TESTO Commento su Matteo 16,24-28
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Venerdì della XVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (08/08/2014)
Vangelo: Mt 16,24-28
Se riconosciamo che Gesù è il Messia, colui che ci conduce al Padre e, con fatica, accettiamo il fatto che lo sia diversamente (molto diversamente) dalle nostre attese, siamo invitati a seguirlo fino in fondo, fino alla croce. Attenzione, però: prendere la propria croce non significa, come troppi pensano, sopportare le disgrazie che la vita (non Dio!) ci pone innanzi, ma essere disposti a seguire Gesù fino in fondo, seguirlo nella sua determinazione. Gesù è disposto a morire pur di annunciare il vero volto di Dio, non recede dal suo progetto, costi quel che costi. Ama talmente l'umanità da volere a tutti i costi eliminare l'orribile idea di Dio che ci portiamo nel cuore! E avere una corretta visione di Dio, entrare in relazione con lui, significa sperimentare la vita vera, la vita dell'Eterno. Gesù argomenta: cosa ci serve vivere se la vita è solo una sopravvivenza, un approccio superficiale alla realtà? Ci fidiamo del Signore, siamo disposti a seguirlo su questa strada? Non ci spaventi la croce: per raggiungere la vetta occorre faticare, per sbarazzarci dei falsi idoli che portiamo nel cuore bisogna lottare. Come ha fatto Gesù.