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TESTO Commento su Giovanni 20,11-18

Paolo Curtaz  

Martedì fra l'Ottava di Pasqua (07/04/2015)

Vangelo: Gv 20,11-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Maria Maddalena rappresenta, nella sede dei discepoli, il modello di colei che ha conosciuto la misericordia e la compassione del Signore Gesù. La sua splendida femminilità ha ricolmato di attenzioni la vita del maestro. Ora il suo è un dolore inconsolabile, e pensa di avere perduto anche la possibilità di abbracciare il corpo del suo amato Signore. Maria commette il più pericoloso degli errori: non riesce ad abbandonare il sepolcro, non riesce a farsi una ragione del suo lutto, è così triste dall'avere perso Dio da non accorgersi che egli è lì accanto a lei! Può succedere, nella nostra vita, di essere travolti da eventi inattesi, da enormi sofferenze, da delusioni cocenti. In quei momenti a prevalere è il senso di vuoto e la morte interiore. In quei momenti preghiamo Dio come se Dio non ci fosse. La fede viene come travolta e spenta dalla disperazione. Proprio in quel momento il Signore ci raggiunge e ci invita a uscire dal sepolcro. Non c'è che un modo per superare la tristezza: non amarla. Non c'è che un modo per abbandonare il dolore: non affezionarsi al dolore. Maria riconosce finalmente il risorto quando si sente chiamare per nome.

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