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TESTO Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra (194)

don Remigio Menegatti  

Pentecoste (Anno A) - Messa del Giorno (15/05/2005)

Vangelo: Gv 20,19-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,19-23

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (At 2,1 - 11) racconta quello che è avvenuto a Gerusalemme nella festa di Pentecoste dell'anno 30. Erano passati 50 giorni dalla risurrezione di Gesù e colui che il Messia aveva promesso come dono scende sugli amici di Gesù che annunciano la risurrezione. Si chiude lo "strappo" realizzato tra gli uomini e con Dio con la Torre di Babele. Le parole di Dio sono comprensibili per ciascuno dei suoi figli.

Il vangelo (Gv 20,19-23) presenta la prima apparizione del Risorto ai discepoli nel cenacolo. Il dono di Gesù ai suoi amici è la pace e lo Spirito che rende liberi dal peccato e iniziare la nuova fase della storia della salvezza: il popolo che ha accolto la nuova e definitiva alleanza e annuncia questo dono a tutti i popoli della terra. Da un popolo eletto, al dono rivolto a tutti gli uomini, senza distinzioni.

Salmo 103

Benedici il Signore, anima mia,
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Quanto sono grandi, Signore, le tue opere!

La terra è piena delle tue creature.

Se togli loro il respiro, muoiono
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,

e rinnovi la faccia della terra.

La gloria del Signore sia per sempre;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto;

la mia gioia è nel Signore.

Il salmo ricorda che la gioia del credente è il Signore, e sottolinea il desiderio che Dio possa gradire il canto di chi lo ama e lo invoca.

Il canto celebra le grandi meraviglie di Dio, che si è manifestato come dono già nella creazione, per entrare in comunione con i suoi figli. La creazione vede all'opera lo Spirito di Dio, colui che manifesta la sua bontà e sapienza. È lo Spirito che anima e dona vita a ciascuna creatura; senza di lui siamo vuoti, senza forza, senza quel legame con Dio che rende veramente grandi, mostra l'uomo come la prima delle opere di Dio, per cui vale la pena lodarlo. Questa lode non rimane nel cuore del credente: diventa canto perché Dio ascolti e gioisca, ma soprattutto perché ascoltandola anche gli altri uomini scoprano le meraviglie di Dio e lodino il Signore con lo stesso entusiasmo.

Un commento per ragazzi

Ma allora, quando è sceso lo Spirito di Dio? C'è un momento in cui possiamo dire "adesso c'è"? Si parla di Pentecoste, ma anche del primo giorno dopo il sabato; si parla della creazione e dello Spirito che è mandato da Dio per rinnovare tutte le cose.
Una serie di domande più che legittime e... intelligenti.

Partiamo dalla vita: c'è un momento in cui possiamo dire di aver provato l'amore dei nostri genitori, l'amicizia dei nostri compagni? Sì, certo, c'è un momento. Ma a pensarci bene c'è anche un altro, e poi un altro ancora. Forse adesso ricordiamo l'ultimo dialogo, il gioco di ieri, il gesto di perdono della settimana scorsa.

In ciascuno di questi gesti abbiamo sperimentato l'amore delle persone che sono attorno a noi. Risulta difficile stabilire se uno di questi è così grande da riassumere tutti gli altri, quasi che sia "unico".

Così è anche per l'amore di Dio. Sì, perché rappresentiamo lo Spirito in tanti modi: colomba, fiammelle sul capo degli apostoli, vento che si abbatte gagliardo, respiro, rombo dal cielo. Sono modi per spiegare con immagini. La realtà, e quindi il modo più esatto di parlarne è che lui è l'amore che unisce il Padre al Figlio, e che loro donano a noi. Donano e non solo hanno donato. Un amore che non è isolabile in un solo momento, come se fosse una fotografia. È piuttosto un film, con tante scene che si susseguono, con tanti protagonisti che accolgono questo amore e si lasciano cambiare da lui.

Pentecoste, è quella dei 50 giorni dopo la pasqua dell'anno 30 della nostra era. Pentecoste è anche oggi, 50 giorni dopo la pasqua...ma nel terzo millennio.

Oggi non ricordiamo un fatto capitato tanto tempo fa e finito, concluso, quasi fosse l'inaugurazione di un edificio o un ponte, che pure abitiamo e usiamo per attraversare un fiume. Oggi lo Spirito scende su di noi come allora su quelli che si trovavano a Gerusalemme, anche se provenienti da tanti Paesi della terra. Noi non siamo spettatori di un fatto grande, che coinvolge altri; siamo protagonisti di un dono che ci riguarda, che è sempre attivo, proprio perché, essendo l'amore di Dio, non c'è luogo o momento in cui lui smetta l'amarci. Lui ci ama sempre, anche quando noi non ci curiamo di questo dono, lo ignoriamo o, peggio ancora, lo rifiutiamo. Dio mette a disposizione il suo dono perché possiamo essere felici di vivere come figli suoi. Il dono è disponibile ogni giorno. Anche oggi e domani...sempre!

Dono già e sempre disponibile, senza doverlo conquistare. Certo, lo invochiamo; lo invochiamo per scoprire che ci interessa, lo desideriamo. Lo invochiamo per aprire il nostro cuore a Dio e non per scardinare il suo, quasi fosse una cassaforte chiusa.

Lo invochiamo da soli perché Dio ci ama uno per uno, come un genitore i propri figli, anche se sono tanti.

Lo invochiamo insieme perché siamo famiglia, e nel chiedere questo dono siamo già aperti alla sua azione perché stiamo già condividendo l'amore.

Vieni, Spirito, vieni oggi e sempre. Vieni su noi e su tutti.

Un suggerimento per la preghiera

Signore, manda anche oggi lo Spirito, il tuo amore; quel legame profondo che ti unisce al Padre e che ti lega a ciascuno di noi, che siamo pure suoi figli.

Donaci la gioia di scoprire che è bello essere amati e amare. Amati da Dio e da tante persone che lui pone sulla nostra strada per camminare insieme verso la meta della gioia. Persone che possiamo amare, perché abbiamo dentro una forza più grande di noi: la forza della vita, la gioia dell'amore, la tua forza, la guida che hai inviato per continuare la tua opera nel mondo.

Mandalo nel cuore mio, e in quello di ciascuno dei tuoi figli. Perché nessun uomo è estraneo per te.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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