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TESTO ...e il sasso si adatti a fiorire...

don Angelo Casati  

I domenica di Quaresima (Anno B) (18/02/2018)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Diamo inizio oggi al tempo della quaresima. Vorrei dire che anche la quaresima ha un tempo, ha un suo colore. O dovrebbe averlo, se non ci appartiene il triste potere di cancellare le stagioni. Può accadere che cancelliamo purtroppo anche le stagioni dello spirito. Tutto uguale. Vorrei anche dirvi che c'è un'urgenza nel tempo. Ho trovato scritta questa urgenza in una poesia invitami da un'amica in questi giorni.

Il titolo è: "E' tempo", le parole sono di Paul Celan, pochi versi, eccoli: "E' tempo che il sasso si adatti a fiorire, che per l'inquietudine batta un cuore. E' tempo che sia tempo.... E' tempo." Sono un po' sasso, sono un po' cuore che pulsa a rilento. E' tempo di fiorire da sasso, è tempo di un battere appassionato del cuore. Io penso che ci sia un tempo dell'anima. Un tempo importante.

E lo penso senza cedere per nulla alle ossessioni di coloro che tolgono onore e bellezza al corpo, quasi il corpo fosse prigione dell'anima o un ostacola alle vie dello spirito, e virtù fosse dimenticare il corpo. No. Mi chiedo però: una vita senza anima, senza lo Spirito, senza il soffio che vi traluce, che vita sarebbe? A che cosa servirebbe? Penso a Gesù che dice: "Quale vantaggio c'è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita" (Mc 8,36). Se poi perdi il soffio, se poi perdi l'anima, a che serve? Voi sapete come la parola anima sia nascosta in tante parole che noi usiamo. Usiamo -piccolo esempio - parole come: "animati", "disanimati", "rianimati", ecc.

Ebbene una di queste parole era nel brano del rotolo di Isaia che abbiamo, poco fa, ascoltato, il verbo "rianimare". Leggo: "In un luogo eccelso e santo io dimoro, / ma sono anche con gli oppressi e gli umiliati, / per ravvivare lo spirito degli umili / e rianimare il cuore degli oppressi. / Poiché io non voglio contendere sempre / né per sempre essere adirato; / altrimenti davanti a me verrebbe meno / lo spirito e il soffio vitale che ho creato". Buona notizia, questa, per la nostra quaresima: Dio - dice il profeta - è anche quaggiù. A far che? A "rianimare", a "ravvivare".

Rianimare, rianimazione, rimettere in circolo il soffio di vita. E' quello che fa Dio - dice ancora il profeta - lui che ha creato e infuso nella donna e nell'uomo lo spirito, il soffio di vita. Che sconfitta sarebbe per noi - ma anche per lui - se venisse meno questo soffio, lo spirito, se perdessimo l'anima che ci salva dalla morte, dall'essere morti prima ancora di morire. Dio fa opera di rianimazione. A volte ce lo scordiamo. Ma poi, per grazia viene "un tempo che è tempo". E rientriamo nel più profondo di noi stessi. Là dove è urgente ed è grazia essere rianimati.

Per non andare come maschere vuote, come manichini senz'anima. So che in una vita così frenetica come quella che viviamo nel mondo occidentale, nella vita colma di richieste e di impegni che voi vi trovate ad affrontare ogni giorno, non è facile ritagliarsi spazi dell'anima. Vorrei dire, cerchiamoli in questo tempo di quaresima, quelli a misura delle vostre giornate. Una sosta. Per riprendere da rianimati, per riprendere a fare le cose con un'anima dentro, con una passione...

Ancora mi ritorna alla mente una notizia apparsa anni fa su una rivista scientifica: raccontava di una spedizione archeologica in America Latina. I membri che conducevano la spedizione, occidentali, avevano ingaggiato sul posto dei portatori fra gli indios. Una mattina li sorpresero, accoccolati in cerchio, fermi, in silenzio. E a chi tentava quel giorno, ma inutilmente, di smuoverli perché si partisse, risposero: "Correvamo troppo e quindi abbiamo dovuto sostare per attendere che le nostre anime ci raggiungessero".

Quasi a dire che c'è un orientamento geografico della spedizione, c'è l'organigramma delle nostre occupazioni, ma c'è anche, ed è imprescindibile, un orientamento, dello spirito, una bussola della vita. Per questo gli evangelisti all'inizio della sua vita pubblica parlano di Gesù nel deserto e ci tengono ad annotare che a spingere Gesù, a guidarlo nel deserto fu lo Spirito. Subito dopo il battesimo nelle acque del Giordano, all'inizio della sua missione. Nel deserto, figura del cammino dei padri, figura della nostra vita, tutti possiamo essere tentati da altre strade, da altre scelte. Anche Gesù, come ciascuno di noi. Tentato come noi.

Nel nostro brano Matteo sembra ricordare, radunandole in un solo racconto fatto di immagini potenti, le tentazioni che accompagnarono Gesù lungo il corso della sua vita, tentazioni tipiche. Che furono di Gesù e sono le nostre. Su cui dobbiamo sempre confrontarci per una cura dell'anima. Pensate, potremmo ripercorre l'intero vangelo e accorgerci che proprio queste furono le tentazioni di Gesù lungo la strada.

La tentazione del pane, per esempio: "Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane". Ma egli rispose: "Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Tutti ricordiamo la tentazione del pane lungo la vita di Gesù. Un pane senza condividere, erano moltitudine, gli dissero:"Congeda la folla". Oppure un pane senza gratitudine, senza scorgere il segno. Dirà sulla barca: "Avete mangiato di quel pane e vi siete saziati". Dimenticando che il pane disceso dal cielo è lui. E, dunque quaresima come cercare le parole che escono dalla bocca di Dio.

La tentazione del pinnacolo del tempio o della vita come successo, come esibizione: "Lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù". E lui resistette, lungo tutta la sua vita resistette a questa tentazione, resistette sino all'ultima ora quando lo tentarono: "Se sei figlio di Dio scendi dalla croce e ti crederemo". Rimase. Rimase perché fosse salvo il volto di Dio che ci aveva raccontato con tutta la sua vita, perché fosse salvo il volto di ciascuno di noi.

E infine la tentazione del dominio; "Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai". Resistette. Resistette per tutta la sua vita, sino a dileguarsi quando si accorse che volevano venire a prenderlo per farlo re, si dileguò. E stette in mezzo a loro non come uno che si fa servire, ma come uno che serve e nelle ultime ore, quelle della cena, lavò i piedi dei discepoli e comandò di fare altrettanto. Come a dire che il vero regnare è servire. Resistette. E noi? Resistiamo?

Quaresima come tempo per scrutare il cuore, perché un soffio lo rianimi. Scrive William Butler Yeats "Scruta dentro il tuo cuore, amore mio, l'albero sacro è lì che sta fiorendo".

 

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