TESTO Commento su Matteo 21,28-32
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Martedì della III settimana di Avvento (16/12/2014)
Vangelo: Mt 21,28-32
Dio non ama le belle mascherine. Non ama le persone che indossano il vestito del devoto per entrare in chiesa e lo depongono appena varcato il portone per tornare a casa. Non sopporta chi pensa di prendere per il naso Dio. L'ipocrisia, gravissima malattia che colpisce soprattutto i religiosi e i politici, è il vizio contro cui maggiormente Gesù si scaglia nel vangelo! Dio preferisce il fratello tormentato e svogliato che lo contesta ma poi gli dà retta, al figlio perfettino che dice e poi non fa. Gesù chiede autenticità e solo l'autenticità può creare lo spazio interiore per poter far nascere l'inaudita presenza di Dio. Se siamo onesti con noi stessi ci rendiamo conto di essere poca cosa, cristiani altalenanti e svogliati, discepoli spesso incoerenti e goffi. Ma, e questo è essenziale, ce ne rendiamo conto e ne siamo addolorati. Perciò siamo disposti ad andare davanti a Dio spogli di ogni presunzione, svuotati da ogni orgoglio, deposta ogni inutile maschera. Le prostitute e i pubblicani ci passano davanti perché hanno ascoltato seriamente l'invito alla conversione. Anche noi ascoltiamo con serietà e verità la Parola di conversione che ci rivolge il Dio che viene!