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TESTO The true news: Gesù

don Giacomo Falco Brini  

II Domenica di Quaresima (Anno B) (25/02/2018)

Vangelo: Mc 9,2-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 9,2-10

2Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 6Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.

9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. 10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Vorrei commentare il vangelo di questa 2a domenica di quaresima ricorrendo al messaggio inviato dal papa per il tempo liturgico che stiamo vivendo. Molto significativo il titolo scelto: Per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà (Mt 24,12). Il papa ci segnala di essere circondati da “incantatori di serpenti” e “ciarlatani” che offrono stili di vita a buon mercato, ma ingannevoli e deleteri. “Non fa meraviglia: da sempre il demonio che è menzognero e padre della menzogna (Gv 8,44) presenta il male come bene e il falso come vero, per confondere il cuore dell'uomo. Ognuno di noi, perciò, è chiamato a discernere nel suo cuore ed esaminare se è minacciato dalle menzogne di questi falsi profeti. Occorre imparare a non fermarsi a livello immediato, superficiale, ma riconoscere ciò che lascia dentro di noi un'impronta buona e duratura, perché viene da Dio e vale veramente per il nostro bene” (Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2018, Ed.Vat., novembre 2017). Lo Spirito spinse Gesù nel deserto per affrontare le tentazioni, anche oggi il vangelo si apre con Gesù che conduce in disparte tre discepoli su un monte alto, da soli (Mc 9,2). In un epoca segnata dal sovraccarico di comunicazioni, dal “sordo rumore” delle relazioni virtuali e dalla continua accelerazione della vita quotidiana, rispondere a questo invito di Francesco e del vangelo, cercando la profondità della propria vita, ha qualcosa di veramente penitenziale.

“Chi mente a se stesso e ascolta le proprie menzogne arriva al punto di non poter più distinguere la verità, né dentro di sé, né intorno a sé, e così comincia a non avere più stima né di se stesso, né degli altri. Poi, siccome non ha più stima di nessuno, cessa anche di amare, e allora, in mancanza di amore, per sentirsi occupato e per distrarsi, si abbandona alle passioni e ai piaceri volgari, e per colpa dei suoi vizi diventa come una bestia; e tutto questo deriva dal continuo mentire, agli altri e a se stesso” (F.Dostoevskij, I fratelli Karamazov, II, 2). La lezione del grande scrittore russo è attualissima. Per questo oggi mi soffermo brevemente soltanto sulla seconda parte del vangelo. La celebre scena della trasfigurazione sul Tabor ci rivela che la bellezza della verità rifulge sul volto di Gesù Cristo (Mc 9,5). Ma essa non esercita solo attrazione, fa anche paura: (Pietro) non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati (Mc 9,6). Dostoevskij ci ricorda, riecheggiando dal passato il messaggio del papa, che il raffreddamento dell'amore comincia dal non occuparsi più di fare la verità nella propria vita, dall'evitarsi la dolorosa fatica del cercarla (insieme agli altri). Come non riconoscere in proposito il fenomeno delle “fake news” o “bufale” che brulicano virali nelle nuove piazze dell'umanità? Non siamo forse noi che le facciamo circolare? Come mai tantissimi sono disposti oggi, nel nome della dea condivisione dei contenuti, a far propagare vere e proprie menzogne, magari pensando che sia solo un'operazione innocua, senza alcun effetto nefasto? E come mai nel linguaggio comune non le chiamiamo più “menzogne” o “bugie”?

La bellezza di Gesù lascia a bocca aperta i discepoli che vorrebbero “fermare” quell'istantanea che si trovano davanti. Ma una nube con la propria ombra viene a stemperare tutta quella luce, facendo uscire una voce che proclama: questi è il Figlio mio, l'amato; ascoltatelo! (Mc 9,7). Mentre il principe di questo mondo continua ad avvelenare l'umanità e il creato dalla prima “fake news” (cfr. Gen 3,1ss.) che coinvolse i nostri progenitori fino a quelle di oggi, Dio invece ci offre da sempre il cammino faticoso della verità che ci libera e ci restituisce alla nostra vera dignità. Anzi, ci assicura che essa è diventata visibile, perché è una persona. Per questo invita ad ascoltare Gesù, la “true news”, notizia veramente nuova per tutta l'umanità. Ma la verità non rimane immobile su un monte per farsi ammirare/onorare, facendosi costruire tre capanne o magari un tempio più degno. La verità invita a scendere da quel luogo luminoso per entrare nel buio delle cose umane (Mc 9,9). La via della verità, che è anche del vero amore, ci spinge a camminare scendendo nei meandri delle miserie umane. E questo è un cammino da fare prima di tutto in noi stessi: “se vediamo nel nostro intimo e attorno a noi i segnali appena descritti, ecco che la Chiesa, nostra madre e maestra, assieme alla medicina a volte amara della verità, ci offre in questo tempo di Quaresima il dolce rimedio della preghiera, dell'elemosina e del digiuno” (Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2018, Ed.Vat., novembre 2017). Bisogna lasciarsi prendere in disparte dal Signore per scoprire la dolcezza della preghiera. Bisogna riconoscere nel prossimo bisognoso un fratello per sperimentare che è dolce l'esercizio dell'elemosina. Bisogna aver fame e sete di Dio per sentire dolce il digiuno. Possa il Signore fare a tutti noi la grazia di rispondere a questi suoi inviti per giungere alla Pasqua rinnovati nello spirito.

 

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