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TESTO Commento su Matteo 18,21-35

Paolo Curtaz  

Martedì della III settimana di Quaresima (10/03/2015)

Vangelo: Mt 18,21-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 18,21-35

21Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

23Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

28Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

31Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Pietro immaginava di fare una gran bella figura proponendosi di perdonare fino a sette volte. Mettetevi nei suoi panni: immaginate che qualcuno sparli di voi e, pentito, venga a chiedervi scusa. Ovviamente lo perdonate... ma se subito dopo torna a sparlare di voi che fate? Appunto... Essere disposti a perdonare fino a sette volte è un grande gesto di generosità. Ma Gesù rilancia: occorre perdonare sempre. Come è possibile? La parabola ci aiuta a capire questa esigenza così estrema. Possiamo perdonare sempre perché a noi Dio perdona sempre. Come al servo malvagio della parabola, anche a noi il padrone condona un debito enorme. Perciò cambiati, convertiti, stupiti da tanta generosità, diventiamo capaci di perdonare qualunque torto. Come una fontana che viene riempita dall'acqua di sorgente e, quando è colma, lascia fluire l'acqua nel ruscello, anche noi possiamo perdonare e amare perché perdonati e amati. Se fatichiamo a perdonare qualcuno che ci ha fatto del male, possiamo riflettere di fronte a Dio, chiedendogli di aiutarci a capire la logica del perdono che cambia. Che cambia noi prima degli altri.

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