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TESTO Commento su Luca 13,1-9

Paolo Curtaz  

Sabato della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (24/10/2015)

Vangelo: Lc 13,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

6Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. 8Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

La sofferenza non è in alcun modo una punizione divina. Nonostante la convincente riflessione del libro di Giobbe, i contemporanei di Gesù ancora erano convinti che le disgrazie della vita, le malattie, i lutti, fossero la conseguenza diretta di un peccato nei confronti di Dio, giusto giudici, giudice, che in tal modo puniva i disobbedienti. Visione di Dio terribile, che aveva una sua logica ma che non invitava certo a ricercare momenti di confidenza e amicizia con Dio! Gesù, però, ribadisce il concetto: la colpa della morte dei giudei nel tempio è la logica violenta del potere. La morte dei poveracci periti nel crollo della torre a Siloe è dell'imperizia dei costruttori, non di Dio. Ma, aggiunge Gesù senza offrire ulteriori spiegazioni, davanti a questi eventi misuriamo la nostra vita, chiediamoci in chi o in cosa stiamo investendo le nostre energie. Dio non spiega le ragioni del dolore ma assume su di sé la sofferenza del mondo e la salva, la redime. Dio non ce l'ha con noi, mai, e non è lui il burattinaio della storia, che ha una sua propria logica e una sua autonomia. Viviamo questo giorno come se fosse l'unico!

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