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TESTO Pietà di me, o Dio, nel tuo amore

don Walter Magni   Chiesa di Milano

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I domenica di Quaresima (Anno B) (18/02/2018)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 4,1-11

1Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Inizia la Quaresima e la liturgia proclama il Vangelo delle tentazioni di Gesù. Come stessimo cercando ancora un faro nel buio della notte, capace di illuminare il nostro cammino, sempre un po' lento e affaticato. Così pregava il card. Newman: “Guidami tu, luce gentile, in mezzo alle tenebre: guidami tu. Buia è la notte e la mia casa è lontana: guidami tu. Dirigi tu il mio cammino” (John Henry Newman).

Nel deserto
È come se in un angolo sperduto del nostro cuore, spuntasse un desiderio forte di verità, di autenticità. Un bisogno di tornare all'essenziale, distinguendo ciò che conta da ciò che non dura. Anche gli ebrei, dopo che si erano stabiliti nella terra d'Israele, avevano sperimentato una profonda nostalgia per i quarant'anni passati nel deserto. Col passare degli anni s'erano accorti che, passando dalla vita nomade nel deserto a quella più stanziale e sedentaria, avevano ceduto al luccichio delle cose, all'abbaglio del successo e alla sete di potere. Come fossero ritornati ai tempi della sottomissione in Egitto, in balia di nuove forme di schiavitù e di povertà morali. Così ogni anno, in occasione della festa delle Capanne (Sukkoth), ancora oggi gli ebrei costruiscono una tenda accanto alla loro casa e per qualche giorno riassaporano l'emozione di vivere in una tenda, sotto le stelle. Come fossero ancora nel deserto, in cammino verso la terra promessa, in una condizione di maggiore scioltezza e di libertà ritrovata. Così Gesù rivive a Suo modo l'esperienza d'essere pure Lui “condotto dallo Spirito nel deserto”. Come se prima d'ogni relazione, di qualsiasi esperienza che direziona l'esistenza, conti sperimentare questo spaesamento del deserto. L'orizzonte vasto della coscienza; l'ebbrezza della libertà che obbliga a guardarti dentro, per ritrovare in te una misura nuova. Mentre riaffiorano fragilità e fatiche che puoi affrontare solo se rischi e ti affidi.

Delle tentazioni
E di Gesù si dice propriamente che si reca “nel deserto per essere tentato dal diavolo”. E Satana è il tentatore che non dà tregua con le sue provocazioni. Così che, guardando a quanto Gesù stesso ha subito, anche a noi è dato di comprendere meglio quali sono poi le tentazioni vere. Quelle con le quali merita misurarsi. Perché anche questo va detto. Le tentazioni alle quali Gesù è stato sottoposto non sono quelle che facilmente hanno ossessionano a lungo un certo moralismo cristiano. Che sentendo la parola tentazioni pensava subito a questioni di sesso o a qualche forme di affettività disordinata. Le tentazioni per il Vangelo sono altre. E il fatto che anche Gesù sperimenti la possibilità di deviare dalla verità e dalla giustizia, anche questo ci sconcerta. Che anche Lui sia stato provato dalla tentazione di fare miracoli a buon mercato per autocompiacimento; o sia stato attratto dal mito del successo facile o dall'illusione del potere e del possesso. Tutto questo ci fa pensare. Che Gesù l'abbia subito senza fingere, provando anche Lui l'urgenza di dover scegliere, la fatica di prendere una decisione per riuscire a imboccare la direzione più giusta restando fedele. Se anche tu non riuscissi a osservare i Suoi comandamenti non sentirti perso, ti prego. Non cadere nella trappola di un volontarismo inconcludente. Ricorda, piuttosto, che più in basso della tua vergogna, al fondo della tua caduta, Lui c'è. E subito ti prende per mano e non ti lascerà procedere da solo.

Smascherando satana con la Parola
Perché la solitudine oggi è diventata una malattia, che sembra andare di pari passo col deserto dal quale cerchiamo di scappare, mentre sullo sfondo incombe sempre qualche brutta tentazione. Ha creato scalpore la recente notizia che il governo britannico abbia deciso di istituire un ministero per la solitudine, per affrontare la sfida di questa triste realtà che colpisce tanta gente. E si va dagli anziani, a quelli che hanno perso una persona cara o che non hanno più nessuno con cui parlare e con cui condividere pensieri o esperienze. Una sfida, che in forme diverse ci riguarda tutti. Come scriveva S. Quasimodo: “Ognuno sta solo sul cuor della terra / trafitto da un raggio di sole: / ed è subito sera”. E il Tentatore, conoscendo la nostra umana condizione, vi si insinua dentro senza misericordia alcuna. Come ha fatto con Gesù, nell'intento perverso di rompere la relazione vitale che Egli intrattiene col Padre Suo. Quasi volesse farLo precipitare in una solitudine che dimentica il calore dell'amore, in una trappola che non sa più cosa sia la speranza. Soprattutto usando una lettura distorta della Parola di Dio, che Gesù poi raddrizza, riesprimendola con molta chiarezza e verità. Ci sta davanti una Quaresima nella quale cercare di seguire Gesù, anche solo cominciando ad ascoltare con cuore aperto la Sua Parola. Di Gesù si dice che “il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano”. Che l'angelo della consolazione raggiunga anche noi.

 

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