TESTO Commento su Giovanni 21,20-25
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Sabato della VII settimana di Pasqua (23/05/2015)
Vangelo: Gv 21,20-25
20Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». 21Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». 22Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». 23Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
24Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. 25Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
Che cosa sarà di noi? Che cosa sarà degli altri? Pietro vorrebbe sapere qualcosa di più sul suo destino e su quello dei suoi amici, Giovanni in particolare. Ma non gli è concesso. Non ci è concesso. Come i primi discepoli molti anni, prima anche per lui e per noi la sequela di Cristo è una scommessa. Siamo invitati ad andare a vedere, a dimorare, a restare qualunque cosa succeda. Quanto vorremmo avere delle certezze! Quanto vorremmo, proprio perché cristiani, avere qualcosa in più! Ma non è così: proprio perché cristiani ci è chiesto di più, quell'abbandono filiale che tanto fatichiamo ad avere e che, pure, tanto ci costruisce e ci rende liberi. Diventando veramente discepoli anche noi possiamo scrivere tanti Vangeli quante sono le nostre storie e le nostre vite. È così: milioni di uomini e donne che prima di noi hanno creduto lo testimoniano. Fidarsi veramente di Dio, affidargli la nostra vita e le nostre scelte, ci conduce a fare esperienza di Vangelo, a diventare noi stessi buona notizia per gli altri. Alla vigilia della splendida festa di Pentecoste sediamoci e meditiamo su quanto il Signore costruisce in noi...