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TESTO Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita

don Romeo Maggioni  

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Pentecoste (Anno A) - Messa del Giorno (19/05/2002)

Vangelo: Gv 20,19-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,19-23

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Festa di Pentecoste, rinnovata e attualizzata effusione dello Spirito sulla Chiesa. Quello Spirito santo che nel 'Credo' proclamiamo come Colui "che è Signore e dà la vita".

"Signore" fa riferimento al suo essere Dio, come il Padre e il Figlio, dai Quali procede, e coi Quali è adorato e glorificato: terzo elemento della vitalità interna dell'unico Dio in Tre Persone che noi cristiani professiamo.

Di questa Trinità oggi si vuol dire che lo Spirito santo è la forza vitale che esplode all'esterno per rendere partecipi altri della stessa vita che c'è in Dio. Resosi attivo nella storia fin dalla creazione del mondo e dell'uomo, ora è però lo Spirito inviatoci da Cristo a rinnovare la creazione e a risanare l'uomo restaurandolo alla primitiva identità divina.

1) QUALE VITA?

Lo Spirito che dà la vita. Domandiamoci: quale vita? Quella di Cristo. Quella dell'uomo riuscito, quella del prototipo, del progetto unico di umanità pensato da Dio, iscritto nell'intelaiatura di fondo d'ogni essere umano, in ognuno di noi, e attuato solo pienamente da questo uomo Gesù di Nazaret. Quel progetto d'uomo fatto a immagine di Dio, e sfigurato poi dal peccato, è ora da Cristo riscritto e attuato nella propria vicenda umana perché sia l'esemplare, il modello cui guardare per cogliere le linee portanti della nostra identità e verità di uomini. Si tratta della vita, della vita giusta, della vita indovinata, al di là dei modelli e delle mode umane che non esprimono se non parziali bisogni e spesso deviate esigenze di riuscita umana.

Questa vita la riceviamo nel Battesimo per mezzo dello Spirito santo: "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato da carne è carne e quel che è nato da Spirito è Spirito" (Gv 3,5-6). Questa vita cresce nella professione di fede, dono anche questo dello Spirito: "Nessuno può dire: Gesù è il Signore, se non sotto l'azione dello Spirito Santo" (II lettura).

Questa vita cresce nelle opere buone, anche queste dono dello Spirito: "Quelli che vivono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito; e i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace" (Rm 8,5-6). Fino a quella pienezza di vita che scavalca anche la morte:"Se lo Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, lo stesso Dio che ha risuscitato Gesù da morte darà vita anche ai vostri corpi mortali, a causa del suo Spirito che abita in voi" (Rm 8,11).

E' solo lo Spirito che riesce a modellare nel nostro cuore e nella nostra vita l'immagine di Cristo, a smuovere le nostre resistenze e pigrizie, a orientare la nostra attenzione verso ciò che è vero e giusto: "Quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio" (Rm 8,14). Allora è richiesta tanta attenzione e docilità a questo maestro interiore: "E non vogliate rattristare lo Spirito santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione" (Ef 4,30).

Ricorriamo a lui se vogliamo penetrare di più il mistero di Dio ("Vi condurrà verso tutta la verità", Gv 16,13); o sentire più viva l'esperienza dell'amore di Dio ("L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito santo che ci è stato dato", Rm 5,5); o quando abbiamo bisogno di un "Consolatore", o quando fatichiamo a pregare, perché "noi nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili" (Rm 8,26). Soprattutto invochiamo lo Spirito perché tenga viva in noi la certezza del nostro destino divino, "perché noi che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo" (Rm 8,23).

2) LA CHIESA

Ma la vita divina che lo Spirito santo accende nel cuore del credente non è un fatto isolato: è data nella Chiesa. Lo Spirito santo è l'anima e la vita della Chiesa. Come frutto della risurrezione, Gesù ricrea un'umanità nuova, dando lo Spirito: "Alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito santo". Il giorno di Pentecoste è l'esplodere forte come di una nuova vitalità che investe gli Apostoli; Gesù l'aveva promesso: "Voi avrete forza dallo Spirito santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra" (At 1,8). "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". E' l'avvio della grande missione universale.

E' una missione essenzialmente di ricomposizione nell'unità, per fare di tutti i popoli dispersi e divisi un'unica famiglia di Dio: "Essi furono pieni di Spirito santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi" (I lett.). Dice il Prefazio: "Oggi la confusione che la superbia aveva portato tra gli uomini è ricomposta in unità dallo Spirito Santo". "La Chiesa è in Cristo - afferma il Concilio - come un sacramento o segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano" (LG. 1,1); è col parlare l'unico linguaggio della fede che l'umanità troverà la sua intesa e solidarietà.

Unità che non è uniformità. Lo Spirito è un grande stratega che semina doni diversi in vista dell'utilità comune. "Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; e a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune". L'immagine è quella di un corpo, uno e moltiforme: "Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. In realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un unico corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi" (II lettura); potremmo continuare: italiani e marocchini, lombardi e meridionali...! Solo "l'abbeverarci a un solo Spirito" riesce a togliere le divisioni e a creare una cultura multirazziale e tollerante! Lo Spirito santo è sempre d'attualità, e d'estrema urgenza anche oggi.

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Ecco: lo Spirito che è Signore e dà la vita. Datore della vita personale piena e restauratore della vita sociale. O uomo, cerchi la vita? Cerchi la formula vincente per la riuscita nella vita? Fai bene a darti da fare. Ma non è alla nostra portata: si tratta di un progetto sull'uomo che è ultraumano (e, ricordiamolo, è l'unico, quello divino), e quindi noi non ne abbiamo la strumentazione sufficiente. E' lo Spirito l'operatore autentico ed efficace della nostra umanità. Suona male questo fatto all'orecchio dell'uomo così convinto d'autosufficienza. Ma è dato di fatto. Apriamoci allora allo Spirito, se vogliamo costruire di noi e della nostra storia quella vera umanità che è anelito nostro e - prima ancora - anche sogno di Dio!

 

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