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TESTO Commento su Giovanni 8,1-11

Paolo Curtaz  

Lunedì della V settimana di Quaresima - Anno A (07/04/2014)

Vangelo: Gv 8,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Quante pietre ancora dobbiamo lasciar cadere per diventare finalmente discepoli! Quante inutili sofferenze dobbiamo abbandonare per assomigliare al Maestro! La donna peccatrice è senza nome, è solo un pretesto per mettere in difficoltà il Signore, una donna colta in flagrante adulterio (e l'adultero? Mistero del maschilismo devoto!). Nulla si dice delle sue vicende personali, delle sue emozioni, delle ragioni della sua scelta (comunque sbagliata). Anche noi, troppo spesso, giudichiamo dalle apparenze, non incontriamo le persone ma le situazioni, non la verità ma ciò che noi presumiamo essere vero. E giudichiamo. Tiriamo pietre. Santamente e devotamente, come pensavano di fare i devoti che la conducono al Maestro. Fedeli, fedelissimi alla Legge, in teoria. Ma, in pratica, freddi e calcolatori, insopportabili censori, avvilenti contabili della norma. Non ascolta nemmeno Gesù, si limita a disegnare sul selciato del tempio. Certo, questa donna ha peccato, ma chi può dire di non avere mai peccato? Chi, se non Dio solo, può ergersi a giudice degli altri con credibilità? Se il Maestro non giudica, ma invita a conversione, chi siamo noi per giudicare? (Ma convertiamoci!)

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