ai loro passi e rendendoli forti fino al martirio.

Ce ne sono, credetemi, cristiani, e tanti che si fanno condurre dallo Spirito e sono quei testimoni coraggiosi di Cristo che, per fortuna, popolano la nostra terra. Sono fratelli e sorelle che sembra non conoscano il pessimismo proprio di chi non ha la forza di "andare oltre", nei disegni della storia: sono sempre incorreggibili, per firtuna!, ottimisti, che vedono sempre e ovunque, la gioia di un futuro saldamente nelle mani di Dio cui loro prestano la loro debolezza.

Dovremmo tutti riappropriarci dello Spirito che ci èstato dato nella Cresima che abbiamo ricevuto. Facciamoci aprire gli occhi dallo Spirito e usciamo dalla nostra cecità di uomini che non sanno alzare il capo verso il cielo. Questa davvero è l'ora di Dio, la grande ora che Dio, con il suo Spirito vuole scrivere con le nostre dita: il futuro del Suo Regno che lo Spirito conosce.

Scriveva Paolo VI: "Grande ora è questa che offre ai fedeli la sorte di concepire la vita cattolica come una dignità e una fortuna, come una nobiltà e una vocazione: GRANDE ORA E' QUESTA che sveglia la coscienza cristiana dall'assopimento consuetudinario e indolente e la illumina di nuovi diritti e doveri.

Grande ora è QUESTA, che non ammette che uno possa dirsi cristiano e conduca vita moralmente molle e indolente, iso1ata ed egoista e non piuttosto trasfigurata dalla volontà positiva, talvolta eroica di vivere la propria fede in pienezza di convinzioni e propositi. GRANDE ORA E' questa che fa dei giovani, degli uomini, delle donne, degli infermi, anime ardenti e vive per il cristianesimo..grande ora è QUESTA in cui la Pentecoste invade di Spirito Santo il corpo Mistico di Cristo e gli dà un rinato senso profetico, secondo l'annuncio dell'apostolo Pietro.

"Profeteranno i vostri figli e le vostre figlie e i vostri giovani vedranno visioni e i vostri vecchi vedranno sogni": cioè godranno d'interiore pienezza spirituale ed avranno capacità di darne esteriore stupenda testimonianza" (Pentecoste 1957) E sono vere questa parole di Pao VI. Ricordate la Pentecoste 61 Tor Vergata? E credo che a tutti sia dato vivere accanto a fratelli e sorelle che danno questa testimonianza e sono per l'azione dello Spirito che è in loro – ed anche in noi – già la visione del Cielo, ora: spazzando via come un colpo di vento la nebbia che sembra avvolgere il mondo in cui siamo immersi.

E' la stessa storia dei santi del nostro tempo così numerosi, che testimoniano come il vento dello Spirito non abbia cessato di soffiare, ma anzi aumenta di intensità. Non c'è che da farsi trasportare coraggiosamente, perché, ricodiamolo quel vento impetuoso è in noi con la Cresima. Viene da pregare con le parole di Madre Canepa: "Insegaci o Signore, a contare i nostri giorni, quelli trascorsi e quelli a venire: per conoscere la vera sapienza, quella del cuore, dono del tuo Spirito.

Tutti li raduniamo nelle tue mani: i giorni in cui, lo Spirito fa festa in noi i "suoi" giorni di gioia e quelli di dolore: i giorni. di pace e quelli di tormento: "i giorni di incontri, frutto dello Spirito, che muove i cuori e quelli di abbandono: i giorni di povertà e di abbondanza. Tutti, come grano di incenso, consumati. dal fuoco dello Spirito, li bruciamo davanti a te, o Signore! Siano, davanti al tuo Volto, l'omaggio dei tuoi poveri figli in cui ha trovato dimora il tuo Santo Spirito, anticipo della totale consegna che ti faremo quando ci chiamerai là dove non si contano più i giorni nel tuo radioso "sabato senza sera".

 

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