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TESTO Commento su Giovanni 13,21-33.36-38

Paolo Curtaz  

Martedì della Settimana Santa (15/04/2014)

Vangelo: Gv 13,21-33.36-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Nessuno fra i discepoli ha capito cosa sta per accadere. Gesù è drammaticamente solo davanti alla propria morte. Incapaci di vedere, turbati dall'annuncio della fine, si guardano gli uni gli altri invece di guardare dentro loro stessi. Gesù tenta un ultimo gesto: offre il boccone a Giuda, il traditore. Un gesto di amicizia, di conciliazione che viene interpretato come un'accusa. È buio nel cuore di Giuda, come è buio fuori dalla stanza del Cenacolo. Giuda è perso, certo. Ma Gesù non è venuto proprio per coloro che sono perduti? Gesù vuole salvare Giuda dalla sua tenebra. E Pietro dalla sua immensa presunzione. Accecato dalla propria nuova luccicante identità spirituale, Pietro non capisce nulla di ciò che sta accadendo e vuole insegnare a Gesù come comportarsi... Fra Giuda e Pietro, fra la tenebra e la presunzione Gesù fa un'affermazione sconcertante: è il momento della gloria. Certo: proprio quando è buio apprezziamo la luce del sole, proprio quando fa freddo scopriamo il valore della stufa accesa. Proprio quel tradimento e quella lontananza permetteranno a Gesù di manifestare il proprio amore incondizionato.

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